Tinker Tailor Soldier Spy

cover_la_talpa.jpgAlberto Iglesias
La talpa (Tinker Tailor Soldier Spy, 2011)
Silva Screen Records SILCD 1369 
19 brani – Durata: 59' 27''

 

Fin dal titolo originale il film dello svedese Tomas Alfredson – tratto da John Le Carré – si presenta come un gioco di ruoli in cui si scontrano pseudonimi, azioni, posizioni nemiche e spostamenti sulla scacchiera della Storia e delle storie personali: coerentemente, la musica scritta da Alberto Iglesias per Tinker Tailor Soldier Spy – in corsa per l'Oscar – procede per temi costruiti sulle identità, vere o fittizie, dei personaggi e dei luoghi. Si parte con "George Smiley", il protagonista incarnato con tragica, seducente e sofferta immobilità da Gary Oldman a cui il compositore lega un brano sommesso dallo sviluppo articolato (i pezzi di Iglesias possiedono spesso una ricchezza di dettagli compositivi e strumentali che affiorano solo dopo ascolti ripetuti) e ad emergere è soprattutto l'amarezza della melodia eseguita dalla tromba di Andrew Crawley. La stessa melodia torna in “Karla” – è il nome della misteriosa autorità dei servizi segreti russi presente anche in altri romanzi di Le Carré –  creando così un legame di sostanza tra personalità collocate su fronti formalmente contrapposti.
All'ironico, imperturbabile Control interpretato con meravigliosa eleganza da John Hurt, Iglesias attribuisce un tema che sfugge in realtà alla definizione di tema, privo com'è di caratterizzazioni forti e pieno invece di suoni incrociati, spezzati. La talpa è un film di parole non dette, di occhi che non parlano, di verità che emergono solo per un'impercettibile variazione nel tono della voce o per un gesto quasi invisibile (è qui che entra in gioco l'abilità degli attori) e non c'è spazio per melodie imponenti, nemmeno la musica può permettersi di rivelare troppo. Da questo punto di vista “Circus” è esemplare.
Affiora a tratti nella partitura un ritmo musicale più serrato, da spy story vera e propria ("Safe House"), presto stemperato però tra i suoni stridenti che Iglesias sospende in un'atmosfera di costante attesa e di timore; notevole in tal senso l'uso essenziale e un po' inquietante dell'arpa.
“Tarr and Irina” riserva invece uno dei momenti più melodici e dolci dell'intera colonna sonora grazie a un appassionato pianoforte, al flauto e a quegli archi che brillano, lirici e drammatici, anche in "Polyakov" e in “Jim Prideaux”.
Finale di grande impatto sulle note di "La mer" la celebre canzone di Charles Trenet, assente però dalla tracklist dell'album, spesso usata dal cinema (aveva una funzione importante anche nel bellissimo Così ridevano di Gianni Amelio) sia nell'originale francese che nella successiva versione inglese.

 

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