Eastwood Symphonic

cover eastwood symphonicClint Eastwood/AA.VV.
Eastwood Symphonic (2023)
Kyle Eastwood – Quintet & Czech National Symphony Orchestra
Pias DISC02204CD
12 brani – Durata: 75’01”



Buon sangue non mente…e nel DNA di Kyle Eastwood scorre quello artistico-musicale dell’iconico padre Clint. Quel Clint Eastwood, attore, regista e perfino compositore delle musiche di buona parte dei suoi film da Gli spietati in avanti. Uno dei rari casi nella Settima Arte di regista-autore delle proprie partiture – vedi Charlie Chaplin, Alejandro Amenábar, Stefano Reali, Mike Figgis, John Carpenter, Gabriele Mainetti e John Ottman (anche montatore) – e non solo di sue pellicole, perché Eastwood ha composto la colonna sonora per il film drammatico Gracie is Gone di Jim Strouse del 2007 con John Cusack. Kyle Eastwood con questo straordinario album tributo al padre appassionato compositore e a tutti i compositori che hanno scritto per i film da lui diretti o interpretati, i grandi John Williams, Ennio Morricone, Lalo Schifrin e il fedele Lennie Niehaus, rende più che un omaggio, realizza qualcosa di emotivamente unico da ascoltare a loop. Lo stesso Kyle (leggi nostra intervista di alcuni anni addietro), che ha composto insieme al fidato Michael Stevens, anche con il contributo paterno, le musiche per il padre per Lettere da Iwo Jima, Gran Torino, Invictus – L’invincibile e qualche pezzo addizionale per Mystic River, aggiudicandosi due ASCAP Award (Gran Torino e Invictus), una nomination ai Golden Globes e ai World Soundtrack Award per la canzone portante di Gran Torino, insieme a Clint e Jamie Cullum, dichiara nel libretto del CD: <<Nella famiglia Eastwood la musica è un affare di famiglia. Mio padre conosce e ama la musica, in particolare il jazz, e mi ha trasmesso la passione per la musica oltre che per il cinema. Nel corso della sua carriera le colonne sonore dei suoi film hanno ricevuto un’attenzione speciale e negli ultimi anni lui, come me, ne ha composto la musica. L’idea per “Eastwood Symphonic” era quella di rivisitare e reinterpretare le più grandi colonne sonore dei film di mio padre con un tocco di jazz e classico. Questo è un progetto che mi sta molto a cuore. Devo rendere omaggio a mio padre e alle sue colonne sonore, nonché a molti dei brillanti compositori cinematografici che hanno contribuito ai suoi film nel corso degli anni. Vorrei dedicare questo album a loro e soprattutto a mio padre che mi ha mostrato cosa sia veramente la dedizione, l’impegno e la gioia per il proprio lavoro. Grazie papà per l’ispirazione e per tutti i decenni di cinema straordinario>>.
Il quintetto Kyle Eastwood, che vede alla batteria Chris Higginbottom, al pianoforte Andrew Mc Cormack, ai sassofoni Brandon Allen, alla tromba e flicorno Quentin Collins e Kyle al contrabasso e basso, con la popolare e vigorosa Czech National Symphony Orchestra diretta da Gast Waltzing (compositore di film e serie TV tipo I delitti del lago, Sunset Song e Gli ultimi fuorilegge), il quale ha curato i fantastici arrangiamenti, eseguono dodici tracce tratte da, in ordine di comparsa nell’album, Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan (Magnum Force, 1973, Ted Post), Gran Torino (Id. – 2008, Clint Eastwood), I ponti di Madison County (Bridges of Madison County, 1995, Clint Eastwood), Assassinio sull’Eiger (The Eiger Sanction, 1975, Clint Eastwood), Il buono, il brutto, il cattivo (The Good, The Bad & The Ugly, 1966, Sergio Leone), Gli spietati (Unforgiven, 1992, Clint Eastwood), Lettere da Iwo Jima (Letters From Iwo Jima, 2006, Clint Eastwood), Ispettore Callaghan: il caso ‘Scorpio’ è tuo! (Dirty Harry, 1971, Don Siegel), Changeling – Una storia vera (Changeling, 2008, Clint Eastwood), Flags of Our Fathers (Id. – 2006, Clint Eastwood) e Per un pugno di dollari (A Fistful of Dollars, 1964, Sergio Leone).
In realtà il CD si apre con il brano “Eastwood Overture”, un solenne mescolamento di alcune score di Morricone, Williams, Eastwood padre e figlio e Stevens, arrangiate superbamente da Jean-Jacques Mailliet, con intro epica per tromba solista militare e tutta la sezione degli ottoni in contraltare ai fiati e agli archi in un contrappunto al fulmicotone, che in seguito salgono all’unisono sino ad esplodere in maniera magniloquente e poi rasserenarsi all’improvviso in un turbinio di fiati e archi sottesi che nuovamente, in levare, per il gran finale eroico deflagrano nel tutti orchestrale: un pezzo che racchiude alla perfezione tutto il Cinema di Clint Eastwood e tutta quella musica scritta per le sue gesta eroico-violente-intimistico-meditative-leggendarie.
