The Twilight Saga: New Moon

cover_new_moon_score.jpgAlexandre Desplat
The Twilight Saga: New Moon (id. - 2009)
Koch 09992320752
21 brani – Durata: 1h 12’ 58’’

Continua l'avanzata cinematografica della saga creata da Stephenie Meyer: giunti al secondo capitolo, i vampiri passano dalle mani di Catherine Hardwicke a quelle di Chris Weitz. Regia annoiata, che tiene conto fin troppo puntigliosamente delle scelte compiute dalla Hardwicke in termini di taglio delle inquadrature, fotografia, montaggio, senza però farle davvero proprie: ne risulta un'opera corretta e gradevole, ma spenta, soprattutto se paragonata al brio scorrevole di Twilight. Cambio al timone anche sul versante musica, dove Carter Burwell cede il posto a Alexandre Desplat (impegnatissimo in questo 2009). E Desplat, al contrario di Weitz, fa avvertire la sua presenza: lascia la strada già percorsa da Burwell con le sue ruvide chitarre e compone una partitura marcatamente romantica, fluida e dolce.
Le differenze tra gli score di Twilight e New Moon sono dunque consistenti, e si ha purtroppo l'impressione che tale scollamento di stile e d'atmosfera sia motivato semplicemente dalla rotazione dei compositori, e non da ragioni narrative o di messa in scena. Lo sviluppo del racconto non giustifica una cesura musicale così netta. Oltretutto, privilegiando sonorità molto più classiche rispetto a quelle di Burwell, i brani di Desplat risultano decisamente meno integrati alla quantità di pezzi pop-rock presenti anche qui in quantità copiosa. Sottigliezze, certamente, e visto l'entusiasmo delle giovanissime fan – anche verso la colonna sonora – c'è da credere che i produttori abbiano avuto ragione, a non farsi troppi scrupoli di rigore.
Al di là della regia gradevole ma fiacca e di uno score a tratti incongruo, il film è di fattura pregevole, si vende con facilità e ancor meglio si lascia consumare. Altrettando pregevole è la musica, il cui brano d'apertura, "New Moon", si impone per carattere e capacità d'affascinare, benché appaia più adatto ad un fantasy avventuroso e fanciullescamente magico (che a tratti ricorda il tocco di James Newton Howard), piuttosto che alle cupezze e ombrosità adolescenziali della Twilight Saga. Del resto, Chris Weitz e Desplat avevano già lavorato insieme a La Bussola d'Oro.
Si fanno poi notare l'intima "Werewolves" che, intelligentemente, calca la mano non sull'irruenza fisica dei lupi ma guarda invece alle suggestioni misteriose della cultura Quileute, e il "Volturi Waltz", che connota con eleganza la pericolosissima congrega di vampiri italici.
A nutrire le fantasie romantiche delle fanciulle appassionate, equamente divise tra innamorate di Edward e di Jacob, arrivano poi "Edward Leaves", "I Need You", "Break Up", "Memories of Edward".
Si attende ora con curiosità il terzo capitolo Eclipse: senza pretendere miracoli da una serie cinematografica che, è utile ricordarlo, si basa su un materiale letterario certamente non eccellente, sarebbe buona cosa trovarsi di fronte a scelte produttive più coerenti o quantomeno più chiaramente motivate, e non solo preoccupate di impacchettare a dovere un nuovo prodotto da dare in pasto alle quindicenni.

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