Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer

cover_fantastici_4_parte_2.jpgJohn Ottman
I Fantastici Quattro e Silver Surfer (Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer, 2007)
Sony Classical 88697-10888-2
19 brani – Durata: 51'48"



L'invasione dei cosiddetti comic-book movies non sembra aver intenzione di dar tregua: per i prossimi mesi sono infatti annunciati Iron Man, un nuovo Batman, un altro Incredibile Hulk e persino un film dedicato al “supergruppo” Justice League of America. Nel caso della seconda puntata de I fantastici quattro siamo purtroppo di fronte ad uno dei risultati più infelici prodotti in tempi recenti. Se il primo film non brillava per particolari meriti, questo nuovo capitolo riduce ancor di più ai minimi termini il quoziente d'intelligenza e tutti gli eventuali spunti di interesse che si possono invece trovare nell'opera fumettistica creata da Stan Lee e Jack Kirby.
Per quanto riguarda la colonna sonora, nel ruolo del compositore ritroviamo il volenteroso John Ottman. Per la partitura del primo film, il musicista di fiducia di Bryan Singer approntò un robusto ma piuttosto generico commento sinfonico di stampo tradizionalista, con abbondanti echi alle partiture “supereroistiche” di John Williams, Jerry Goldsmith e Danny Elfman. Anche in questa circostanza, Ottman decide di rifarsi ai collaudati modelli dei tre autori sopracitati, i quali continuano a rimanere i suoi ideali punti di riferimento stilistici, cercando però di dissimularli in modo un po' più organico. Lo score si apre con un epico tema (“Silver Surfer Theme”) dedicato alla new entry di questa nuova puntata, lo stentoreo Silver Surfer. La pagina richiama efficacemente le siderali atmosfere delle partiture goldsmithiane per la serie Star Trek (ritroviamo persino un suono assai simile allo spettrale “blaster beam” che caratterizzava la colonna sonora della prima avventura cinematografica di Kirk e soci), nonostante una costruzione armonica e tematica piuttosto elementare. Il tema dovrebbe essere il centro nevralgico attorno a cui Ottman costruisce la sua partitura (“The Future/Doom's Deal”), ma più volte si ha la sensazione che l'idea non venga pienamente sfruttata. Il tema principale del quartetto di supereroi – un semplice eroico motto per ottoni - ritorna e viene puntualmente utilizzato ogni qual volta le esigenze narrative lo richiedono (“Springing the Surfer”). Ottman poi mostra i muscoli soprattutto nelle pagine che commentano le sequenze d'azione (“Pursuing Doom”, “Botched Heroics”), mettendo in primo piano ovviamente gli ottoni, a volte scimmiottando un po' troppo i virtuosismi orchestrali alla John Williams, senza possederne tuttavia la medesima leggerezza e precisione. Il compositore cerca di personalizzare un po' le cose immettendo nella già ampia tessitura orchestrale una serie di effetti e di timbri elettronici talvolta efficaci (“Chasing the Surfer”), anche se qua e là il riferimento agli stilemi di Danny Elfman diventa un po' troppo evidente. Dove Ottman pare invece meno prevedibile e più convincente è in alcune parentesi di puro commento (“Camp Testosterone/Meeting the Surfer”, “Outside Help”), in cui la descrizione della suspense e del dramma sono caratterizzate da interessanti combinazioni timbriche o da atmosfere un po' meno sentite (“Sibling Switch”). Più in generale, si coglie talvolta una buona idea o qualche guizzo di originalità in più, ma comunque siamo dalle parti di un commento non particolarmente memorabile o degno di menzioni speciali. E' musica che svolge con precisione il proprio dovere, ma che non lascia un segno profondo, come purtroppo ormai accade non di rado alle colonne sonore di questo genere di film. Ottman ha dimostrato in passato di essere un autore capace di una certa sensibilità e di una discreta capacità drammaturgica (pensiamo ad esempio a I soliti sospetti o L'allievo), così come di un entusiasmo genuino nei confronti del proprio mestiere, dunque vogliamo risparmiare un giudizio troppo severo nei suoi riguardi. Speriamo allora che i futuri progetti (tra cui l'atteso Valkyrie di Bryan Singer) possano offrirgli un veicolo espressivo più stimolante di un'altra avventura di eroi in calzamaglia.



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