La banda J. & S. – Cronaca criminale del Far West

cover_banda_j_s_far_west.jpgEnnio Morricone
La banda J. & S. – Cronaca criminale del Far West (1972)
Digitmovies 120
7 brani - durata: 30'19"

 

Sebbene l’idea di calare in un contesto western una sceneggiatura ispirata al mito di Bonny & Clyde da un lato e a Robin Hood dall’altro fosse tutt’altro che scontata,  La banda J. & S. – Cronaca criminale del Far West è stato uno dei lavori di Sergio Corbucci che meno hanno riscosso i consensi di critica e pubblico.  Eppure il regista romano potè avvalersi per l’occasione di un cast di primo piano – Telly Savalas, Susan George e un Tomas Milian che già sfoggiava un contegno degno dei suoi polizieschi comici – e delle morbide musiche di Ennio Morricone, orientate a dare risalto soprattutto al tono ironico del film, come del resto imponeva una tendenza al disimpegno inaugurata da Lo chiamavano Trinità (1970).

Considerando lo stile musicale, dunque, la distanza di questo western dai fasti epici e solenni del periodo d’oro degli anni Sessanta è notevole e ci ritroviamo a fluttuare in atmosfere più rilassate.
Poche battute di “Sonny”, brano avvolgente che segue i titoli di testa, e possiamo subito riconoscere la mano del Maestro, indiscusso caposcuola del genere: su una base sostenuta dalla chitarra acustica e da un grappolo di note suonate dal banjo scorrono lenti il fischio di Alessandro Alessandroni, il coro quasi infantile de “I Cantori Moderni”, l’organo elettrico e il flicorno. Pur rientrando nel filone picaresco, il film offre qualche spunto di maggior spessore. Ad esempio assistiamo ad un’evoluzione nel rapporto tra i due protagonisti. Il bandito solitario Jed (Tomas Milian), all’inizio quasi costretto a portarsi appresso nelle sue scorribande la bella Sonny (Susan George),  riesce in parte ad emanciparsi dalla sua eccessiva rudezza proprio attraverso la scoperta dell’autenticità dei sentimenti verso di lei. Per questo aspetto della storia Morricone scrive due brani romantici di gran classe: “J & S love”, interamente affidato ad una chitarra classica solista, e “Sweet Susan”, dove un’armonica filtrata e un’essenziale linea di piano, preludio ad un arrangiamento a piena orchestra, accompagnano le solitarie cavalcate della coppia. Le rimanenti tracce sono invece legate alle situazioni più grottesche e bizzarre: “Wanted dead or alive” è un brano vivace con un coro spensierato in evidenza e un violino country su base jazzistica; “J & S waltz” è un lungo ed un po’ estenuante valzer; “The saloon’s girls” vede il ritorno del coro burlesco, questa volta in chiave pop, con interventi alternati dell’organo elettrico e della sezione fiati.
Una ripresa in versione ridotta di “Sonny”, già pubblicata su un 45 giri (CAM AMP 101) coevo all’uscita del film, chiude la tracklist.  
Tirando le somme, un disco gradevole e dalle buone vibrazioni, destinato a rimanere nel nostro lettore per più giorni. L’unico aspetto che lascia lievemente insoddisfatti è la sua durata, veramente troppo ridotta: forse sarebbe stato più opportuno pensare ad una doppia colonna sonora in un'unica pubblicazione, scegliendo una OST dello stesso tenore, ad esempio Occhio alla penna (1981). Questo particolare naturalmente non toglie nulla né ai meriti della Digitmovies, impegnata con serietà nel recupero del patrimonio cinemusicale italiano, né al valore artistico della partitura, forse non la migliore tra quelle scritte da Ennio Morricone per il western, ma sicuramente degna della sua fama.


 

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