Aliens in the Attic

cover_aliens_in_the_attic.jpgJohn Debney
Alieni in Soffitta (Aliens In The Attic – 2009)
Varese Sarabande 302 066 982 2
26 brani – durata: 43’57’’


Da diversi anni ormai il nome di John Debney (The Passion Of The Christ, Meet Dave) viene associato principalmente alle produzioni più commerciali e, in particolar modo, destinate ad una fetta molto ampia del pubblico, vedendolo quindi impegnato nello sviluppo di pagine musicali per il commento di pellicole destinate alla famiglia.

Diretto da John Schultz (Il sogno di Calvin, Drive Me Crazy), la divertente pellicola a metà strada tra la commedia e la fantascienza, principalmente interpretata da teenager, gode di una trama convincente e piacevole, che pur non avendo riscosso un grandissimo successo riesce comunque a piazzarsi tra le meglio riuscite dell’anno nel suo genere.
John Debney non manca al suo consueto appuntamento con lo sviluppo di pagine musicali aggraziate, gradevoli e intelligenti, che racchiudono numerose componenti di diversa natura, spaziando tra gli stereotipi della fantascienza spaziale, le ritmiche rock che commentano le numerose gesta dei ragazzi impegnati nella lotta contro gli invasori e brillanti intrecci sinfonici che ancora una volta confermano le innegabili doti del celebre autore di Corsari.
Fin dai primi istanti l’ascolto dell’album edito dalla Varese Sarabande offre numerosi elementi degni di attenzione; “Opening” introduce l’opera attraverso uno sviluppo tematico tipicamente marziano, che passa dalle sonorità debitrici di Mars Attacks!, composte per gli alieni del film di Tim Burton da Danny Elfman, alle sfumature spaziali fortemente eroiche in tipico stile Star Trek (per il quale Debney prese parte in uno degli episodi della serie The Next Generation nel 1994).
L’introduzione ragionata e intelligente, anche ricca di citazionismo se vogliamo, del primo brano viene seguita dal brillante “Main Title”, che introduce con un carattere decisamente rock la componente giovane e terrena del film, seguita da un intreccio tematico esclusivamente sinfonico lucente e gioioso, ricco di pizzicati e timbriche puntuali e precise, che nelle interpretazioni delle retrovie celano un lieve accenno al tema degli alieni.
Tipica e brillante, la musica di commento prettamente da commedia di “Nate And Family Arrive” si confronta presto col contrasto delle pagine più cupe di “Aliens On The Roof” e quelle più poderose di “Roof Fight”; nello sviluppo delle ritmiche action, miste a sessioni brillanti assai muscolose, Debney non nascone uno spiccato riferimento alla sua Zathura, soprattutto quando le marziali ritmiche, arricchite dalle potenti trombe, di “Anti-Gravity” riportano alla mente il più vibrante dei brani della colonna sonora del 2005: “Meteor Shower”.
Decisamente interessante la citazione de “La Danza Delle Sciabole” composta da Aram Khachaturian, in “Remote Control Ricky”, che si fonde perfettamente con il brano, dal commento in tipico stile mickeymousing.
Altra componente che l’autore gestisce con innegabile competenza è l’elettronica, che nel pezzo “Interrogation” gode di un fascino tale da riuscire ad inserirsi senza particolari sforzi all’interno delle sequenze più sinfoniche, introducendo piacevolmente l’esplosiva “Nana Barges In” e tornando a fare la sua comparsa nei brevi “Sheriff” e “Jake After Assassin”.
Si ripresentano anche quelle costruzioni più frizzanti e maestose che hanno caratterizzato alcune delle pagine più imponenti composte dall’autore, come “Mentos Attack”, epica e prorompente, innegabilmente ispirata alla sua The Scorpion King.
L’ascolto della partitura si fa ancor più coinvolgente nei movimenti conclusivi dell’album, dove vengono raggruppati i leitmotiv più drammatici ed eroici, nei quali confluiscono le componenti elettroniche (rappresentanti delle forme di vita aliena) e quelle più briose ed eroiche (che invece commentano le gesta dei giovani ragazzi).
Anche qui non mancano interessanti colpi di scena, che spaziano dalle esplosive citazioni di “Bishop’s Countdown” dall’Aliens di James Horner (nel brano “Tom Shoots Skip”) alle imponenti conclusioni per grande orchestra dello stesso pezzo, degna introduzione della più variegata “Fight Of The Giants”. Nell’intreccio, particolarmente fitto e ricco di componenti ben amalgamate tra loro, tornano alla mente le ritmiche pulsanti di Sudden Death, prima della spensierata conclusione di “Sparks Waves” e dell’inaspettata “The End??”, con improvviso colpo di coda.

I circa 44 minuti di musica contenuti nell’album scorrono rapidamente e con estremo piacere, regalando numerose emozioni e citazioni di grande effetto.
John Debney continua a sfornare lavori che, sebbene non superino il livello di un buon artigianato, convincono sotto ogni punto di vista, risultando tanto funzionali nella pellicola quanto piacevoli nell’ascolto isolato.
Da tenere presente la particolare bravura nel gestire le differenti parti che compongono lo score, di diversa natura, riuscendo a far sì che l’orchestra, i pezzi rock e le componenti sintetiche riescano a convivere in modo assolutamente armonioso e sempre piacevole, pur non essendo particolarmente originali.
In definitiva una colonna sonora piacevole, che ben si affianca al film che commenta quanto a tema e pretese, nella quale spicca la bella e incisiva esecuzione della Hollywood Studio Symphony Orchestra diretta dallo stesso Debney.

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