Bram Stoker’s Dracula and Other Film Music

Cover Compilation KilarWojciech Kilar
Bram Stoker’s Dracula and Other Film Music
Naxos 8.557703
18 brani – Durata: 63’39”



Wojciech Kilar, classe 1932, polacco poi emigrato a Parigi, si è sempre segnalato per la forte portata evocativa delle composizioni musicali, di cui spesso ha saputo esasperare l’espressività attraverso l’uso di schemi melodici non complessi.
Questa raccolta offre una felice sintesi di alcuni dei lavori del musicista, attraversandone la produzione del ventennio compreso fra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Dal poco conosciuto Pearl in the Crown di Kazimierz Kutz (1972) ai più celebri Dracula di Bram Stoker (di Francis Ford Coppola, 1992) e La morte e la fanciulla (di Roman Polanski, 1994), la musica di Kilar vibra di sensibilità e tensione, e ripropone variazioni su strutture compositive sempre efficaci. Le musiche si distinguono qui in particolare per l’uso abile e attento di strumenti musicali diversi, capaci di valorizzare l’eterogenea composizione dell’orchestra, in questo caso ben rappresentata dalla Polish National Radio Symphony Orchestra diretta da Antoni Wit.
Emerge l’importanza degli strumenti a fiato, non sempre considerati dalla musica da film, che si vedono affidato spesso il canto di diversi brani. In primis “Mina/Elizabeth” dal Dracula coppoliano, con il suo tema malinconico e sognante; ma anche “Mina/Dracula” - quasi romantico -, “Canzona”, estratto dalla colonna sonora di König der letzten Tage (The King of the Last Days) che brilla per la delicatezza del motivo, e “Paulina’s Theme” da La morte e la fanciulla.
L’uso del pianoforte è qua e là molto significativo, come nell’unico brano di The Beads of One Rosary (1980), un malinconico distillato musicale abile nel restituire la sensazione dell’inesorabile scorrere del tempo. In “Mina/Elizabeth” fa capolino anche l’arpa.
La semplicità dello schema musicale cui s’è accennato sopra non porta con sé retorica banale nei passaggi più solenni (si ascolti l’opulenta “Intrada” dal sapore biblico), ma riesce a sfruttare con onestà il potere celebrativo delle note disposte con intelligenza in una partitura mai scontata. “The Party”, ad esempio, propone un rincorrersi di suoni cristallini accompagnati dal ripetersi ciclico di cinque note che propongono variazioni sullo stesso tema. La forte tensione drammatica degli archi, poi, si impone nel brano d’apertura “The Brides” in un lento crescendo basato sul gioco speculare degli echi melodici, che si intrecciano ruotando attorno a poche note; la stessa scelta, che ha fatto di questo pezzo il tema più celebre del Dracula di Coppola, è stata riproposta da Kilar in alcuni passaggi della colonna sonora di Ritratto di signora, diretto nel 1996 da Jane Campion.
Gli archi stessi sono quasi estremi nel ritmo sanguigno (da tango) di “Roberto’s Last Chance” e nei guizzi con cui si apre “The Storm”; quest’ultimo aggiunge l’uso solenne e grave del coro, presente anche in diversi estratti di König der letzten Tage.
Il risultato degli accostamenti proposti dalla raccolta porta con sé un effetto di eterogeneità molto (o troppo?) forte, ma la genuina ispirazione di Kilar è sempre in grado di parlare un linguaggio universale.

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