Reportage Festival “Creuza De Mà – Musica per Cinema”

Reportage Festival “Creuza De Mà – Musica per Cinema”
Carloforte, 11-16 Settembre 2018

“Creuza de Mà” non è soltanto un festival del cinema, come ce ne sono tanti in Italia, in Europa e nel mondo: è l'unico (o comunque uno dei pochissimi) dedicato all'approfondimento di una componente specifica ed importante dell'opera cinematografica: la musica ed il sonoro.

Da 12 anni, grazie all'infaticabile opera di Gianfranco Cabiddu - regista di cinema, ex musicista e direttore artistico del festival - “Creuza de Mà - Musica per Cinema” chiama a raccolta gli appassionati della settima arte, quelli con l'orecchio particolarmente rivolto al suono del cinema, per una serie di incontri, proiezioni, laboratori, Masterclass e concerti, all'insegna del magico connubio tra immagini e musica.

Caratteristica peculiare è, inoltre, l'ambientazione della sua prima tranche sull'isola di S. Pietro a Carloforte, che fin dalla prima edizione ospita il festival e la sua “gente” nelle ospitali e colorate vie del paese, offrendo un'accoglienza calda e “popolare” che raramente vediamo all'interno della “logistica” di un festival del cinema; così,  per questa dodicesima edizione, l'appuntamento carlofortino ritrova la sua tradizionale collocazione estiva, tra splendide giornate di sole, spiagge e mare, promontori e spazi  del paese restituiti al pubblico in tutto il loro splendore.

Il mondo, il viaggio, la contemporaneità per immagini e musica. Niente è più importante della Libertà. A 50 anni dal '68, un'esplorazione al femminile, un viaggio nella musica e nel cinema come qualcosa di vivo e in continua evoluzione. Sei giorni di incontri, proiezioni, persone e idee, masterclass e spettacoli per esplorare la voce del cinema. Musicisti, compositori, registi, tecnici, studiosi e attori ci accompagnano nel percorso creativo di scoperta della musica per cinema”- così recita la brochure informativa del festival, individuando due punti fermi di racconto e confronto di quest'edizione: da una parte, il cinquantesimo anniversario del Sessantotto - inteso, ovviamente, come periodo di rivoluzione e stravolgimento artistico-culturale, che ha interessato (ed anzi si è veicolato soprattutto attraverso) la musica ed il cinema - funge da vero e proprio filo conduttore dei percorsi sviluppati all'interno del programma del festival; dall'altra i riflettori sono puntati sullo sguardo registico al femminile, attraverso la proiezione di una serie di film scritti, diretti o interpretati da donne e l'incontro con le protagoniste.

Come ogni anno, gli appuntamenti vengono ospitati nelle sale dei due storici teatri-cinema del paese: il Cavallera ed il Mutua, mentre la novità riguarda lo spazio per le proiezioni notturne all'aperto, individuato quest'anno nel Giardino di Note; si parte la sera di martedì 11, con l'apertura ufficiale del Festival e la proiezione di Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli, con la musica di Max Viale & Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, attrice con Fellini, musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground e donna di grande fascino, che vive una seconda vita quando inizia la sua carriera da solista. Non era un'mpresa facile trasferire sullo schermo le fasi finali della vita di una personalità complessa come quella di Nico, ma Susanna Nicchiarelli ci riesce costruendo un racconto esistenziale legato all'infanzia e alla preadolescenza ed ai segni che possono lasciare sulle persone.

In serata il consueto concerto di musica da film della Banda di Carloforte e l'inaugurazione della retrospettiva di proiezioni “Round Midnight '68 Memories” a cura del giornalista e critico musicale Enzo Gentile: si parte alla grande con Easy Rider (1969), il road movie sceneggiato dai suoi due interpreti principali, Peter Fonda e Dennis Hopper, e diretto da quest'ultimo; un viaggio che ha per meta il Carnevale di New Orleans, la festa della città sul grande Delta, in un racconto di libertà amarissimo e crudele, che alla fine indigna e lascia senza parole, per denunciare lo squallore e la paura della provincia bianca e borghese del Sud degli States nel 1969, inzuppato in musiche polverose, acide e rock.

