Passengers

cover_passengers.jpgEdward Shearmur
Passengers – Mistero ad alta quota (Passengers – 2008)
Varese Sarabande 302 066 930 2
17 Brani – Durata: 44’01’’

L’approccio che Edward Shearmur (The Count Of Monte Cristo, Johnny English, Sky Captain And The World Of Tomorrow) sceglie per commentare la pellicola diretta da Rodrigo Garcia e interpretata da Anne Hathaway ripercorre strade già imboccate in passato dal compositore inglese, come la colonna sonora composta per K-Pax, riconfermando la sua capacità nello sviluppo di una scrittura poco invasiva e più che adeguata ad accompagnare il carattere psicologico del film. Il largo utilizzo di archi, i quali interpretano un tema particolarmente seducente e drammatico in “The Wreckage”, o la presenza massiccia e continua del pianoforte, che attraverso una costruzione puntuale e spesso singola, in cui la ricerca del minimalismo è assai ricorrente rispetto alla scrittura d’insieme, generano un’atmosfera particolarmente compatta, tale d’avvolgere l’ascoltatore durante la riproduzione del disco, che si dimostra estremamente scorrevole e piacevole.

Nella sua omogeneità la composizione offre infatti numerose variazioni, tali da rendere interessante il suo continuo evolversi, passando dal minimalismo più psicologico di “Group Therapy”, che unisce la costante presenza del pianoforte ad una componente elettronica molto morbida e a tratti rilassante, ai momenti dal carattere più frizzante, quasi debitori del Thomas Newman di Alla Ricerca Di Nemo, di “Eric At Midnight”, in cui pizzicati, ritmiche cadenzate e delicate e una costruzione melodica davvero brillante donano lucentezza ai vari movimenti che compongono il brano.

Troviamo una svolta più che evidente nella parte finale del disco, infatti con “Norman’s House” e “Erich Remembers” Shearmur ci regala momenti particolarmente accesi, in cui una moderata tensione viene evidenziata grazie alla ritmica pungente e martellante che il compositore inserisce in una sequenza musicale decisamente penetrante, nella quale si alternano movimenti d’archi dalla vena inquietante a questa presenza continua ma minimalista del pianoforte.

Notevolmente brillanti, di ampio respiro e decisamente più corposi i movimenti conclusivi del CD, in particolare “Epiphany” e “At Peace”, caratterizzati entrambi da esecuzioni d’insieme in cui l’orchestra si distingue grazie all’interpretazione di temi dal gusto sereno, rilassante, dalla vena innegabilmente positiva.

Una OST non proprio memorabile quanto a scelte tematiche, ma sicuramente molto piacevole d’ascoltare, grazie alla costruzione musicale molto pulita, in alcuni momenti forse a tal punto da renderla piuttosto minimalista, ma senza dubbio adeguata allo stile della pellicola.

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