Tan Dun/Takemitsu/Hayashi: Concert Works

CoverTAN DUN
Concerto per pipa e orchestra
TAKEMITSU
Nostalgia per violino e orchestra d’archi
Brani inclusi nelle colonne sonore dei film Black Rain, Josè Torres e The Face of Another
HAYASHI
Concerto-Elegia per viola e orchestra d’archi
Wu Man, pipa
Jurj Bashmet, viola e violino
Moskow Soloists
CD ONYCX 4027 (2009)
10 brani – durata: 78’02"

 

Il presente CD della Onyx che vede impegnati il grande violista Jurij Bashmet insieme ai suoi Moskow Soloists documenta in parte uno splendido concerto tenuto dagli stessi artisti russi nel Duomo di Rio nell’Elba nel settembre 2007, nell’ambito della XI Edizione del Festival Internazionale Elba Isola Musicale d’ Europa, una manifestazione a nostro avviso di assoluto vertice nel panorama musicale italiano ed europeo.

Con gusto e sensibilità musicale eccelsa il direttore artistico George Edelman e il direttore musicale Jurij Bashmet (come vorremmo averli a Roma!) avevano accostato i brani "Nostalgia" per violino e orchestra di Takemitsu e "Concerto – elegia" per viola e orchestra d’archi di Hayashi presentati ora dagli stessi interpreti nel CD della Onyx alla famosa "Sonata per l’arpeggione" in versione per viola e orchestra d’archi di Franz Schubert e al "Concerto per due violini" di Bach BWV 1043.
Per molti dei presenti al concerto, il CD trasmette un’allettante occasione per rivivere in parte la straordinaria serata musicale dell’Elba mentre per gli appassionati dell’ottava arte la registrazione della Onyx offre diversi spunti di sicuro interesse.
Innanzitutto "Nostalgia" di Toru Takemitsu (1930 – 1996), brano per violino e orchestra d’archi scritto dal compositore giapponese nel 1987 in memoria dell’indimenticabile regista russo Andreij Tarkovskij e del suo omonimo film su commissione del violinista Yehudi Menhuin e della Scottish Chamber Orchestra.
La registrazione di Bashmet va ad aggiungersi a quella superlativa firmata per la Teldec da Gidon Kremer (CD Le Cinema – Teldec 0630-17222-2) nel 1997 e si fa apprezzare per il suo carattere trasfigurato e poetico. Il compositore giapponese è noto e apprezzato in occidente fin dagli anni sessanta quando il direttore d’orchestra Seji Ozawa fece conoscere al grande pubblico il suo suggestivo "November Steps" per biwa (liuto periforme), shakuhachi (strumento a fiato ricavato da canna di bambù) e orchestra. Nel suo linguaggio Takemitsu riesce a coniugare con successo esperienze del novecento europeo (da Debussy a Messiaen, da Scriabin a Berg) con elementi e suggestioni della tradizione musicale del suo paese. Egli ha composto anche diverse musiche legate al grande schermo fra cui la colonna sonora per il film Ran di Akira Kurosawa.
Il suo brano "Nostalgia" non è inteso come colonna sonora quanto come un omaggio al grande regista russo scritto a pochi mesi dalla sua prematura scomparsa nel 1986. Takemitsu incontra nella sua partitura l’interiore forza poetica e spirituale del film con la costruzione di un tessuto armonico che trasmette in modo superlativo l’atmosfera di Endzeitstimmung in cui la musica si muove sospesa in quel tempo che Tarkovskij riusciva a sigillare e dipingere in modo impareggiabile ed è volta a trasmettere il sentimento della Nostalghia, inteso non nel senso della lontananza o di un passato perduto, quanto di una visione e di un rituale anamnestico in cui il gesto presente abbraccia il ricordo del passato e la speranza di salvezza.
Il violino solo nelle mani straordinarie di Jurij Bashmet trasmette l’idea dell’artista viandante (der Wanderer) alla ricerca del suo ideale, accompagnato nel tono avvolgente degli archi che infondono il carattere elegiaco, pastorale e marcatamente impressionista di una musica che evoca il linguaggio della natura sempre presente nei film di Tarkovskij e che sembra fluire come il ruscello in cui l’indimenticabile regista russo - in perfetta corrispondenza con la filosofia orientale – amava contemplare il riflesso dell’infinito.
Gli accenti mahleriani che caratterizzavano la musica composta da Takemitsu per il film Ran (1985) di Kurosawa sono meno evidenti nella colonna sonora che accompagna il bellissimo e sconvolgente film Black Rain (1989) di Shohei Imamura, dove viene rappresentato il dramma di Yasuko, una giovane ragazza colpita dalle onde radioattive generate dall’ordigno nucleare esploso sulla città di Hiroshima. La "Funeral Music" (brano 7) nel CD presenta un carattere tormentato e vagamente dissonante perfettamente aderente al lacerante contesto del film. Più oleografico appare invece il carattere conferito al "Waltz" (brano 8) scritto per il film Face of Another (1966) di Hiroshi Teshigahara e alla "Music of training and rest" (brano 6) relativo al film-documentario sulla boxe Josè Torres (1959) sempre firmato da Hiroshi Teshigahara.
