24 Giu2010
La vita è una cosa meravigliosa
Armando Trovajoli/AA.VV.
La vita è una cosa meravigliosa (2010)
Medusa/RTI/Edel 0205302IMA
19 brani (4 canzoni + 15 di commento) – durata: 51’20”
Il secondo tema, che porta alla memoria quel gioiello musicale del leitmotiv del film di Ettore Scola del 1968, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, “Africa”, per l’appunto, odora di selvaggio, anche se la ritmica leggera e il flauto e il sax che si intrecciano e rincorrono, sfiorando sonorità jazzistiche, ne svelano un volto più moderno.
Il terzo leitmotiv, “Everytime it Rains” (anche in due versioni strumentali), cantato sempre da Jenny B, ci immerge in una classica atmosfera soft jazz, sempre con il sax in primo piano. Un plauso alla suadente voce vigorosa della cantante di colore Jenny B che imprime una forte personalità ad una melodia già di per se robusta.
“Everytime it Rains” sembra uscito di peso dalle commedie di una volta con Alberto Sordi e Monica Vitti, ed è davvero un gran bel brano.
L’intera OST non delude per qualità e originalità nella rilettura dei tre temi primari, come nel caso della ectoplasmatica versione, con venature indiane, di “In Love With Life” nel pezzo “Il cartomante”, o il brioso “Ciclisti della domenica” che pare composto appositamente per una teen commedy Made in USA. Molti (tanti) compositori americani odierni dovrebbero ascoltare le composizioni di Trovajoli per rinverdire le loro pallide e tutte uguali realizzazioni per il mercato cinematografico americano.
Generoso Trovajoli crea per Vanzina un tema accattivante, da noir francese, dal titolo “Solitudine” in cui il clarinetto intona note profonde e gli archi e il pianoforte fanno da morbido sottofondo, per lasciare il posto ad un finale liberatorio, quasi giocoso. Un altro esempio di grandezza compositiva da un autore che non ha perso il suo vigore creativo pur essendo molto in là con gli anni.
Da segnalare l’ottima performance della neonata Orchestra Italiana del Cinema di Roma diretta dal bravissimo Maurizio Abeni, che ha curato le splendide orchestrazioni.