Birdman: Or (The Unexpected Virtue of Ignorance)

cover_birdman.jpgAntonio Sanchez/AA.VV.
Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) (Birdman: Or (The Unexpected Virtue of Ignorance), 2014)
Milan Records 399 618-2
22 brani – durata: 62’00”



Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza): 4 premi Oscar (tra cui miglior film, regia e sceneggiatura) e 2 Golden Globes (tra cui miglior attore a Michael Keaton) su 210 vittorie e 183 nomination in totale in molteplici premi – come riportato dal sito IMDB –, un record sorprendente! 
Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) di Alejandro González Iñárritu include anche un’altra cosa particolare, oltre al fatto d’esser un bel film: contiene una colonna sonora singolare, per i casi che solitamente trattiamo tra le nostre pagine, una OST interamente (se tralasciamo, logicamente, i brani classici di repertorio in essa presenti, compresi anche nel CD che stiamo recensendo!) per batteria, ad opera del rinomato musicista batterista messicano Antonio Sanchez. Il quale si è visto negare dall’Academy la possibilità di entrare in nomination nella categoria cine-musicale degli Oscar perché ritenuta la sua musica originale una “non colonna sonora” e per la maggiore presenza di musica classica (in compenso la partitura è stata nominata ai Golden Globes e ai Bafta); certo una score inusuale e non nei canoni delle musiche per film classiche, ma comunque un commento a tutti gli effetti, studiato a tavolino dal suo autore, seppur, solo all’apparenza, improvvisato sulle immagini in scorrimento, come facevano una volta i pianisti nel Cinema Muto.
Indicare un brano piuttosto che un altro dei sedici di Sanchez, presenti nell’album, sarebbe riduttivo e forse inutile, perché questi pezzi, di poco più di un minuto ciascheduno (tranne l’ultimo di oltre sei minuti), sono da considerarsi come un’unica e interminabile emanazione ritmica e atmosferica (in rari casi un uso pacato di synth come tappeto sonoro e nulla più!) di battiti continui, animali, dalla diversa energia esecutiva, che conducono lo spettatore in un viaggio allucinatorio in quello che altri non è che un lungo pianosequenza (digitale e reale) nella vita di Michael Keaton: egli interpreta la star del Cinema Riggan Thompson, il quale ha raggiunto il successo planetario nel ruolo di Birdman, supereroe alato e mascherato. Questa celebrità mondiale a Riggan non basta, vuole dimostrare di essere anche un bravo attore, cimentandosi in un’impresa folle. Quindi, questa sua folle impresa viene scortata da Sanchez come un militare in marcia tra i battiti compulsivi della sua batteria scatenata e a tratti superficialmente quieta, accentuando e dilatando i tempi scenici e interpretativi come un cuore in perenne movimento che vuole solo ascendere fino alla determinazione di sé. La batteria di Sanchez diviene il terzo occhio sia del protagonista che del regista in un magma eccitato, sviscerato con appassionata coerenza sonora e geniale creatività (rendere i battiti di una batteria sempre differenti e nuovi non è cosa per nulla scontata!). Infine il lavorio ritmico assurge a lavorio dell’anima e si sublima nella compartecipazione di brani di musica classica di Gustav Mahler (“Symphony No. 9 in D - 1st Movement: Andante comodo” e “Ich bin der welt abhanden gekommen”), Pyotr Ilyich Tchaikovsky (“Symphony No. 5 Op. 64 in E Minor: Andante cantabile”), Maurice Ravel (“Passacaille (Trés large)”), Sergei Rachmaninov (“Symphony No. 2 in E Minor, Op. 27 – II Allegro molto”) e il moderno John Adams (“Prologue: Chorus of Exiled Palestinians”).  

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