Delitto al ristorante cinese / Delitto sull’autostrada

cover_delitto_ristorante_cinese.jpgDetto Mariano / Franco Micalizzi
Delitto al ristorante cinese / Delitto sull’autostrada (1981/1982)
GDM 2084
18 brani - Durata: 58’40’’

 

Tomas Milian, fra omicidi al ristorante cinese e teppisti d’autostrada, fa “er trucido” su due colonne sonore immerse nelle sonorità degli anni Settanta e caratterizzate da una ricerca melodica onnipresente.

Delitto al ristorante cinese si configura come una serie di sequenze dalla ricerca timbrica molto differenziata. Si parte con sintetizzatori, campionamenti di archi, sonorità orientali stereotipate che intonano il tema del leitmotiv ripreso nella "Seq.2" da una chitarra scordatissima, fra fugaci incursioni di timpani ed echi di gong.
La "Seq.3" lascia spazio alle lamentele discendenti di un cello, con paranoia finale degli ottoni. La "Seq. 4" entra subito in un mood funky accattivante e ossessivo, con un ritmo sincopato limato dagli archi e dalle puntuali esclamazioni degli ottoni, uno sviluppo centrale che vira sulla fusion ed un fraseggio pizzicato e reiterato della chitarra elettrica.
La "Seq.5", tutta basata sul solo del sax, si cimenta in virtuosismi vari, fra registro grave ed acuto, immersa in un jazz nervoso.
Si prosegue su parentesi descrittive ("Seq. 6"), esclamazioni degli ottoni ("Seq. 7"), note mediterranee di pizzicato napoletano ("Seq. 8") ed ancora sintetizzatori in prima linea ("Seq. 9").
Dellitto sull'autostrada parte con una "Seq. 10" funky sostenuta da un tema principale formidabile nella sua incisività, con code di note elettroniche che evocano l’odore penetrante del catrame appena colato.
La "Seq. 11" è una piacevole barcarola di gusto popolare, tutta intonata dai fraseggi ispirati del sintetizzatore.
La "Seq. 12" riprende il leitmotiv della "Seq. 10", dilatandolo con la chitarra elettrica e ricamandolo, in contrappunto, con una seconda chitarra elettrica, prima di cedere il posto allo spleen di alcuni accordi di organo.
La "Seq. 13" si impernia su un tema melodico che galleggia in un’atmosfera totalmente riverberata.
La "Seq. 14" è ancora ripresa del leitmotiv, con chitarra in wah-wah ed articolazioni elettroniche al synth per una coda interminabile.
E poi il bellissimo fraseggio pianistico della "Seq. 15", a cui fa da contraltare una meditazione melodica elettronica da brivido.
Funky circolare, secco e “sporco”sulla "Seq. 16", che accelera il ritmo di marcia e viene sostenuta perfino da una sezione archi.
Micalizzi conferma uno straordinario gusto melodico con la "Seq. 17", un fraseggio notturno del synth che inneggia alla luna nella sua preziosità mistica e poetica.
Chiude la "Seq. 18" ed il leitmotiv funky continua ad esaltarci.

 

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