Mission: Impossible 3

cover_mi3.jpgMichael Giacchino
M: i III (Mission: Impossible 3, 2006)
Varèse Sarabande VSD 6733
21 brani - durata: 65’00”

 

L’astro nascente Michael Giacchino salpa a bordo della nuova missione impossibile di Tom Cruise insieme al suo fido regista J.J. Abrams. E’ stato lo stesso divo dal sorriso sempre smagliante a volere il creatore delle serie tv Alias e Lost dietro la macchina da presa ed Abrams – dimostrando grande fedeltà e spirito leale – ha voluto portare con sé lo staff di fedeli collaboratori che lo hanno accompagnato nella realizzazione dei due serial di maggior successo degli ultimi anni. Il compositore de Gli Incredibili ha dunque accolto con entusiasmo la sfida di comporre la partitura per il terzo episodio di Mission: Impossible, serie cinematografica che ha già avuto due illustri predecessori nelle precedenti puntate (Danny Elfman e Hans Zimmer), oltre al “padre naturale” Lalo Schifrin, autore della famosissima sigla e di numerosi score per gli episodi dell’omonima serie tv originale degli anni ’60. E Giacchino sembra infatti volersi ispirare soprattutto alla vena jazzistica e propulsiva di Schifrin per la sua partitura, ma ricalibrata e ricontestualizzata in un impianto fondamentalmente sinfonico. Seguendo una strada non dissimile da quella percorsa da Elfman per il film diretto da Brian De Palma, Giacchino dimostra di voler subito pagare il pegno all’eredità del compositore argentino. Dopo una fiammante versione del celebre title theme (arrangiato rimanendo fedele alla composizione d’origine, ma aumentandone l’organico e quindi la potenza sonora), Giacchino si cala immediatamente nello stile del film, citando dapprima il classico tema schifriniano “The Plot” (“Factory Rescue”) e poi proponendo una gustosa serie di stilemi tipici del genere “spy”, come l’uso di bongos e percussioni assortite, del pianoforte e del flauto con effetto vibrato. Il compositore usa inoltre come motore di molte pagine lo sghembo tempo in 5/4, fondamento del tema schifriniano (“Humpty Dumpty Sat On A Wall”, “Masking Agent”). In gran parte dello score il compositore decide tuttavia di sottolineare e di enfatizzare soprattutto l’azione e la concitazione della pellicola di Abrams: sono infatti numerosissime le pagine d’azione presenti (“Evacuation”, “Helluvacopter Chase”, “Bridge Battle”, “The Chutist”), dove Giacchino spinge soprattutto sul pedale del ritmo martellante (attraverso un costante uso di febbrili ostinato in tempo dispari) e su una notevole ricchezza d’orchestrazione, in cui spicca soprattutto la prestazione al calor bianco di ottoni e percussioni della Hollywood Studio Symphony. Degni di nota, inoltre, i momenti dove il compositore – come spesso visto nella serie Lost – si confronta con atmosfere sottili ed incerte (“Davian’s Brought In”, “IMF Escape”, “Disguise the Limit”), create soprattutto attraverso l’uso parco e ragionato di dissonanze ed ingegnosi giochi timbrici. Purtroppo l’inesistente spessore psicologico e drammatico del film non fornisce al compositore grandi possibilità per creare un tessuto musicale sottile o particolarmente elaborato (durante l’ascolto si ha più volte la sensazione di essere davanti ad una mera collezione di rutilanti pagine d’azione), ma Giacchino mostra una solidissima capacità di architettura musicale, soprattutto nell’uso e nella variazione di temi (in questo caso spesso ridotti a brevi cellule motiviche, come quello della IMF, presentato nel corso della partitura in molteplici vesti) e nel credo assoluto della forza espressiva dell’orchestra. E, vista l’aria che tira ad Hollywood, non è una cosa da poco.

 

 

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