The Lego Movie

cover_lego_movie.jpgMark Mothersbaugh
The Lego Movie (Id. - 2014)
WaterTower Music WTM39500
28 brani – durata: 57’ 20’’



È interessante come, in un panorama cinematografico in cui si trovano moltissimi film di animazione, sia ancora raro trovare una pellicola animata che utilizzi le sue molteplici possibilità per fare dell’acuta autoironia. Dopo il film Frozen, che pochi mesi fa gli abbiamo visto utilizzare, con la leggerezza permessa solo al mondo della Disney, della sottile ma interessante ironia sui topoi del cartone, appunto, disneyano per eccellenza, ecco The Lego Movie servirsi delle strepitose potenzialità di un tema assolutamente interessante: interpretare le scene di un grande film di azione con i pupazzi dei giochi di costruzione piu conosciuti al mondo.
Tutto questo rende in maniera assolutamente distopica la separazione netta, ma sempre poco indagata, tra quel mondo reale e la realtà cinematografica che si contrappongono spesso sui nostri schermi. Questa capacità autoironica sulle pellicole che si prendono troppo sul serio o che rischiano di farlo viene resa perfettamente anche dalla OST di Mark Mothersbaugh, che oscilla continuamente tra il serio ed il faceto, tra la colonna sonora orchestrale ed il jingle da videogioco anni ’80, parodiando differenti autori e diversi stili a seconda della scena e del contesto.
Il tema di apertura (“Everything Is Awsome”) è ad esempio una canzone volutamente semplice e naïf, in stile dance con le voci delle due cantanti modificate per sembrare ancora piu innaturali e infantili, come un canto che i bambini intonano all’iniziano di una giornata di giochi e di festa, ad indicare che il tutto è solamente un qualcosa di puerile. Anche nella traccia 4 (“Emmets Falls In Love”) si sente un delicato 6/8 alla maniera di una ballata blues anni ’70 che acompagna il sogno d’amore del protagonista, brano reso non con i soliti strumenti che meglio si adatterebbero ad un contesto così sentimentale ma con una chitarra più jazz e ritmata.
Ad utilizzare i topoi classici delle colonne sonore sono anche le musiche per altre sequenze del film, come ad esempio nella traccia 10 (“Saloons & Wagons”) dove in perfetto stile saloon, un honky-tonk suona un motivetto western accompagnato da un banjo e da una piccola sezione di trombe il cui ritmo giocoso diventa poi il tipico stile da duello, o meglio da rissa da saloon; anche nella traccia numero 6 (“Into The Old West”), dove il west viene ricordato con un fischiettare che parodia ovviamente il Morricone di Per un Pugno di Dollari e da un banjo, i motivi si evolvono in un polka mix di stereotipi western musicali in chiave più moderna. In “Emmet’s Speech”, la traccia 14, per sottolineare il grande discorso del protagonista come in una nobile e ammirevole scena dei film con discorsi motivazionali (uno fra tutti, ad esempio, è quello di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica) abbiamo un epico stile hollywoodiano con orchestra al gran completo che pian piano, però, si trasforma in stile videogame music; o il 17 “Requiem For Cuckooland” dove il requiem viene reso riprendendo proprio quelle atmosfere cupe e tese tipiche della trilogia del cavaliere oscuro diretta da Nolan utilizzando molte sonorità vicine a quelle di Zimmer, il quale viene citato anche nella traccia 19 “The Truth” in cui viene restituito da un crescendo di archi e coro che incalzano nello stile epico del compositore tedesco naturalizzato americano. Anche Howard Shore viene ricordato nella traccia 24 (“We Did It!”) nel gioco di timbri tra le sezioni di fiati e di archi.  A giocare sempre con la sonorità dei videogame è ancora il pezzo 13 “Cloud Cuckooland & Ben the Spaceman” dove il coro e lo scenario epico lasciano lo spazio ad uno stile musicale da Nintendo dell’epoca d’oro (anni ’90 per capirci) e perfino nel brano 18 “Emmet’s Plan” in cui il piano del protagonista viene accompagnato questa volta da suoni synth che tributano un ambiente da videogame, tutto come se fosse stato concepito per rendere meno serio ciò che i personaggi dicono o fanno.
In generale, una colonna sonora interessante per un film curioso che sembra aprire delle questioni sulle possibilità dell’animazione e sul suo accompagnamento sonoro che speriamo solo possano essere investigate più a fondo nei prossimi lavori.

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