Il ladrone

cover_ladrone.jpgEnnio Morricone
Il ladrone (1980)
GDM 8018163020782
16 brani - durata: 59’21’’

 

Pasquale Festa Campanile (Rugantino, 1973; Bingo Bongo, 1982; Un povero ricco, 1982; Il petomane, 1983)  ha firmato questo lavoro, tratto da un suo romanzo, che ispirandosi ad un tema più serio del solito sembrava poter mostrare un mondo diverso da quello che il regista aveva frequentato per gran parte della sua carriera. Una carriera certamente importante che lo ha visto collaborare, tra gli altri, con Visconti per la sceneggiatura di Poveri ma belli e Belle ma povere (1956-57), di Rocco e i suoi fratelli (1960) e de Il gattopardo (1963). Nella Palestina dell’epoca precristiana, un piccolo imbroglione crede che Gesù il Nazareno sia  in realtà un furfante come lui… ma avrà il tempo di ricredersi e di redimersi, e troverà la morte sulla croce accanto al Cristo.

 

Una pellicola che, affrontando un tema importante, accanto a momenti lirici e intimi accosta una facile e a volte volgare comicità.
Il registro tenuto da Morricone nel comporre le musiche per il film si mantiene però alto e non scade mai in momenti di forzata ironia o di comicità. Una scrittura pulita, affidata principalmente ad archi e fiati, che ricerca una certa essenzialità tematica e dell’impianto armonico. Anche l’orchestrazione risulta molto semplice, primitiva. Come il ritmo che riporta al deserto, al sole che danza, in un movimento quasi ipnotico nel brano “Il ladrone # 2”, o ancora nel canone “I poveri visti dai ricchi” che torna più avanti nel “I ricchi visti dai poveri”: esempio interessante del modo in cui la musica, all’interno di un film, sappia essere capace di esprime un'idea, una poetica. Sappia essere portatrice di significato, anche se mediato da altre forme di espressione (la lingua, nel titolo, il film, attraverso il racconto delle immagini). Una scelta compositiva che ci dice con chiarezza che tutti gli uomini sono uguali, al di là della loro condizione economica, per cui il tema che ci dice come i ricchi sono visti dai poveri e viceversa… è lo stesso, anche se cambia la strumentazione. Una scrittura circolare in cui è possibile ritrovare elementi tematici caratterizzanti come quelli legati al Miracolo, alla figura del Ladrone, di Debora e dei Poveri.  In questo lavoro Morricone, che aveva già collaborato con Festa Campanile almeno in altre due occasioni (La ragazza e il generale, 1967; Quando le donne avevano la coda, 1970) riesce a costruire un percorso musicale, un racconto che è una lunga preghiera, in cui speranza e dolore si fondono insieme in un sorriso amaro, di abbandono e attesa. A chiudere il disco, che nel 2007 ha riproposto questa colonna sonora originale in edizione speciale, il fugato del brano “Super Fulmina Babilonis”  per coro a cappella, uno splendido cammeo che ben si inserisce nell'architettura della OST del film.

 

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