Nato nel 1931, contemporaneo di Takemitsu e formatosi alla Tokyo University of Arts Hikuro, Hayashi è un musicista meno noto in occidente.
Autore molto prolifico ha scritto numerose composizioni legate alla letteratura come l’opera Le tre sorelle ispirata all’omonimo dramma di Chekhov e ottanta partiture per il grande schermo fra cui particolare rilevanza assumono quelle composte per i film del regista Kaneto Scindo, fra cui ricordiamo The naked Island (1960) e A last note (1993).
Il suo "Concerto-Elegia" per viola e orchestra d’archi composto nel 1995 è stato presentato per la prima volta nel nostro paese nel 2007 da Jurij Bashmet nel citato concerto a Rio dell’Elba.
Il brano rappresenta un importante contributo alla letteratura musicale dedicata a un suggestivo strumento come la viola che l’autore utilizza nel pieno del suo spettro cromatico, anche se a nostro avviso non tocca i risultati eccelsi raggiunti dal Concerto per viola e orchestra di Alfred Schnittke (1986) o dal Concerto per viola e orchestra di Sofja Gubaidulina (1996, eseguito in Italia al Maggio Musicale Fiorentino del 2000), ambedue dedicati al grande solista russo.
La musica di Hayashi evidenzia la ricerca di un linguaggio personale pur nell’influsso della tradizione europea- orientale del novecento riferita in particolare a Bartok e Janacek. Il primo movimento (brano 9) è dominato da una riflessione meditativa esposta dalla viola in dialogo con il pizzicato degli archi che conduce a un singolare crescendo in cui si inserisce il Leitmotiv creato su una terza minore discendente.
Nel secondo movimento la musica dal carattere moderatamente espressivo rimane come sospesa nel vuoto e assorta nel pensiero. Dopo il lungo canto iniziale della viola, in contrappunto con gli oscillanti rintocchi degli archi, si sviluppa in un amletico studio contemplativo per giungere poi gradualmente a un sereno compimento.
Il compositore cinese Tan Dun è un artista polivalente, residente negli USA e cresciuto musicalmente in patria dove è nato nel 1957 a Si Mao nella provincia di Hunan e dove ha studiato al Conservatorio di Pechino per diventare uno dei compositori più rappresentativi della nuova generazione. Si dedica a composizioni per orchestra, opere e colonne sonore.
Particolarmente importante per lo sviluppo della sua carriera è stato il conferimento dell’Oscar nel 2000 per la colonna sonora composta per il film di Ang Lee La tigre e il dragone, così come il grande successo ottenuto dalla sua suggestiva opera Marco Polo, eseguita in prima mondiale alla quinta Muenchner Biennale nel 1988.
Lo stile riflette il suo carattere eclettico e si caratterizza per la grande spontaneità e immediatezza con cui riesce ad accordare elementi della tradizione musicale del suo paese con quelli delle avanguardie occidentali del novecento e per una originalità di linguaggio che non si esaurisce in semplici adattamenti confezionati in convenzionali pot-pourri polistilistici ma che riesce a dare forma a un proprio affascinante universo sonoro.
Il Concerto per pipa (liuto classico cinese in struttura periforme) e orchestra d’archi scritto nel 1995 deriva dalla precedente composizione "Ghost Opera" per pipa e quartetto d’archi che viene ricondotta a quattro movimenti rispetto agli originali cinque e dove gli strumentisti vengono chiamati a mantenere vivo con grida, sospiri, battiti di mani e piedi l’insito carattere teatrale del brano ispirato alla tradizione dei funerali Taoisti antica di quattromila anni , in cui gli sciamani comunicano con gli spiriti del passato e del futuro.
Il carattere rituale si avverte nella musica solo sporadicamente mentre il linguaggio si sviluppa in una sorprendente freschezza congiunta a grande inventiva ritmica e luminosità timbrica.
Davvero suggestivo il terzo movimento adagio, dove il compositore coniuga superbamente una melodia pentatonica con il Preludio in do diesis minore del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach.
Wu Man offre una prova straordinaria del suo grande talento quale raffinata solista del suggestivo strumento a corda e interprete di profonda musicalità nel lavoro di Tan Dun mentre Jurij Bashmet e i suoi Moskow Soloists, guidati da Roman Balashov, conducono l’ascoltatore in una singolare e imperdibile esperienza musicale nel cogliere magistralmente i contrasti di atmosfere timbriche ed espressive e nell’illuminare i singoli brani proposti nel cd con grande virtuosismo esecutivo e profondità di pensiero associati a un suono denso e sontuoso superbamente colto dai tecnici della Onyx.

Stampa