Morricone 60 Years of Music

cover morricone 60Ennio Morricone
Morricone 60 Years of Music (2016)
Decca Records
CD: 23 Brani - durata 73’00”
DVD: “Morricone & Tarantino at Abbey Raod Studios”

Facciamo subito una premessa: assemblare un lavoro che sia “celebrativo” per una leggenda vivente come il Maestro Ennio Morricone è impresa ardua. Così, dopo il meritatissimo (e tardivo) primo Oscar (escludendo quello del 2007 alla carriera) per il giallo-western di Quentin Tarantino, The Hateful Eight (2015), per il compositore romano giungono i 60 anni di splendida carriera.

Iniziative mediatiche, vitali concerti in giro per l’Europa alla soglia dei 90 anni, un documentario di prossima uscita firmato dall’anima gemella cinesonora Giuseppe Tornatore e… questo Morricone 60, disco che sigla la collaborazione del Maestro con la casa discografica Decca Records, iniziata proprio con la produzione dello score del film di Tarantino nel 2015. Morricone dirige la Czech National Symphony Orchestra, riarrangiando senza snaturare troppo 19 sue composizioni che alternano evergreen come gli score dei film di Sergio Leone (e guai a chiamarli “spaghetti western”!) a composizioni più recenti, con ovvio inserimento del brano principale di The Hateful Eight (e il recupero da The Thing di John Carpenter). Si ascoltano così le immortali note delle composizioni morriconiane con sentimenti contrastanti. Se da un lato i brividi non smettono di scorrere di fronte alle sonorità dell’oboe di The Mission, all’armonica di C’era una volta il West, agli impasti di voci tra soprano e cori, dall’altro ci troviamo di fronte a un’iniziativa molto poco entusiasmante.
Innanzitutto la confezione: il disco è acquistabile in diversi formati: vinile, CD o l’uno o l’altro con l’aggiunta del DVD. Ma il video non documenta affatto uno dei live di questo emozionante tour che si concluderà il prossimo marzo 2017 (per adesso), ma uno special con il maestro impegnato con le registrazioni negli studi di Abbey Road (occasione per inserire la sua “stella” nel firmamento della mitica Walk of Fame), alternate a dichiarazioni dello stesso, dei produttori della Decca e del presentissimo Quentin Tarantino, felice come un bambino per aver ottenuto la collaborazione del suo compositore preferito, del quale ha utilizzato decine di brani editi al servizio dei suoi film precedenti. Un filmato di 75 minuti che però non giustifica il sovrapprezzo dell’”evento” e sarebbe stato più a propria naturale collocazione in uno degli extra del Blu-ray o DVD del film The Hateful Eight. Il packaging è molto povero, con un sottilissimo digipack screziato di sfumature dorate e raffigurante il maestro nella sua attuale immagine più celebre (utilizzata anche per la copertina dell’autobiografia “Inseguendo quel suono”), in cui intima al fruitore di “fare silenzio”, un po’ a volerci dire che è la musica la sola “voce” che conta. A completamento dell’essenzialità, un booklet ridotto all’osso, che si limita alla lista dei brani e dei credits. Come già detto, i contenuti del disco non sono snaturati ed è sempre un’esperienza estatica ascoltare tali note, per lo più se impastate dallo stesso genitore, a fronte di inutili raccolte risuonate il più delle volte in maniera povera da svariate orchestre nel corso dei decenni. Ma proprio non aver modificato troppo e aver rifatto se stesso non consente a Morricone di consegnare questo lavoro agli annali. E non può certo bastare un disco di reincisioni per festeggiare un traguardo di tale incredibile portata. Superare iniziative quali il poderoso volume “Morricone. Cinema e oltre” (Electa Mondadori) del 2007 o la monumentale raccolta in 15 dischi “The Complete Edition” (GDM), uscita l’anno seguente è difficilissimo. Un “Greatest Hits” del Maestro sarà sempre lacunoso e seppur presentando composizioni che è impensabile escludere, ne sacrificherà altre altrettanto valide magari sconosciute anche per la scarsa fama dell’opera che hanno accompagnato.
Con riferimento ai contenuti, il disco si apre con una selezione da Mission (tre brani), che nulla aggiunge e nulla toglie alle originali del film di Joffè. Si procede con una cavalcata (è proprio il caso di dirlo) dei temi principali dei film di Leone (decisamente inferiore Il buono, il brutto, il cattivo, mentre risultano accattivanti le rielaborazioni da C’era una volta il West e Giù la testa). Dopo l’immancabile dittico di Nuovo Cinema Paradiso, Ennio procede con tre inserimenti meno scontati: le ottime “Chi mai” (da Maddalena), “Abolicao” (tema di Queimada) e l’inconsueta “H2S” (dall’omonimo film). Ancora due brani da Metti una sera a cena (tra le cose migliori in assoluto e con inserimento del tema “Croce d’amore”, tanto caro al maestro) e l’ultra-classico “Deborah’s Theme” da C’era una volta in America. Si conclude con due brani dall’ultimo lavoro di Tarantino, con il tema principale leggermente accelerato e forse migliorato. Le quattro bonus-track in versione originale (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, La Califfa e il “Death Theme da Gli intoccabili) risultano un inserimento pressoché inutile, al di là del loro valore. A conti fatti non è certo un lavoro indispensabile per gli estimatori del maestro e sarebbe stato forse più indicato documentare uno dei live che hanno restituito un Morricone giovane, combattivo e ispirato, uno splendido ragazzino di 88 anni che non ha ancora smesso di sorprenderci.

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