Il triangolo delle Bermude /Uragano sulle Bermude – L’ultimo S.O.S./Bermude: la fossa maledetta

cover_il_triangolo_delle_bermude.jpgStelvio Cipriani
Il triangolo delle Bermude (1978)/Uragano sulle Bermude – L’ultimo S.O.S. (1979)/Bermude: la fossa maledetta (1978)
CD 1: 18 brani (2 da “Il triangolo delle Bermude” + 16 da “Uragano sulle Bermude”) Digitmovies CDDM 143-1 - durata:52’50’’
CD 2: 18 brani (17 di commento + 1 canzone) da “Bermude: la fossa maledetta” Digitmovies CDDM 143-2 - durata: 52’56’’  

 

Correva l’anno 1974 quando lo scrittore statunitense Charles Berlitz pubblicò il romanzo The Bermuda Triangle e rese popolare quell’area dell’Atlantico dove, a partire dal secolo XIX, si diceva accadessero inspiegabili sparizioni e naufragi che inevitabilmente finivano per essere attribuiti a fenomeni paranormali o addirittura a presenze aliene. Il cinema si lasciò subito affascinare dal racconto, tanto è vero che di lì a poco, anche in conseguenza del successo ottenuto dal libro, ne vennero tratti spunti per girare documentari e film. Segnatamente Il triangolo delle Bermude, Bermude: la fossa maledetta e Uragano sulle Bermude – L’ultimo S.O.S. furono tre pellicole concepite da coproduzioni con partecipazione italiana. In un doppio CD dalla curatissima confezione, la Digitmovies mette ora a disposizione degli appassionati le colonne sonore di questa specie di trilogia, la scrittura delle quali venne affidata a Stelvio Cipriani, compositore assai impegnato nel cinema di genere, avendo all’attivo innumerevoli lavori per il giallo, l’horror, il poliziottesco, il western, l’avventuroso e la commedia. Nei tre casi specifici egli conferma il particolare gusto melodico che lo ha sempre contraddistinto e la capacità di padroneggiare con disinvoltura i più disparati linguaggi musicali, spaziando dal classico al moderno (inteso nell’accezione più ampia del termine e quindi comprendente il pop, il jazz, la bossa nova) senza trascurare la sperimentazione.
Entrando nei dettagli dell’edizione, si noterà come l’ordine di presentazione delle OST ignori opportunamente il criterio diacronico per privilegiare quello stilistico. Sul primo CD troviamo infatti Il triangolo delle Bermude (di cui purtroppo si sono salvati solo due brani, peraltro gli unici già pubblicati su 45 giri all’epoca del film) e Uragano sulle Bermude – L’ultimo S.O.S.; esse mostrano una certa omogeneità poiché entrambe si fondano su Leitmotiv orientati verso la musica sinfonica: l’imponente ed ariosa overture orchestrale “Il triangolo delle Bermude” è per le sue inflessioni neoromantiche assimilabile a quella appena più lenta e riflessiva del secondo score, cioè “L’avventura inizia”, un tema che tenderà ad animarsi progressivamente nelle varie riprese raggiungendo l’apice nella maestosa e conclusiva “Fine dell’avventura”.
Il secondo CD è invece interamente dedicato a Bermude: la fossa maledetta, una colonna sonora che guarda con insistenza al pop, prima con “Magic dawn”, incursione nella disco guidata da un perentorio riff di basso e dai sintetizzatori, poi con il versatile “Sail boats”, pezzo proposto con tocchi ora malinconici ora allegramente ammiccanti ed infine, a chiusura della tracklist, in una versione quasi cantautorale eseguita da Douglas Meakin.
Un punto di continuità tra queste tre fatiche di Stelvio Cipriani risiede nei commenti alle scene in cui protagonisti sono loro, gli abissi oceanici, metaforica rappresentazione delle forze misteriose e incontrollabili della natura oltre che custodi di oscure maledizioni, di minacce provenienti da mondi lontani, di segreti legati a civiltà scomparse. Ecco allora il Maestro dare corpo alla tensione per mezzo di frammenti dissonanti e spettrali, ottenuti ricorrendo all’effettistica applicata alla tastiere elettroniche o ai bassi strappati ed inserendo di quando in quando, alfine di avvalorare ulteriormente le atmosfere sinistre, rumori ovattati e lamenti umani. I titoli dei brani in questione sono già di per sé programmatici: “Agguato sul fondo”, “Terrore marino”, “Abisso di morte”, “L’ultimo S.O.S.”, “Incontro con gli umanoidi”, “Scoperta inquietante”, “Missione subacquea”, “Incubo nel profondo”, “Forze oscure”.
Inutile aggiungere che globalmente le tre partiture sono di grande interesse e la loro pubblicazione colma una lacuna discografica da tempo segnalata dai fan della musica da film italiana. Per concludere, suggerisco l’ascolto comparato con il precedente Tentacoli (1977) e il successivo Piranha II: the spawning (1981) per valutare, nel contesto di un più esteso arco temporale, le permanenze e i mutamenti dell’approccio stilistico adottato da Stelvio Cipriani nel musicare pellicole di argomento affine.


 

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