Incredibles 2

cover incredibili 2Michael Giacchino
Gli Incredibili 2 (Incredibles 2, 2018)
Walt Disney Records
36 Brani – Durata 75' 09''

Da quando Michael Giacchino usa più frequentemente instagram per annunciare i suoi ingaggi musicali agli appassionati di musica e di cinema, è stato impossibile non fremere guardando il post del 27 ottobre 2016, in cui informava che avrebbe composto la colonna sonora del film Incredibles 2.
A distanza di 14 anni, Brad Bird riporta nelle sale la famosa famiglia di supereroi, in un mondo stilisticamente anni '60, ma nelle tematiche più moderno e fresco che mai.
Mentre al botteghino il film fa incassi da record, noi analizziamo il formidabile lavoro di Michael Giacchino. La score si compone di 26 brani presenti nel film e di altri 10 brani bonus.

Il film si apre con il pezzo “Episode 2”, che accompagna sullo schermo i loghi della Pixar e della Disney. Si tratta di una interessante rivisitazione dell'originale “Logos” dall'album del primo film, ma qui in versione più ritmica e con toni decisamente più spionistici: entrano in sottovoce i timpani con il leggero battito di bacchetta sui piatti, per poi esporre con i flauti, fra armonie blues di chitarra elettrica, uno dei leitmotiv principali degli Incredibili. E' un'entrata molto cauta che poi culmina con un crescendo di trombe, che si esaurisce lasciando spazio di nuovo ai flauti che chiudono con un altro leitmotiv principale. Durante l'ascolto ci rendiamo conto, grazie alla magia che ha creato Giacchino, che stiamo nuovamente per tornare in quel mondo fantastico che ci aveva lasciati tempo fa con una domanda: gli Incredibili hanno affrontato il Minatore? Qui è necessario aprire una parentesi per capire una citazione musicale che Michael Giacchino ha fatto nelle prime tracce: prima che Brad Bird avesse intenzione di elaborare un sequel, l'azienda di videogiochi Iron Heavy Studios aveva sviluppato un gioco noto come Gli Incredibili 2: L'ascesa del Minatore, per il quale Giacchino aveva composto alcuni temi, tra cui uno nuovo specifico per il personaggio di Siberius (Frozone nell'originale). Quel gioco sarebbe dovuto servire come ipotetico sequel, un “what if” legato alla fine del primo lungometraggio. Tuttavia la trama del sequel cinematografico è totalmente diversa, ma Giacchino ha deciso di riutilizzare quel tema di Siberius, forse per ricordare ai fan nostalgici più attenti anche quella parte del passato legato al franchise.
Tornando alla score, il successivo brano “A Tony Perspective” ci racconta gli ultimi due minuti del film precedente dalla prospettiva del personaggio di Tony Rydinger. Giacchino, già in questa traccia ci mostra come in questo film ci sarà molta azione e molto jazz, molto di più rispetto a 14 anni fa. Un momento di calma e riflessione di archi e flauto sul tema principale viene spezzato da luccicanti trombe, tromboni e sassofoni. La distribuzione spaziale degli ottoni nello stereo ci fa comprendere che Giacchino ha utilizzato una formazione da concerto di Big Band tipica delle orchestre jazz: il compositore ha intenzione, vedremo, di sfruttare tutti gli strumenti che ha a disposizione e metterne in risalto i punti di forza. Nella traccia “Considered Yourselves Undermined!”, che inizia con il classico titolo d'apertura sul tema principale, vengono esposti i leitmotiv di Siberius (che abbiamo anticipato prima) e del Minatore, quest'ultimo chiaramente ripreso dalla precedente score. Le percussioni sono dominanti insieme agli ottoni, infatti l'uso della batteria dà il ritmo all'80% dell'album. Mentre questa scelta non andava a genio con il film Spider-Man: Homecoming in cui il compositore fece la medesima proposta stilistica, in questo caso incastrare nel ritmo l'orchestra è funzionale al fatto del voler ricreare atmosfere spionistiche e legate al mondo del jazz. Il tema del minatore appare dopo i primi 30 secondi incastonato nella ritmica dai tromboni e dalla tuba, poi ripreso successivamente dai sassofoni sul tappeto tremolante degli archi. Il tema di Siberius compare invece al minutaggio 2:23. Sono presenti già qui tutte le chicche di Giacchino: gli accordi di settima minore, il frequente uso di sordine negli ottoni, le trombe squillanti acutissime. In tutto il brano si percepisce una freschezza armonica e timbrica che a Giacchino mancava da un po' di tempo a questa parte, almeno per chi scrive questa recensione.
