Mesrine: L’instinct De Mort

cover_mesrine.jpgMarco Beltrami & Marcus Trumpp
Nemico Pubblico n.1 – L’Istinto di Morte (Mesrine: L’instinct De Mort – 2008)
Hostile Records/EMI Music France 50999 2655692 5
25 brani – durata: 63’58’’

Lo score composto da Marco Beltrami (Segnali dal Futuro, Hellboy), in collaborazione con Marcus Trumpp, per il film del regista francese Jean-François Richet narrante la storia di Jacques Mesrine (interpretato da Vincent Cassel), noto gangster poco conosciuto in Italia, si avvale di una costruzione particolarmente eterogenea che combina soluzioni sintetiche ad un utilizzo poderoso, massiccio ed estremamente drammatico del corpo orchestrale, dando vita a numerose pagine degne di attenzione.

La mano dell’autore di Io, Robot e Quel Treno Per Yuma si lascia presto riconoscere grazie a soluzioni molto personali ed altre già in parte conosciute nei suoi lavori precedenti, stabilendo da subito una certa familiarità con i sound che circondano le vicende del temibile criminale.
Il tema principale della composizione, interpretato da una generosa sezione d’archi, consiste in un movimento estremamente drammatico, molto lento e straziante, manifesto di una esecuzione cupa e introspettiva delle vicende narrate nella pellicola. Brani come “Instinct of Death” o “Dirty Work” esprimono un’atmosfera claustrofobica e dai toni scuri, che si sposano a meraviglia con le altrettanto opprimenti tonalità del film, nella quale l’attore Vincent Cassel dimostra tutta la sua bravura nell’interpretazione di un ruolo che quasi sembra non potesse essere assegnato a nessun altro.
Beltrami alterna soluzioni sintetiche a motivi minimalisti e a tratti stranianti per pianoforte ed archi, dipingendo sulla tela di celluloide panorami senza orizzonte, nei quali è difficile orientarsi. Saltano all’orecchio flashback da lavori come Terminator 3 – Le Macchine Ribelli, grazie alla presenza di effetti elettronici molto simili a quelli sviluppati per la pellicola fantascientifica del 2003, e al tempo stesso affiorano quelle sonorità più tipiche della sua produzione per horror e dramma.
Molto interessanti sono le virate stilistiche più moderne, che fanno quasi percepire una sensazione da musica action in stile MediaVentures. Si tratta comunque di sensazioni che svaniscono laddove nascono, grazie ad un arricchimento timbrico ed un incastro tra le percussioni più pulsanti e le sezioni d’orchestra finemente cesellato, manifesto di una cura nell’orchestrazione tipica e ricorrente nella produzione dell’autore.
“Waiting For The Ransom” racchiude tutti questi elementi, presentando quella che potrebbe essere definita come la classica musica d’attesa come una sorta di esercizio di stile, nel quale il musicista si cimenta in un incastro in crescendo circondato da tessiture di vario genere, generando una numerosa serie di motivi che dapprima vedono impegnate le sole sezioni d’archi, per poi sfociare in una esplosione strozzata ma prorompente dei tromboni, generando un movimento di grande vigore e profondità. Questa soluzione, come l’unisono dei corni francesi in “In Hiding”, guardano molto alle tipiche sfumature muscolose che l’autore è solito sviluppare per i suoi lavori più tetri e poderosi, dimostrando ancora una volta una capacità interpretativa molto personale, senza tralasciare l’immancabile originalità, che tra costruzioni sintetiche e il costante leitmotiv che suona anche sotto le atmosfere più claustrofobiche, impedisce di confondere il tutto con sapori già conosciuti.

A partire dal brano “Jacques And Janou” la composizione comincia gradualmente ad assumere un sapore molto più poderoso, nel quale la componente action, rappresentata da possenti strappi d’orchestra e vibranti presenze di timpani e grancasse, ha la meglio sull’atmosfera drammatica per archi, nonostante la sua ininterrotta presenza.
“The Military” è uno dei movimenti più espliciti in questo senso, soprattutto per il largo utilizzo di tromboni e rullanti che rappresentano egregiamente l’aspetto marziale dei soldati. Va notato come l’incastro, finemente studiato, riesca a far brillare di luce propria il passaggio portante della composizione nonostante le interpretazioni possenti degli ottoni, riuscendo a mantenere un filo conduttore, punto di riferimento dello score, anche laddove la situazione musicale assume tutt’altro carattere, o introducendo momenti di grande spessore musicale, come l’esplosione mozzafiato in “An Evil Plan”, brano nel quale un lungo ostinato d’archi cresce sempre di più assieme all’unisono dei corni francesi regalando istanti di grande coinvolgimento emotivo prima della maestosa e composta conclusione, assolutamente perfetta per introdurre la più hollywoodiana “Writing The Book”.

La parte conclusiva dell’album si stacca leggermente dal filo conduttore principale trovando sfogo in soluzioni che guardano più all’abitudine occidentale di fare musica per film di questo genere.
Appaiono in modo più incisivo e possente numerosi incastri timbrici e ritmici per timpani, rullanti e costruzioni sintetiche, dando vita a diverse pagine tipicamente d’azione, di cui “Breakout”, “Deauville Casinò” e le drammatiche trombe di “Prison Shootout” sono interessante testimonianza.
Nell’ultimo in questione fanno la loro comparsa timbriche di eccellente fattura, che combinano pungenti e graffianti percussioni alle atmosfere calde e avvolgenti, seppur frenetiche, di timpani ed ottoni dando vita ad una situazione musicale di grande spessore, arricchita da due movimenti, uno ad opera dei tromboni e l’altro degli archi, caratterizzati da una personalità estremamente penetrante.

La colonna sonora composta per Mesrine: L’Instinct De Mort è sicuramente uno dei lavori più interessanti di Marco Beltrami degli ultimi due anni. Dall’ascolto si percepiscono molti elementi di contatto con i suoi lavori Made In U.S.A., dall’incipit poderoso di “Getting Dallier”, in pieno stile Die Hard 4, all’intro possente e grandioso di “Porte de Clignancourt”, che dimostra ancora una volta la spiccata dote dell’autore nello sviluppo di pagine per sezioni d’ottoni muscolose, decisamente protagoniste della scena musicale.
La presenza di Marcus Trumpp come co-compositore fa in parte riflettere; trattandosi di un collaboratore di Beltrami già conosciuto in precedenza (sue le orchestrazioni di Flight Of The Phoenix assieme a Bill Boston e Pete Anthony) ci si potrebbe chiedere quanto dell’uno e quanto dell’altro sia presente nella composizione. Si tratta di un quesito lecito ma sostanzialmente inutile se si considera che Trumpp non ha preso parte a numerose delle composizioni dalle quali provengono diverse idee di quest’opera, Terminator 3 – Le Macchine Ribelli e Io, Robot in particolar modo.
In conclusione si può senza dubbio affermare che lo score composto per la pellicola di Jean-François Richet funge da manifesto di una delle migliori scritture drammatiche degli ultimi anni. La presenza di diversi leitmotiv personali e coinvolgenti, l’intelligente combinazione tra la scrittura action e le atmosfere più tetre e claustrofobiche, e l’ausilio di soluzioni sintetiche prive di sbavature grazie ad un dosaggio ragionato e coscienzioso, fanno di Mesrine: L’Instinct De Mort l’ennesima prova delle ottime capacità tecniche e artistiche di Marco Beltrami.

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