Elizabeth

Cover ElizabethDavid Hirschfelder
Elizabeth (id. - 1998)
London 289 460 796-2
15 brani – durata: 62'11"

Potente, drammatica, a tratti eccessiva al pari della regia di Shekar Kapur, ma anche delicata e dotata di una particolare qualità, profonda e personale, capace di incarnare un ben definito spirito storico e di costruire musicalmente la concretezza dell’atmosfera cinquecentesca su cui poggia il film: Elizabeth, del compositore australiano David Hirschfelder (già noto per le musiche di Shine) raggiunge tale risultato alternando brani originali a pezzi classici; si potrebbe pensare che Hirschfelder abbia selezionato unicamente composizioni appartenenti all’epoca in cui il film si svolge (siamo nei primissimi anni del regno di Elisabetta I, perciò si tratta della seconda metà del ‘500) proprio per immergere lo spettatore in quella particolare atmosfera storica. In realtà, le scelte del compositore sono più insolite: le “Rondes” di Tielman Susato e l’estratto da “Domine secundum actum meum” di William Byrd (presente nella tracklist con il titolo “Night of the Long Knives”) appartengono effettivamente al periodo Rinascimentale ma “Nimrod”, una delle “Enigma” Variations di Edward Elgar è stata composta alla fine del diciannovesimo secolo e il Requiem di Mozart (di cui Hirschfelder riadatta l’Introitus) è la celeberrima ultima opera del compositore austriaco scritta prima della sua morte avvenuta nel 1791. Due brani composti centinaia di anni dopo il regno di Elisabetta vengono quindi usati efficacemente da Hirschfelder nel film, senza produrre alcuno straniamento ma riuscendo anzi ad integrarli perfettamente nella storia. In particolare l’Introitus del Requiem è posto a commento del momento più importante del racconto, quello in cui Elizabeth lascia morire la sua essenza di essere umano (da qui la scelta del Requiem) per diventare un’icona del potere e del prestigio della corona. Lo scopo del brano non è perciò prettamente storico ma emotivo, interiore, ed un discorso simile si potrebbe fare anche per il pezzo di Elgar, che fa la sua comparsa nel prefinale. Il brano classico che maggiormente assume una funzione di contestualizzazione storica è probabilmente quello di Susato (inserito in una sequenza di festa a corte), mentre lo stupendo pezzo corale di Byrd assume una funzione più propriamente drammatica, andando a commentare la strage ordinata dalla Regina ai danni dei cospiratori e la preghiera della stessa sovrana. La rilevanza musicale e la pregnanza di significato di tali composizioni non deve però far dimenticare i pregi della partitura composta da Hirschfelder per il film: Kapur predilige le tinte forte e fin dal brano di apertura, la “Elizabeth: Overture” il compositore lo segue, immergendo immediatamente lo spettatore nell’atmosfera oscura e violenta nella quale si sviluppa la storia della giovane Elizabeth. Notevole anche il lungo “Coronation Banquet”, la musica diegetica che nel film si ascolta appunto durante i festeggiamenti per l’ascesa al trono della regina; delicato ed emozionante il “Love Theme”, che più che un tema d’amore è in realtà il tema della giovinezza della regina, della sua innocenza e come tale sarà riutilizzato anni dopo nel seguito del film The Golden Age. Interessante poi la caratterizzazione musicale dei personaggi Walsingham e Ballard, entrambi dotati di un loro tema personale, l’uno sinistro e misterioso, l’altro più aggressivo.
Elizabeth si presenta perciò come un ottimo esempio di colonna sonora per un film in costume, incisiva ma mai didascalica, capace di alternare con intelligenza e creatività brani noti a pezzi originali.

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