Dieci inverni

cover_dieci_inverni.jpgFrancesco De Luca & Alessandro Forti/AA.VV.
Dieci inverni (2009)
Rai Trade/Edel CRT 311
22 brani (15 di commento + 7 canzoni) – durata: 58’49”



“...una composizione di stampo impressionista, alta ma allo stesso tempo semplice, lontana il più possibile da soluzioni esplicitamente esibitorie delle passioni...” così commentano nel libretto del CD la colonna sonora di Dieci inverni i suoi due compositori, Francesco De Luca e Alessandro Forti.

Aggiungerei una composizione talmente delicata ed eterea da attraversare l’animo dell’ascoltatore e suscitare una serie di emozioni forti e contraddistinte, tali da struggere, senza troppi mielismi, ad ogni ascolto successivo. E’ vero, una composizione a tratti semplice, ma non per questo banale, anzi capace di trascinare e far rivivere, più che le vicende narrate nella pellicola, le sue sensazioni, sottolineando “l’intimità dapprima inconsapevole, infine irrinunciabile, che abbraccia i due protagonisti del film attraverso l’arco di dieci inverni” come descrivono egregiamente, sempre nel libretto, i due autori delle musiche. Sarebbe inutile citare un brano piuttosto che un altro dei quindici composti da De Luca e Forti, perchè tutti insieme, ascoltati uno dopo l’altro (scelta intelligente quella di non spezzarli con le canzoni presenti nell’album, così da non svilire l’unicità tematica e la sua linearità esecutiva!), creano una lunga suite per pianoforte, archi, legni e fisarmonica in una performance cameristica di notevole fattura. 15 composizioni davvero belle e intense che toccano le corde emotive più alte e che commentano alla perfezione la storia di un amore vissuta da Michele Riondino e Isabella Ragonese tra i calli veneziani e Mosca. Le cinque canzoni scritte ed interpretate dai Vinegar Socks (voce e chitarra: Jordan De Maio, violino: Paolo Petrocelli) sono una sequela di pezzi folk in lingua inglese molto romantici e ricchi di pathos, con quella sensazione di viaggio on the road senza fine al loro interno. E l’aggiunta di mandolino e contrabbasso in alcuni brani ne intensifica la sensazione.
Veniamo alle due canzoni di Vinicio Capossela (presente nel film in qualità di attore), in apertura e chiusura del CD, cantautore e polistrumentista italiano che molte volte ha prestato la sua voce e la sua poetica canora al cinema (Tre uomini e una gamba, E allora mambo, L’ora di religione): “Moska Valza” e “Parla piano”, la prima dissacratoria e freneticamente psichedelica, la seconda atmosfericamente tenue e alla Paolo Conte, con un testo poeticamente intimista. Un racconto canoro intenso che racchiude in se tutte le emozioni della storia d’amore del film, una sceneggiatura parlata più che cantata fatta di grandi verità e frasi fatte che non vorremmo smettere mai di sentirci dire quando si è innamorati confusi.

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