The Abyss

cover_the_abyss.jpgAlan Silvestri
The Abyss (id. – 1989)
Varese Sarabande CD Club VCL 1213 1144
Edizione Limitata a 3000 copie
38 brani (19 sul CD1, 19 sul CD2) – durata totale 113’43’’



Probabilmente uno dei capolavori indiscussi del cinema di fantascienza degli anni ’80, The Abyss traccia un segno indelebile nella produzione di James Cameron (Aliens, Titanic, Avatar), portando con sé gli indelebili toni blu che da sempre contraddistinguono le sue pellicole, arrivando fino a toccare il fondale marino che da sempre affascina il grande regista.
Nel pieno della sua fresca e originale produzione, Alan Silvestri (Back To The Future, Predator) si cimenta nella composizione di un commento che ha fatto storia nella sua lunga e prolifica carriera.
Pagine impregnate del suo sound più brillante e muscolare, miste ad atmosfere claustrofobiche e ricche di effetti elettronici che si sposano splendidamente con la performance della The Hollywood Studio Symphony dando vita ad una delle opere più apprezzate dell’autore statunitense.
Varese Sarabande, etichetta che già nel 1989 stesso mise in commercio l’edizione originale, che vantava ben 47 minuti di musica altamente selezionata dall’opera, propone per la sua celebre collana Varese CD Club una The Deluxe Edition che, organizzata su due dischi, regala agli appassionati quasi due ore di musica tra commento ufficiale e brani inediti o alternativi mai utilizzati,  egregiamente assemblati e lavorati dall’inossidabile Mike Matessino, col supporto di Neil S. Bulk.

Il primo disco si apre come da tradizione, ovvero col gorgheggio che da sempre contraddistingue l’introduzione di questa nota composizione: “Opening Title”. Da subito si nota la differenza col brano d’apertura della prima pubblicazione, grazie all’assenza delle ritmiche serrate dei rullanti che concludevano la traccia, rappresentative dell’esercito. Questa pubblicazione ricalca infatti con fedeltà la sequenza così come la si ascolta sotto le scene del film di Cameron, lasciando da parte l’esperienza di ascolto e concentrandosi sull’intera produzione di Silvestri per la pellicola.
Fatta eccezione per la prima apparizione della marziale esecuzione dei rullanti, presente nella seconda parte del brano “Marker Bouy / They’re Coming”, i primi pezzi del disco #1 inquadrano fin troppo accuratamente l’ambientazione subacquea dell’avventura fantascientifica, con circa 15 minuti complessivi di sequenze claustrofobiche, colpi sordi e atmosfere che lasciano ben poco spazio all’immaginazione di una location differente da quella della piattaforma subacquea.
“He’s Convulsing” spezza la calma piatta con la prima interpretazione ad orchestrazione piena e vigorosa, densa delle timbriche caratterizzanti dell’autore, che si cimenta in una ostinata cavalcata che riporta alla memoria le sequenze più perforanti di Predator, senza ripeterne ovviamente gli elementi caratterizzanti. Tale vigore viene riproposto in varie salse nel corso dell’intera opera, passando attraverso “Crashing Crane”, “What A Drag” e “The Draggiest Man” in modo da fornire una non troppo lunga ma avvolgente carrellata di musica d’azione subacquea.
Finalmente, come accadeva nell’edizione originale Varese Sarabande, arriva il primo incontro con l’aspetto sovrannaturale della pellicola: “The Pseudopod”, indimenticabile sequenza musicale caratterizzata dal lucente leitmotiv che lo rappresenta.
Altro brano più che celebre tra quelli già noti appartenenti all’opera è “The Fight”; ambientazione subacquea delle tipiche timbriche tribali di Silvestri, è senza ombra di dubbio uno dei pezzi di maggior rilievo di The Abyss, probabilmente non tanto per la bellezza oggettiva quanto per la sua notorietà.
Il primo disco si chiude con “What a Drag (Original)”, brano che più di ogni altro forse porta con sé i tratti somatici del Silvestri anni ’80, caratterizzato dall’orchestrazione pulita e personale dell’autore, all’epoca ancora curata da James B. Campbell.
La seconda parte dell’ascolto reca grandi presenze note, che spaziano dalle celebri “Bud’s Big Dive” e “Bud On The Ledge”, quest’ultima manifesto stesso dell’opera grazie ad un tema portante di grande vigore, supportato da una componente corale che innalza magicamente l’enfasi del leitmotiv, ad altri grandi inediti come “Defusing The Bomb” o “Bud Rebord/Bliky Bows”, che però tengono a fatica il confronto con i brani originariamente selezionati, tra cui l’indimenticabile “Bach On The Air”, maestosa conclusione della grande avventura subacquea, che si completa con la successiva e suggestiva “Finale and End Credits”, dove Alan Silvestri ancora una volta da vita ad una interpretazione ad orchestrazione carica di energia e moderato romanticismo, grazie ad una suite che ripropone alcuni dei momenti più belli e memorabili dell’opera, capaci di avvolgere lo spettatore e l’ascoltatore con le sue note.
Nella seconda parte del brano si apprezza soprattutto l’interpretazione pulita della sezione d’ottoni, nonché l’intera e accurata orchestrazione.
A chiusura del secondo disco troviamo alcuni brani inediti, demo originale dell’”Opening Title” e sequenze di grande impatto come “Flood and Sinking (Alternate)”, “Crashing Crane (Alternate)” o “Some Huevos (Alternate)”, tra i più meritevoli di attenzione.

The Abyss di Alan Silvestri è senza dubbio un’opera di grande rilievo, una vera e propria pietra miliare nella produzione dell’autore, contraddistinta dalle timbriche caratteristiche e ricorrenti dell’artista americano nel corso della sua produzione durante gli anni ’80 e nella prima metà degli anni ’90.
La componente marziale, mista al sapore fantascientifico, da sempre ha ispirato con successo il compositore, fornendogli i migliori spunti per un commento che fosse capace d’inquadrare l’ambientazione in modo molto preciso. Le atmosfere claustrofobiche, i colpi sordi, le timbriche ovattate della sequenza “The Fight” sono solo alcune delle componenti più celebri dell’opera, affiancate a sequenze ben più esplosive e muscolari come “Crashing Crane”, “What A Drag” (di cui è molto interessante la versione “Wild Original” tra gli extra) o “Bud On The Ledge”.
L’edizione Varese CD Club, limitata a 3000 copie, è sicuramente molto più vicina ad una pubblicazione d’archivio, di studio, piuttosto che per il piacere d’ascolto (a differenza della scorrevole prima versione), ma decisamente irrinunciabile per gli appassionati del settore ed estimatori di Alan Silvestri, poiché densa di alcune perle inedite, e arricchita da una pulizia del suono capace di esaltare la brillante orchestrazione e le componenti sintetiche che hanno reso diversa e originale questa splendida composizione negli anni ‘80.

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