Le fatiche di Ercole & Ercole e la regina di Lidia

Enzo Masetti Cd, Colonna sonora, Le fatiche di Ercole & Ercole e la regina di Lidia, Enzo Masetti
Digitmovies CDDMO57-1/CDDMO57-2
Le fatiche di Ercole (1958)
41 brani di commento + 5 bonus tracks - durata :1h 13’ 51”



Ercole e la regina di Lidia
(1959)
29 brani di commento + 4 bonus tracks - durata 53’ 51”

Digitmovies presenta un doppio cd dedicato alle colonne sonore originali del Peplum italiano, un genere di grande successo fra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta. Ecco a voi Le fatiche di Ercole ed Ercole e la regina di Lidia, con protagonista il muscolare Steve Reeves sostenuto dalle musiche di Enzo Masetti. Le fatiche di Ercole è un ottimo esempio di interpretazione orchestrale e di lavoro artistico basato sulla ricerca di atmosfere, umori, situazioni sonore sempre differenti. Colpisce nel segno la poliedricità di Masetti, che si cala nell’arena di Ercole pienamente conscio del tourbillon di emozioni ed avventure che lo aspettano.
Potete accomodarvi sugli archi urlanti e discendenti dei “Titoli”, fra variazioni ritmiche accattivanti, percussioni tumultuose e parentesi melodiche ampie, ispirate e gloriosamente epiche. Ed ecco le note frettolose e in crescendo dilatato, spezzato, a tratti sospeso nel gusto melodico di un leitmotiv eccellente e spesso associato al personaggio di Iole (“Apparizione di Iole” e “Ercole salva Iole”). Non mancano momenti di sapore trobadorico, con atmosfere cavalleresche e marce aggraziate (“Racconto di Iole/Atleti”), alternati ad altri più rarefatti o mirati alla ricerca timbrica e sonora (i pizzicati de “Il Vello d’Oro” o la densa e tesa tensione timbrica del contrabbasso in “Ercole recupera i suoi compagni”). Il leitmotiv si svela in tutto il suo splendore negli archi di “Al tramonto” e viene più volte ripreso e variato da diversi strumenti (oboe, ottoni), mentre risultano particolarmente intensi i momenti di maggiore climax musicale, dove giganteggiano gli ottoni (“Massacrati dal leone e rabbia di Ercole”, “Uragano”, “Ercole distrugge il tempio e finale”). Ci sono anche un estroso e mitico “Coro dei marinai”, parentesi caricaturali (“Marcetta e alla corte delle Amazzoni”), allegri giocosi (“Inseguimento scherzoso”), immersioni contemplative (“Il laghetto”), barriti di ottoni (“Ritorno alla nave”), timbri spiritati (“Coro di Amazzoni”), tessiture arcane e fatali (“Pelia prende la Cicuta”), fraseggi idillici e sognanti di violini (“Amore fra Giasone e la Regina”). Le perle assolute sono il pathos di “Morte di Chitone” e “Il Balletto” sincopato.
Ercole e la regina di Lidia parte con percussioni cupe su violini drammatici, fra sussulti di flauti e clarinetti per poi approdare a “Titoli” sognanti su una preziosa voce femminile, per un leitmotiv dalla melodia serena ed estesa, ripresa con umore malinconico in “Nostalgia”. Molto inquieta “Le porte dell’Averno”, affidata ad un flauto solista “La culla”, intermezzata da climax sonori “Il bosco magico”. “In navigazione per la Lidia” è tutta innestata su percussioni intonate e parentesi di archi preoccupati, “Laerte sulla biga” parte in accelerando per poi sfociare in un finale trionfante. Fra i brani più incisivi “A corte”, tra contrasti ritmici e soli di violino e clarinetto, in un dialogo acuto e impreziosito da una coda ricamata di trilli. Bellissimo “Fuga verso la libertà”, in un crescendo mitico e ispiratissimo con ripresa del leitmotiv. Nel complesso però, rispetto a Le fatiche di Ercole, il tono del lavoro risulta essere di stampo più tradizionale nella ricerca di ambientazioni e caratterizzazioni sonore.

 

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