Faccio un salto all’Avana

cover_faccio_un_salto_all_avana.jpgFrancesco De Luca & Alessandro Forti
Faccio un salto all’Avana (2011)
Warner Chappel Music Italiana
22 brani – durata: 37’00”



Faccio un salto all’Avana, come già nel titolo, è una commedia di Dario Baldi di qualche anno fa, con Enrico Brignano e Francesco Pannofino. Film divertente, ambientato per la maggior parte a Cuba, e con un intreccio sufficientemente classico, con aspirazioni da botteghino.
La colonna sonora di questo film è stata composta da Alessandro Forti, pianista, e Francesco De Luca, chitarrista, coppia fissa di compositori rome-based, abbastanza attiva nel panorama del cinema, della televisione e del teatro italiani. Il loro lavoro è costruito su una strumentazione semplice e maneggevole, una piccola orchestra con sezione ritmica, in cui sono efficacemente inseriti percussioni e fiati in perfetto stile cubano. Infatti, una buona parte delle composizioni ha il sapore centramericano che geolocalizza musicalmente l’azione scenica, e ricalca pienamente le caratteristiche del film, ovvero commedia senza grosse pretese.
Già dalla prima traccia “Esta es mi Cuba” siamo immediatamente calati nell’atmosfera cubana, prevedibilmente incentrata su percussioni, fila di trombe e pianoforte ritmico; ciononostante il brano è credibile, ed è arricchito dalla interpretazione vocale di Reinaldo Hernandez Ramirez, maestro delle percussioni latino americane. Stesso tema e atmosfera, ma questa volta in versione title track, per “Faccio un salto all’Avana” e per “Faccio un salto all’Avana (versione alternativa)”, più brevi e differentemente orchestrate, meno percussive e saltellanti, ma comunque efficaci in quanto se ne apprezza maggiormente il tessuto melodico-armonico. Al contrario, per “Salsa TV”, “Fedele parte per Cuba” e “Tutti cercano Vittorio” si ha a che fare con il semplice esercizio di stile con trombe belle dritte in evidenza. In “L’avvocato fa il doppio gioco” c’è invece un bell’intreccio tra il sottofondo ritmico cubano e il sapore un po’ 007 della chitarra elettrica con effetto tremolo, e di un paio di semplici soluzioni di arrangiamento che ricordano ritmicamente qualche passaggio delle colonne sonore di quel genere cinematografico. “Fuga sul Coco taxi” è divertente traccia di movimento, come del resto anticipa il titolo del brano, ma, pur essendo ancora in piena Cuba, risulta tra le più sincere dei brani geograficamente connotati; anzi, direi che ricorda bene l’insuperata giocosità di un maestro del genere, ovvero del Piero Piccioni del miglior Alberto Sordi regista.
Nonostante Cuba pervada prepotentemente l’ascolto di questa colonna sonora, essa non è priva di qualche piacevole sorpresa, come il cambio di atmosfera già dalla seconda traccia. Infatti in “Due fratelli” (i protagonisti della nostra storia), l’ascolto si fa interessante, grazie ad un bel gioco di movimenti melodico-ritmici che si intrecciano, e che donano a questa traccia un sapore sorridente e qualche venatura d’attesa; un brano che racconta più atmosfere che si susseguono molto fluidamente, come la bellissima frase di flauto e pianoforte in un susseguirsi di velocissime note in terzine, fino all’inatteso finale, più lento e intimo, che riprende e lascia sospeso il tema principale eseguito con pianoforte e chitarra. Mentre per “E’ mio fratello” e “Un giochino infantile” il gioco dell’arrangiamento dal sapore enigmatico è didascalicamente riuscito, altrettanto riuscito ma meno canonico è il risultato di due bellissime tracce, ovvero “Esteban e Marisela” e “Alma in prigione”, in cui viene fuori il De Luca chitarrista classico (immagino che suoni lui queste chitarre) dalle mani molto ispirate; due chitarre sovrapposte e un intervento di un altrettanto ispirato e delicato Forti al pianoforte; due brani tanto semplici quanto sinceramente malinconico il primo, e sinceramente delicato il secondo. “Fedele e Vittorio” sono i due protagonisti, e il loro legame è ben raccontato da questo brano, intimo e pacato, con belle melodie distese di archi e flauti, suoni lunghi e morbidi... viene da pensare che si stia lasciando spazio alle battute (regine del sonoro in ogni film). Brano invece con atmosfere da Pantera Rosa per “Truffa al francese” che, pur essendo traccia da commento o repertorio per il suo uso didascalico della strumentazione, è ottimamente orchestrata, e sorprende l’inattesa accelerazione di ritmo e tempo nel finale.
E poi, come anticipavo, alcune sorprese: “Tango in aeroporto” anticipa già dal titolo l’ambientazione del brano, anch’esso nei paletti del genere ma gradevole, soprattutto il gioco del cambio di modo da minore a maggiore e ritorno a minore della tonalità d’impianto del brano. Infine, mentre “Perfidia” è un brevissimo riarrangiamento orchestrale di un classicone, composto dal cantautore messicano Alberto Dominguez, “Alza la mano” ribalta completamente l’atmosfera, non solo di “Perfidia”, ma di tutta la colonna sonora del film; trattasi di un dembow (nuova evoluzione del reggaeton) dalle ritmiche elettroniche cantato dal “re” dei locali sudamericani romani, il colombiano Papi Ramos, conosciutissimo nel mondo salsero della capitale. Che chiude il lavoro musicale del film.
Una colonna sonora cui evidentemente non era richiesto uno sforzo autoriale (forse opzione rara per un artigianato musicale come quello della musica da film), e che, in risposta, non ha pretese. Ciò non toglie che pur nella sua liscia superficie, questa colonna sonora è non solo sincera e ben suonata, ma regala qualche sorprendente trovata, apprezzabile soprattutto nel suo contesto discografico, invece prevedibilmente penalizzata nel suo abbinamento al fotografico, in cui certi passaggi e certe sfumature musicali si perdono inevitabilmente; ma è questo il prezzo che la musica da film paga spesso alla sua stessa funzione. È quindi solo dall’ascolto isolato è veramente apprezzabile la vena melodica dei due compositori, mai stucchevole, e che si segue con piacere pur nell’evidente esercizio di stile richiesto al fine di rimanere nell’ambientazione del film. Ciononostante si tratta di musiche che pur nella loro semplicità e pulizia, pur nel, direi, canonico linguaggio della musica per film, risultano efficaci e molto comunicative. Ragion per cui spero di avere l’occasione di ascoltare e recensire altre colonne sonore della coppia Forti/De Luca che non siano strette nella necessità della localizzazione geografico-musicale. Il loro sito è www.delucaforti.com.
Infine, peccato possedere solo una promotional copy con inesistenti note di copertina, ma la colonna sonora, edita da Warner Chappel Music Italiana, non è acquistabile su supporto fisico cd, ma è disponibile solo in digitale, come sempre più spesso accade in questo settore della discografia.

Stampa