Passando per le sonorità quasi starwarsiane ma minimali di “A Matter of Perception”, il tema di Elastigirl (che nel film è la protagonista principale), la vera novità “incredibile” di tutta la score, compare per la prima volta nella traccia “This Ain't my Super-suit”, la quale rivela tutta la sensualità dei violini che mantengono un certo grado di eleganza sonora, muovendosi sopratutto fra legati e passaggi di tono che evocano un senso di elasticità (anche se Elastigirl la chiamerebbe “flessibilità”). Ed è proprio sulla flessibilità che verte tutta la colonna sonora del compositore: le tonalità, i chiaroscuri, gli ottoni carichi di jazz, i fiati così drammatici e di piacevolissima presenza. La traccia “Elastigirl is Back” rivela tutta la forza propulsiva del tema di Elastigirl, stessa forza che troviamo in “Train of Taut” in cui sono esaustive le soluzioni di orchestrazione.
Il tema di Screenslaver, il villain principale della pellicola d'animazione, è invece presentato in “Ambassador Ambush” e “Searching for a Screenslaver”, composto di sole 4 note che si muovono in un ciclo continuo che rischia davvero di ipnotizzarci all'ascolto. Ancora una volta è dimostrato che i temi di poche note sono spesso quelli più efficaci. Un altro momento di calma, dopo la frenesia blues, è “Hero Worship” che ci fa tornare ad armonie più intime tipiche del precedente capitolo.
Anche in “Renouncing the Renunciation” possiamo osservare lo sguardo di Giacchino verso le colonne sonore dei '60 di stampo jazz-spionistico: sembra quasi di sentire Henry Mancini con quei clarinetti, complici con i flauti, che descrivono rapidi tocchi di colore. Torna anche qui il tema di Siberius, citando tra l'altro uno dei momenti musicali del videogioco da cui è ripreso.
Carica di tensione, così come molte altre, “Elastigirl's Got a Plane to Catch” che, giocando sempre sui colori, lascia sospesi nell'azione tutto il tempo. Alla traccia “Happily After-Deavor” ritroviamo il tema della vittoria “Incredible Success” ripreso dal precedente episodio, che evidenzia il lieto fine della storia. Così come la divertente citazione al finale originale, “Out and Bout”, che ci proietta direttamente sugli “Incredits 2”, la suite (forma tanto amata da Giacchino) che ci propone tutti i temi presenti nella score, dando modo al compositore di divertirsi e di giocare con le sue luccicanti creazioni, sfruttando al massimo tutti i componenti dell'orchestra. E' evidente che in questa score Giacchino si sia sentito più libero di esprimere la sua creatività, per due ragioni: la prima è data dal fatto che si tratta di un film di animazione, un genere che permette di sperimentare colori che oggi, nei film live action (fatta qualche eccezione), sarebbero troppo scanzonati; in secondo luogo questa libertà tematica a tinte luminose e audaci, è dovuta all'indipendenza del compositore, che in questo caso non deve scrivere musica attinente allo stile di franchise preesistenti (come nel caso dei vari Star Trek, Rogue One, Spider-Man: Homecoming e della saga di Jurassic World).
In questo esplosivo capolavoro, nelle note di Giacchino si percepiscono la profonda autonomia ed emancipazione dal confronto continuo con i propri numi tutelari (John Williams e Jerry Goldsmith su tutti), per tornare in un terreno che gli appartiene, ormai, perché questo compositore italo-americano ha dato più volte prova della sua abilità nella musica da film di spionaggio (in primis Gli Incredibili, Mission Impossible 3 e Mission: Impossible – Ghost Protocol). E' tornato alle profonde corde di Up e di Ratatouille, regalandoci all'ascolto un espressionismo musicale che (troppo) pochi compositori di colonne sonore oggi possono vantare.

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