Mercoledì 12 cominciano gli appuntamenti mattutini con “CineCampus Creuza de Mà”, una serie di incontri/confronti con gli allievi del secondo anno del CSCLab del Centro Sperimentale di Cinematografia / Scuola Nazionale di Cinema di Roma, con Annalisa Forgione, Stefano Campus e lo stesso Gianfranco Cabiddu: argomento di questo primo incontro dedicato alla regia, al montaggio, al suono e alla musica, il lavoro sul cortometraggio di genere 'giallo'.

Di sera le proiezioni di The Italian Jobs: Paramount Pictures e L'Italia di Marco Spagnoli, il documentario che analizza il legame tra i film, la produzione Paramount e l'Italia, andando ad esplorare la storia del cinema internazionale ed indagando sulle scelte che hanno portato alcuni film ad essere realizzati nel nostro Paese; grazie a materiali inediti d'archivio viene raccontato lo straordinario rapporto tra questo Studio Paramount e il nostro Paese, esplorando, per la prima volta, come questo legame abbia poi influenzato in maniera significativa anche la vita e la carriera dei tanti talenti cinematografici coinvolti nelle produzioni e nelle co-produzioni italiane.

A seguire Lazzaro Felice, film di Alice Rohrwacher, qui alla sua terza regia: il protagonista e la comunità che lo circonda intraprendono un cammino che è anche quello della regista, all'interno di un cinema che deve molto a Olmi e Zavattini, ma continua a spingersi oltre, lungo un terreno che frana e si modifica continuamente sotto i suoi (e i nostri) piedi.

La giornata si chiude presso il Giardino di Note con “Round midnight '68 memories” e la proiezione di Fragole e sangue (1970) di Stuart Hagman, introdotta dalle sapienti parole di Enzo Gentile: film manifesto della contestazione giovanile americana, racconta di come un campo da gioco di un'università americana venga destinato all'addestramento dei soldati in partenza per il Vietnam, scatenando la rivolta nel campus; il protagonista Simon da prima guarda le cose con un certo distacco, poi conosce Linda e, grazie a lei, capisce che c'è molto di più nei motivi della contestazione. Alla fine, quando arriverà la polizia a sgomberarli con la forza, Simon saprà da che parte stare. Indimenticabile "Give peace a chance" nella scena dell'occupazione.

La mattina di giovedì 13, il CineCampus ospita il regista Francesco Patierno, il compositore Maurizio D'Aniello e la regista Letizia Lamartire, per parlare di documentari e film costruiti con immagini d'archivio e sul lavoro ad hoc con musicisti, montatori e tecnici del suono.

In serata le proiezioni: Diva! di Francesco Patierno, con le musiche di Maurizio D'Aniello, è un film documentario, tratto dal libro autobiografico "Quanti sono i domani passati" (a cura di Enrico Rotelli, edito da Mondadori), che racconta la vita di Valentina Cortese; un omaggio a una donna ed attrice eccezionale attraverso un flusso narrativo che vede interpretare le parole dell'artista da otto tra le migliori attrici italiane del momento: Barbora Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia D'Amico, Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli e Greta Scarano. Un grande omaggio alla Cortese, candidata come miglior attrice non protagonista agli Oscar per Effetto Notte di François Truffaut, musa di Giorgio Strehler (nel film interpretato da Michele Riondino) ed attrice prediletta dai registi più importanti della storia del cinema italiano, come Michelangelo Antonioni, Federico Fellini e Franco Zeffirelli.

