In Loving Memory...

cover in loving memorySusan DiBona & Salvatore Sangiovanni
In Loving Memory... (Ek poshla rupkatha, 2017)
Sonitus SON 187/17
14 brani – durata: 27'31”

Ci sono colonne sonore che già dal primo ascolto ti entrano inesorabilmente sotto pelle; ti colpiscono nell'animo senza più abbandonarti; ti straziano di quel 'dolore' che però non fa male bensì è liberatorio! Le ascolti una, cento, mille volte e non le lasci andare più, perché sai che 'sentirle' non può far altro che farti stare bene e strapparti ogni pensiero angosciante, stressante e addolorante, seppur nella sua musicalità quella colonna sonora contiene una forte melanconia persistente.

Nella mia vita di appassionato e collezionista di musica per immagini, di queste score così abbaglianti e meravigliosamente intense ne ho incontrate molte, ad esempio Lettere d'amore e Nemicheamiche di John Williams, Forrest Gump di Alan Silvestri; quelle partiture che ascolti non soltanto con le Orecchie ma soprattutto col Cuore, ben proteso a farti battere in petto tutte le emozioni che si attanagliano dentro e che, attraverso le loro note, ti liberano da ogni preoccupazione, turbamento e contraddizione giornaliera, lavorativa e privata, con un pianto incessantemente gioioso. Non a caso ho citato le suddette OST williamsiane e silvestriana, non solo per i motivi summenzionati ma perché la score che sto recensendo appartiene a pieno diritto a quelle partiture che entrano in punta di piedi nel nostro IO e non se ne vanno più, anche col passare degli anni. E la colonna sonora del corto drammatico del 2017, In Loving Memory... (Ek poshla rupkatha), del pluripremiato regista e poeta indiano Chandradeep Das, scritta da Susan DiBona & Salvatore Sangiovanni, contiene non poche parentele leitmotiviche con le opere intimiste e carezzevoli di Williams e Silvestri, almeno nelle atmosfere armoniche e timbriche emotivamente ricche di pathos avvolgente. Coppia nella vita e nel lavoro, l'americana DiBona e il calabrese Sangiovanni, due talenti cine-musicali che hanno all'attivo più di una trentina di colonne sonore tra cinema, serie tv, corti, spot e documentari, soprattutto produzioni indipendenti, a tratti marginali e confinate nello sci-fi, thriller e horror (vedi il loro regista di riferimento, Domiziano Cristopharo per il quale hanno curato le ottime partiture per The Transparent Woman e Mad Macbeth), sanno perfettamente come aderire musicalmente alle immagini che commentano, pur spaziando tra i generi. Avendo avuto la fortuna di venire a conoscenza dei loro lavori su varie tipologie di commissioni per il piccolo e grande schermo, devo dire, senza paura di essere smentito, che questa soundtrack di quasi 30 minuti per il cortometraggio in esame, è il loro commento più sentito, profondo e superbo. Le motivazioni le ho già ben delineate in apertura della mia recensione, quindi non sto a ripetermi; difatti la storia messa delicatamente in scena dal regista indiano, narrante  di un'anziana solitaria e morbosa che commissiona la propria tomba, fino a che una mattina scopre qualcosa di insolito vicino a lei che le cambia totalmente l'esistenza, viene musicata quasi ininterrottamente dai due compositori in maniera eccelsa e senza sbavature mielose e banali tipiche di score deputate a tale compito. Solo i Grandi Cuori Musicali possono descrivere Grandi Storie Emotive! E DiBona & Sangiovanni ci sono riusciti pienamente in questo corto vincitore di diversi premi prestigiosi internazionali: fin dal tema portante (“Into the Memories”) che si apprezza in tutta la sua intensità pianistica e violinistica (gli assoli di violino sono eseguiti magistralmente da Paolo Montefusco), su tappeto d'archi campionati, flauto e arpa, si dipana una melodia dai richiami silvestriani e williamsiani insieme (appunto Forrest Gump e Nemicheamiche). I restanti 13 brani sono un continuum sonoro avvincente e toccante in cui solo di rado i due talentuosi autori e musicisti si lasciano andare all'uso di strumenti tipici della tradizione indiana, ad esempio il sitar, per sottolinearne la provenienza registica e narrativa. In questo viaggio melodicamente coinvolgente e spirituale, appare un altro leitmotiv, “Memory Waltz”, in cui la fanno da padrone ancora il piano e il violino, uno controcanto dell'altro in un valzer armonioso e commovente, supportati dal flauto che suona malinconico. Questi due temi si abbracciano, si distaccano e si rincontrano durante lo scoring con una maestria compositiva che dovrebbero far loro diversi autori di Film Music attuali che credono di raggiungere il pathos tra le immagini mettendo due   note di pianoforte una dietro l'altra su un infinito loop synth, così creando enfasi a sentir loro; invece creano solo noia e banalità perché nessuno studio serio e gavetta vi è alle spalle. Invece Susan DiBona & Salvatore Sangiovanni ne hanno fatta tanta e si sente: qui siamo alla presenza di Vera Musica per Film!

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