Factotum

cover_factotum.jpgKristin Asbjornsen
Factotum (id. – 2006)
Milan Music 399 001-2
21 brani (  15 di commento +  6 canzoni) – Durata: 50’05”

  

Ecco il problema di chi beve, pensai versandomi da bere. Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; e se non succede niente si beve per fare succedere qualcosa”. Queste parole di Charles Bukowski riassumono perfettamente il pensiero di Henry Chinaski, protagonista di Factotum, romanzo autobiografico del 1979 dello stesso Bukowski ed ora trasposizione cinematografica diretta da Bent Hamer (Kitchen Stories). Il protagonista, interpretato da Matt Dillon, consuma la sua esistenza fra donne, alcool e autodistruzione, passando da un lavoro ad un altro con assoluta indifferenza. Un’esistenza disperata ed amara già portata sugli schermi da Marco Ferreri con Storie di ordinaria follia e da Barbet Schroeder con Barfly. In questa nuova trasposizione è apprezzabile il tentativo di Hamer di fare un ritratto dell’uomo senza cadere nello stereotipo dell’artista sregolato, proponendo un film scarno ed essenziale che mantiene lo stesso ritmo del romanzo. Sorprende piacevolmente l’accompagnamento musicale composto da Kristin Asbjornsen, leader e voce dei norvegesi Dadafon, qui alla sua prima colonna sonora. Con il giusto equilibrio tra lirica e poetica, la Asbjornsen ha saputo cogliere e riproporre l’esistenza amara e disperata di un uomo, attraverso ballate malinconiche e intimiste come “Slow Day”.  Un tributo a Bukowski per niente scontato, con le poesie cantate dalla vibrante voce della stessa Asbjornsen, e brani musicali essenziali ma intensi.

 

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