A seguire Riccardo va all'Inferno di Roberta Torre, con musica originale di Mauro Pagani, che interviene e introduce la proiezione: in un fatiscente castello nella periferia di Roma/ Tiburtino Terzo, la famiglia Mancini è assurta a stirpe nobile per la sua tradizione di gestire lo spaccio della droga da generazioni, con una capostipite, Regina, di nome e di fatto (mirabilmente interpretata da Sonia Bergamasco), una stirpe di figli e nipoti e l'immancabile matto, condannato da molteplici e reiterate azioni della madre e dei suoi fratelli: si tratta di Riccardo, in un'interpretazione esemplare di Massimo Ranieri, che - grazie al trucco ed alla testa rasata - si trasforma in un individuo luciferino e pieno di fascino al tempo stesso. Scene, costumi, trucco ed uso delle luci proiettano i personaggi in una serie di contesti fortemente evocativi; Mauro Pagani compone organicamente musiche e testi: assecondando la vena dark del film privilegia blues, rock e punk, fino a lasciarsi influenzare da ballate popolari rumene nelle scene corali.

In notturna l'appuntamento con “Round Midnight '68 memories” con il leggendario Woodstock-Tre giorni di Pace, Amore e Musica (1970) di Michael Wadleigh, il documentario che racconta l'omonimo festival, tenutosi a Bethel nell'agosto del 1969; punto di riferimento per i film sui concerti ed uno dei più interessanti documentari mai girati, il film è montato (tra gli altri) da Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker - vinse l'Oscar come miglior documentario, nominato per il miglior sonoro e proiettato fuori concorso al 23esimo Festival di Cannes.



La mattina di Venerdì 14 il CineCampus ospita Cecilia Pagliarani, musicista, montatrice e regista, per un ulteriore focus sul lavoro sui film d'archivio, mentre a metà mattinata si svolge l'incontro con Mauro Pagani: ben oltre l'argomento annunciato - la musica per cinema – il polistrumentista, compositore e produttore bresciano parla a ruota libera per oltre un'ora e mezza, di composizione, ispirazione, lavoro, scelte, stato del mercato e dell'industria discografica italiana, web, copyright e sfruttamento dei diritti d'autore, circolazione della musica, attuali ascolti in Italia, prepotenza delle radio, etc etc, stimolato anche dalle continue domande del pubblico, in un confronto serrato, ma necessario, che stimola poi ulteriori chiacchierate a pranzo.

Ed è proprio la possibilità di scambiare idee e punti di vista con professionisti del settore del cinema e della musica – anche e soprattutto durante quei momenti informali e conviviali, come i pranzi e le cene di staff durante il festival, raccolti attorno a un tavolo a mangiare il miglior tonno della zona in ristorantini caratteristici, sparsi nei vicoli del paese - a costituire una delle caratteristiche più belle di questo Festival “Creuza de Mà”: momenti importanti di reale condivisione e scambio.

In serata l'atteso incontro con il compositore, musicista e saggista Alessandro De Rosa, per la presentazione del suo bestseller “Ennio Morricone - Inseguendo quel suono ・La mia musica, la mia vita - Conversazioni con Alessandro De Rosa・(Mondadori 2016): un piacevole, preciso ed appassionato racconto da parte del compositore-scrittore milanese, classe 1985, che parte dalla conoscenza del Maestro a soli 19 anni (attraverso un CD che gli chiese di ascoltare) fino al percorso di reciproca fiducia, crescita e scambio che i due hanno successivamente costruito, e che ha portato alla realizzazione di quello che, al momento, è il documento definitivo sul "Morricone pensiero" attraverso una serie di domande e risposte, il libro (come d'altronde, l'incontro con il suo autore) rivelano di pari passo la genialità del Maestro romano e della sua opera omnia, insieme alla dura tenacia che lo ha portato ad eccellere nel proprio lavoro di compositore, si trattasse di musica applicata o di quella che Morricone chiama musica assoluta, slegata da commissione o applicazione, una sorta di 'Musica pura' nell'esprimere l'anima del compositore. De Rosa racconta il proprio percorso di studi, dapprima con Francesco Telli, poi con Boris Porena, fino al diploma presso il Conservatorio Reale de L'Aja, in un filo doppio, legato alla parallela evoluzione del rapporto con Morricone, riuscendo a coinvolgere un pubblico attento ed incuriosito.