Lalo Schifrin con il suo celeberrimo funky-jazzy-groove del “Main Theme” da Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan viene esaltato dai virtuosismi di tromba e sax solisti con i brass sinfonici epicizzanti della compagine ceca al massimo livello. Il contrabbasso intimista e nostalgico su tappeto d’archi del “Main Theme” commovente di Jamie Cullum, Eastwood Clint & Kyle e Stevens da Gran Torino si dirada con il sax solo in un secondo tempo che magnifica il romanticismo estremo di uno dei più bei temi scritti da Clint in carriera, insieme a quello de Gli spietati. Gli archi svolazzanti su base jazz intensamente melanconica sono poi l’apogeo di un leitmotiv cantabile dalla bellezza struggente. Poi è la volta di “Doe Eyes Theme” da I ponti di Madison County, composto da Clint con il sodale Lennie Niehaus (scomparso nel 2020 a 90 anni), eseguito per basso solista e in controcanto arioso archi e fiati, con il sopraggiungere del flicorno dapprima e del piano dopo, eccellenti solisti, che straziano l’animo come la storia d’amore del film con Meryl Streep ‘falling in love’ di Clint. Qui ancora una volta la dote romantico-nostalgica di Eastwood padre, come compositore, inneggia non poco. L’arrangiamento di Andrew Mc Cormack del “Main Theme” di John Williams da Assassinio sull’Eiger tra cool jazz e funky-blues, sinfonicamente sul fil di lana, rammenta certe soluzioni orchestral-jazzy di Michael Kamen per album extracinematici: la seconda parte del pezzo è autentico jazz dai tempi veloci per tromba solista, batteria ritmicamente in levare e piano euforico, che esaltano ancora di più lo scintillante leitmotiv poliziesco di matrice jazz già in partenza. Il nostro compianto Ennio Morricone lo si tributa con il “Main Theme” da Il buono, il brutto, il cattivo, con un inizio solennemente leggendario, con trombe militari in controcanto e archi sottesi che svolazzano di tanto in tanto su batteria a tempo su fiati, basso, sax contrappuntistici jazzati alla Lalo Schifrin di Magnum Force per capirci, facendo primeggiare nella seconda metà il piano virtuoso sincopato e gli archi sempre più saettanti su sax e tromba che cantano il tema, distorcendolo ed esaltandolo in un crescendo sinfo-jazz da paura, anche se di Morricone rimane qualcosa soltanto in lontananza grazie all’orchestra che ne delinea i tratti leitmotivici.
Il “Claudia’s Theme” da Gli spietati, come suddetto, è uno dei temi più sentimentalmente malinconici composti da Clint, qui con tromba, contrabasso, archi ondeggianti e sottolineanti il leitmotiv in tutta la sua amorevole attrattiva espressiva, con una seconda parte soft jazz per tromba solista su archi in controcanto delicatissimi e suadenti, che sciolgono anche i cuori più granitici. Quando poi il piano e il basso, in contrappunto sugli archi tematicamente lievi, sopraggiungono il gioco è fatto: non si possono più trattenere le lacrime. Jazz epicamente serio e sinfo-chiaroscurale nel “Main Theme” da Lettere da Iwo Jima di Kyle e Michael Stevens, con un arrangiamento in crescendo molto kameniano che viene spezzato dal flicorno solo che, jazzatamente, celebra la vicenda umana più che quella guerresca della pellicola; idem quando ad entrare è il piano sugli ottoni e archi sullo sfondo eroicamente in levare. Ispettore Callaghan: il caso ‘Scorpio’ è tuo! di Schifrin è già di per sé un tema funky-soul-grooveblaxploitation’ pazzesco che il quintetto e l’orchestra magnificano in ogni tonalità sonora, mantenendone le caratteristiche compositive originarie, con una performance al cardiopalma dove i cinque musicisti giocano a rimpiattino con le sezioni della compagine ceca in una gara a chi ce l’ha più grosso (cos’avete capito? Maliziosi che siete!) il timbro. Una reale goduria uditiva.
Il “Main Theme” da Changeling – Una storia vera di Clint si presenta assai simile nelle nuance al leitmotiv de Gli Spietati, che qui vengono accentuate dagli svolazzi degli archi e dal soft jazz molto anni ’30 nella conduzione del quintetto (quasi) in secondo piano rispetto all’orchestra; il quintetto glorifica il tema con un sound jazzy sul finire del pezzo con assolo di sax, contrabbasso e batteria su controcanto dei brass esplosivo. Il “Main Theme” di Clint da Flags of Our Fathers, rapsodico e funereo, viene decantato dal quintetto con soffusi e meditativi interventi dove predomina la tromba solista su tappeto d’archi e fiati che ne alimentano l’anima celebrativa, subito dopo ammantata di venature squisitamente jazzy con sfarfallii dell’orchestra sullo sfondo e una chiosa bandistica in puro stile New Orleans Jazz afroamericano scatenata e meditabonda al contempo (altro arrangiamento di Waltzing da applauso). Si conclude questa stupenda carrellata musical-eastwoodiana con i titoli di testa cult morriconiani di Per un pugno di dollari, con l’orchestra degli archi e ottoni in versione iniziale elgariana per cedere il passo al quintetto che, frenetico ed esaltato, esegue il leitmotiv principale con esuberante giocosità improvvisativa jazzistica (canto e controcanto dei singoli strumenti) per un finale d’album coi cosiddetti, in cui la compagine ceca in un contrappunto esagitato ne fa di ogni: apoteosi di un CD da possedere assolutamente!    

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