La guerra di Troia/La leggenda di Enea

cover_guerra_troia_enea.jpgGiovanni Fusco
La guerra di Troia/La leggenda di Enea (1961/1962)
21 brani + 2 bonus tracks La guerra di Troia - Durata: 52’11’’
23 brani + 1 bonus track La leggenda di Enea - Durata: 58’20’’
Digitmovies CDDMO93-1 e Digitmovies CDDMO93-2.

 

Sono due colonne sonore un poco flebili quelle scritte da Giovanni Fusco per i due film d’avventura di Giorgio Ferroni La guerra di Troia e La leggenda di Enea.

Partiamo con La guerra di Troia: gli squilli festosi di tromba, il tema leitmotiv della OST, annunciano una serie di fraseggi drammatici di oboi e ottavini.
E’ il “Prologo” al brano "La guerra di Troia", che riprende, con un coro epico, il brevissimo leitmotiv delle trombe festose, fra esclamazioni perentorie degli ottoni. “La città di Troia” presenta un alternarsi di fraseggi di ottoni con rallentando dilatato finale. “La sfida” vede gli ottoni arrancare, in smorzando.
“Arrivo a Troia” presenta linee melodiche semplici ripetute più volte. “Preghiera di Creusa e arrivo di Paride” nasce sui lamenti dell’oboe per poi innalzare in alto il coro solenne degli ottoni. “Prova di forza” parte con una nota tenuta che dovrebbe creare climax per poi lasciare spazio ai frullati degli ottoni.
“Duello e partenza di Enea” sono affidati ancora al timbro drammatico e mesto dell’oboe. “L’esercito di Enea e battaglia” parte forte sugli ottoni e poi stempera tutto in un anticlimax sonoro pigro, da cui si innalzano le sempre onnipresenti  voci degli ottoni. “Squilli di guerra” è una gran fanfara chiassosa. “L’esercito si ritira” è ancora un alternarsi di crescendo e diminuendo degli ottoni. Perfino nei rimanenti brani il tono del lavoro risulta scarno in quanto ad impostazione armonica, con una densità strumentale non sempre riuscita, dove la tavolozza timbrica risulta troppo iperbolica nell’utilizzo di ottoni in registro quasi sempre acuto e quasi sempre accentati. L’oboe sempre drammatico e gli ottoni sempre roboanti creano, a tratti, pagine stucchevoli. Le scale cromatiche dei legni, gli arpeggi dell’arpa, i rullii di marcia solo abbozzati.
La leggenda di Enea si presenta con discreti fraseggi melodici, parentesi pianistiche, interventi sporadici degli ottoni, brani descrittivi, atmosfere cortigiane e araldiche, ma purtroppo non riesce mai ad uscire da un tono del lavoro che fatica a rendersi agile per sopravvivere oltre il film.

 

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