In The Electric Mist

cover_electric_mist.jpgMarco Beltrami
L'occhio del ciclone (In The Electric Mist – 2009)
Varese Sarabande 302 064 202 2
16 brani – durata: 35’04’’

 

Quando vidi The Three Burials Of Melquiades Estrada, l’ottimo film diretto da Tommy Lee Jones, restai notevolmente colpito dalla musica. Trovai lo score creativo e potente, privo di cliché e arricchito da un utilizzo intelligente delle percussioni. La combinazione tra le linee melodiche e le figure ritmiche rendevano benissimo l’idea del viaggio di Peter Perkins. Immediatamente capii di voler lavorare con l’uomo che aveva scritto una musica così bella. Marco Beltrami”. Attraverso parole così risolute e piene di convinzione, frutto di una sorpresa ed una emozione trasmessagli dalle note composte per Le Tre Sepolture, film diretto e interpretato da Tommy Lee Jones, il regista Bertrand Tavernier esprime grande rispetto ed ammirazione per il compositore di I, Robot, Hellboy e Knowing.
Marco Beltrami scrive una delle partiture più intense, avvolgenti, comunicative e al tempo stesso taglienti e stranianti della sua carriera, risultato di un lavoro molto accurato e ragionato, frutto dello studio di sonorità assaporate e assorbite durante la settimana spesa in Acadiana, dove approfondisce le conoscenze della musica Cajun, figlia dell’omonimo gruppo etnico della Louisiana.
In The Electric Mist viene concepita attraverso una serie di passaggi e patti tra musicista e registra chiari e precisi: Tavernier non vuole una musica che sovrasti la narrazione, e chiaramente spiega di voler evitare uno score in stile jazz, né tantomeno un qualcosa che possa essere ricollegato alle classiche serie TV degli anni ’60. Inoltre la presenza del generale confederato John Bell Hood (interpretato da Levon Helm), avrebbe potuto prevedere una sorta di vena patriottica, che il regista ha voluto assolutamente evitare.
Tutte queste indicazioni rendono chiara e precisa la rotta che Marco Beltrami deve seguire per scrivere la musica di In The Electric Mist, una musica che si stacca notevolmente dai luoghi comuni che avrebbero potuto trovare posto nel drammatico mistero che avvolge i fatti accaduti a New Iberia, in Louisiana. L’autore si cimenta nello studio dei pochi ma rappresentativi strumenti tradizionali, quali washboard, triangoli e fiddle; contestualmente si dedica all’ascolto della musica locale, sviluppando così un bagaglio tale da riuscire a far confluire la sua personalissima vena creativa e le sonorità più rappresentative del posto in un’unica, eccellente partitura.

Il movimento più esplicito e forte della composizione consiste in un ostinato eseguito da una modesta ensemble di archi, il quale supporta l’interpretazione del fiddle, generando un tema che diviene l’elemento portante dell’intera composizione. Conosciuto nel brano “In The Electric Mist”, il quale apre l’esperienza d’ascolto, il motivo viene elaborato più volte dall’autore in modo da evidenziare, contraddire, supportare o stravolgere le costruzioni melodiche nelle quali viene inserito, creando di volta in volta atmosfere estremamente drammatiche, dall’aria tetra, nelle quali non vengono a mancare quelle sfumature stilistiche più inquietanti e minimaliste che recano la firma indelebile dell’artista.
Altro aspetto molto interessante è la rappresentazione del soprannaturale, dell’incredibile; il brano “The Confederate Dead” rispecchia tutto questo attraverso una evocazione di situazioni e atmosfere angoscianti e inspiegabili senza ricorrere mai a soluzioni standard o tipiche per il genere. La presenza del solo genera una sorta di effetto straniante, capace di ricreare un clima quasi psichedelico, che al tempo stesso però guarda a paesaggi desolati e impregnati da una umidità paludosa, che rende l’aria pesante e a tratti irrespirabile. La stessa atmosfera riesce a cambiare radicalmente la sua immagine con i solari e brillanti arpeggi di “Fishing With Dave”; il pizzicato che ripropone il leitmotiv principale assume una sorta di lirismo e avvolge durante l’ascolto, creando un clima caldo e rilassante, in netto contrasto con i movimenti che lo circondano.
La combinazione tra violoncelli, sassofono e fiati crea un incastro di voci che sprigiona una grande energia nel brano “Shipwreck”, dove trova spazio una esecuzione splendente e penetrante del tema principale, estremamente comunicativo.

In contrapposizione Beltrami compone una pagina più drammatica e graffiante, arricchita da timbriche miste tra strumenti etnici del posto e canonici. Protagonista soprattutto nei brani “Score Vs. Airboat” e “Out With The N Word”, il pezzo è particolarmente interessante grazie soprattutto ad una costruzione che varia da un momento all’altro proponendo un susseguirsi di situazioni musicali davvero singolari, che passano dall’ostinato per archi che riporta alla mente alcune timbriche dei suoi lavori più celebri, specialmente del brano “Main Titles” da I, Robot, guardando però anche a soluzioni più stranianti figlie di partiture quali The Watcher o The Three Burials Of Melquiades Estrada.
A chiusura dell’album troviamo la canzone “La Terre Tremblante”, composta secondo la tradizione Cajun. Con l’aiuto di Dirk Powell, Beltrami compone un brano sulla falsariga di “J’ai Passè Devant Ta Porte”, un classico del genere Cajun, fornendo all’intero disco la giusta conclusione grazie soprattutto ad una interpretazione vocale di Courtney Granger e Anna Laura Edmiston mozzafiato; non per la bellezza, ma per la viscerale profondità.

In The Electric Mist funge da manifesto di ciò che oggi si spera ancora di ascoltare andando a vedere un film: una musica originale, interessante, legata alle immagini e ricca d’idee, accompagnata da una padronanza dei mezzi ed una tecnica sufficiente a conseguire un risultato di tale livello. Il regista Tavernier dice “Sono sicuro che Jerry Goldsmith, ovunque sia, sarà molto felice di sentire la musica di In The Electric Mist. Felice e orgoglioso del suo discepolo. Lo immagino con un sorriso aggraziato che ha sempre faticato a spuntare sul suo volto”.

Prodotto dalla Varese Sarabande con una tiratura limitata a sole 1000 copie, l’album è stato il primo (assieme a The Stoning of Soraya M. di John Debney) di una nuova serie, disponibile anche come download una volta esaurite le copie classiche su supporto tradizionale.
Arricchito dalle interessanti note del regista Bertrand Tavernier (dalle quali provengono alcune delle affermazioni inserite) e del compositore Marco Beltrami, il quale afferma di aver lavorato con estremo piacere al progetto, il disco offre poco più di una mezz’ora di musica, la quale scivola via regalando grandi emozioni, soprattutto grazie all’interpretazione della Skywalker Symphony Orchestra, la quale con un organico ridotto suona insieme a musicisti Cajun come Dirk Powell, Germaine Jack, Corey Ledet e Christine Falfa Powell.

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