Rent-a-Cop

cover_rent_a_cop.jpgJerry Goldsmith
Poliziotto in affitto (Rent-a-Cop – 1987)
Intrada Special Collection Volume 108
22 brani – durata: 51’31’’

 

Manifesto della pellicola poliziesco-romantica di metà anni ’80, Rent-a-Cop è senza ombra di dubbio uno dei film più tipici per il genere in questione, interpretato da Burt Reynolds (Malone, The Longest Yard) e Liza Minnelli (A Matter Of Time, Arthur) al culmine della loro carriera. Diretto da Jerry London, il film narra la storia di Tony Church (Reynolds), un detective la cui carriera subisce un rapido tracollo dopo l’esito tristemente negativo della sua ultima missione, della quale è l’unico superstite. Della Roberts (Minnelli), che era rimasta coinvolta nella sparatoria ed aveva visto il volto di Dancer, uccisore dei compagni di Church, contatta il poliziotto, licenziato per inefficienza. Propostogli quindi di collaborare, Tony scoprirà un traffico illegale ben più ampio di quanto si aspettasse, che coinvolge anche diversi poliziotti.

A commento di questa pellicola troviamo la musica del Maestro Goldsmith, il quale si cimenta in una scrittura sinfo-elettronica piuttosto ricorrente nelle sue produzioni di metà anni ’80. Molti infatti i punti di contatto con lavori quali Extreme Prejudice di Walter Hill, specialmente nella scelta dei font audio campionati, oppure Innerspace di Joe Dante.
L’asso nella manica di Rent-a-Cop risiede nell’omonimo brano contenente il tema principale, che racchiude in un elegante solo di tromba, unito ad una costruzione ritmica molto calda e avvolgente, l’animo più puro e sincero del detective Church, svelandone musicalmente l’eroico romanticismo. Una sequenza molto fruibile, semplice, una vera e propria firma nelle produzioni di Goldsmith per il genere, estremamente penetrante ed efficace.
Ben più cupe e drammatiche le frenetiche pagine dedicate a Dancer, il killer autore della strage nella missione guidata dal protagonista. Per questo personaggio e le relative sequenze, Goldsmith sviluppa una serie d’incastri musicali assai pastosi e carichi di ritmiche campionate complesse e variegate, nelle quali spiccano le pulsanti presenze della grancassa, riportando alla mente tanto i brani di Extreme Prejudice dedicati alla rapina alla banca quanto le più tipiche pagine scritte per l’horror Link. Elemento caratterizzante di brani come “The Bust”, “Late Trick” o “Russian Roulette” è il leitmotiv eseguito al pianoforte: singole note suonate alle ottave più basse che si prestano notevolmente nella scansione temporale e nella creazione di un’atmosfera molto tesa e drammatica, decisamente in linea con le sequenze del film. In “Russian Roulette” è innegabile l’anello di contatto con la partitura scritta per la pellicola di Walter Hill, grazie soprattutto alle scelte timbriche delle ritmiche inserite dall’autore, le quali tornano in un contesto ancora più esplicito in “This Is The Guy”.
Ben più aggressivi e prorompenti i passaggi scritti per “Lake Forest”, “Worth A Lot” o “Freeze – Flash Bomb”: l’autore infatti si concentra nello sviluppo di sequenze cariche di effetti elettronici e atmosfere inquietanti, facendo del leitmotiv per pianoforte l’elemento melodico portante sul quale basare gran parte dei movimenti.
Di ben altra impronta “Creep / Hello Roger”, un vero e proprio pezzo di transizione nella cui introduzione è presente una sequenza melodica piuttosto inusuale per lo stile di Goldsmith, prima di ritornare alla suspense trasmessa dal tema di Dancer passando alla seconda parte del brano.
In netta minoranza i brani dall’impronta romantica, tra i quali “They Need Me” detiene il primato quanto a variazioni del tema di Church, seguito dalla conclusione di “Jump / End Title”, che torna a proporre il tema principale della composizione così come lo si è conosciuto attraverso il main title.

Il lavoro svolto da Jerry Goldsmith per Rent-a-Cop è un vero e proprio esempio lampante del periodo di transizione che l’autore stava attraversando. Fissando Legend di Ridley Scott come storico spartiacque della sua carriera, la partitura sviluppata per il film di London regala ancora una volta alcuni tra gli sviluppi musicali più belli e affascinanti dell’autore statunitense; nonostante ciò è innegabile non accusare una certa povertà creativa e timbrica, rispetto al suo glorioso passato s’intende, specialmente quando i numerosi sviluppi delle sequenze drammatiche o action tendono ad essere un po’ troppo simili. Sono infatti i brani che commentano le azioni commesse da Dancer, le sparatorie e le scene più cupe quelli che accusano maggiormente un calo creativo, che va ad avvinghiarsi con fin troppa foga alle pagine più simili e maggiormente vicine cronologicamente, ovvero Extreme Prejudice, Link e simili.
Si tratta comunque di soluzioni molto personali, che recano la firma dell’autore in ogni singola sfumatura, ma per chi conosce a sufficienza la produzione di questo grande artista non sarà difficile comprendere che ci troviamo davanti ad un lavoro senza dubbio inferiore ai precedenti.
Nonostante ciò, Rent-a-Cop è divenuto nel corso degli anni un vero e proprio oggetto di culto, vuoi per lo splendido main title, che da solo vale l’acquisto dell’intero cd, vuoi per il nome riportato sulla copertina, facendo arrivare la vecchia edizione pubblicata da Intrada (e Silva per l’Europa) in LP e Cd in posizione molto alta nella lista delle richieste da parte degli appassionati.
Nel settembre del 2009 Intrada annuncia l’uscita di questa nuova edizione, appartenente alla collana Special Collection con una tiratura limitata a 3000 copie. Non si tratta di una vera e propria ristampa, bensì di una versione estesa contenente brani inediti, elaborata e masterizzata direttamente dalle piste a due tracce incise presso gli studi CBS a Londra nel 1987. Nella precedente edizione Goldsmith scelse 36 minuti di musica, ponendoli nella migliore sequenza possibile per garantire la più piacevole esperienza d’ascolto.
In ogni modo vennero conservati gli elementi non inclusi nella versione precedente, nel caso in cui Goldsmith volesse tornare sul lavoro di selezione e mixaggio.
Il nuovo album offre quindi l’intera partitura con la sequenza dei brani proposta così come sono stati inseriti all’interno del film, seguiti dalla versione precedente di “This Is The Guy” e da due bonus track tipicamente natalizie arrangiate da Nancy Beach e dirette da Jerry Goldsmith.

La Intrada torna a colmare un altro vuoto, seppur parzialmente riempito dalla precedente edizione, nella discografia di questo grande autore, producendo un album dal suono cristallino e indubbiamente importante nello studio della musica di questo grande autore, accompagnato dalle accurate analisi di Steven Y. Mori e dalla dettagliata nota tecnica del produttore Douglass Fake.

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