La seconda parte del programma si apre con la consegna - da parte di Gianfranco Cabiddu e Pivio - del Premio “Le isole del cinema” a Mauro Pagani, per la sua attività di compositore di colonne sonore (e con particolare riferimento al suo ultimo lavoro Riccardo va all'Inferno) e "sentimentalmente" come autore, insieme a Fabrizio de André del brano "Creuza de Mà", la canzone che ha dato stimolo e nome al Festival. Sorprendentemente Pagani, con sola voce e chitarra acustica, ci regala due brani fuori programma, con l'immancabile “Creuza de mà”, suscitando i caldi applausi della  entusiastica platea del Cinema Cavallera.

A seguire l'esibizione di Pagani, ecco “CineSuonando”, il concerto di musica da film di Leandro Piccioni e Quartetto Pessoa: nel 2007 Leandro Piccioni, pianista dell'orchestra di Ennio Morricone e compositore di colonne sonore, comincia la collaborazione con il Quartetto Pessoa, curando le trascrizioni e gli arrangiamenti dei brani che eseguono nei concerti, tratti soprattutto dal repertorio della grande musica da film; il Quartetto d'archi Pessoa nasce nel 1998 dall'incontro di Marco Quaranta (violino), Rita Gucci (violino), Achille Taddeo (viola) e Kyung Mi Lee (violoncello) e, fin dall'esordio, si impone per le scelte musicali che mirano all'accostamento dei generi più diversi - dalla grande letteratura classica per quartetto d'archi a contaminazioni con il Jazz, il Rock-Blues e il Tango - facendone esecutori ideali della musica per il cinema, caratterizzata proprio dalla eterogeneità degli stili musicali applicati. La collaborazione tra Piccioni e Il Quartetto porta alla realizzazione di diverse colonne sonore, di dischi, session e concerti con artisti di musica leggera, spettacoli dal vivo e performance teatrali; il set portato sul palco del Cinema Cavallera è basato esclusivamente sul repertorio cinematografico: il Maestro Piccioni introduce ogni performance con due brevi parole sul film e la musica, dalla suite dedicata ai capolavori del Maestro Nino Rota (La strada/Romeo e Giulietta/Amarcord), passando per la musica composta dallo stesso Piccioni per Assunta Spina di Riccardo Milani, fino alle due suite dedicate a due giganti della musica per il cinema come John Williams (Schindler's list/E.T.) ed, immancabilmente, Ennio Morricone (Malena/Nuovo Cinema Paradiso/La leggenda del pianista sull'Oceano/Mission/Per un pugno di dollari).
Il folto pubblico del teatro applaude e chiama il Bis a gran voce, tanto che il Maestro Piccioni ed il Quartetto ci regalano una splendida rendition del tema composto dallo stesso Piccioni per la fiction E' arrivata la felicità di Riccardo Milani.

La notturna al Giardino di Note con Enzo Gentile e il suo “Round Midnight '68 memories” prevede la proiezione del classico 5 easy pieces di Bob Rafelson, con Jack Nicholson nei panni di Robert, un pianista che ha rotto con la propria famiglia borghese e vive alla giornata insieme a Rayette, una ragazza un pò svampita incinta di lui, in un clima sospeso e dilatato, che seguiamo immersi nel piacevole fresco di metà settembre, tra bicchierini di mirto e chiacchiere rilassate, sotto voce.

Entriamo ufficialmente nel weekend del festival nella mattinata di sabato 15, con l'attività del CineCampus dedicata, questa volta, alla presentazione di ACMF – Associazione Compositori Musica per Film, insieme agli ospiti, i compositori di colonne sonore Roberto “Pivio” Pischiutta e Giuliano Taviani: attraverso un interessante racconto-confronto aperto, i due musicisti-compositori raccontano la vera e propria “odissea” che ha caratterizzato la riuscita di questa associazione che, per la prima volta, riesce a mettere insieme i professionisti che operano nel settore della musica per il cinema e la televisione, da una parte facendo il punto sullo stato dell'industria cinematografica italiana (con particolare riferimento a quella parte fondamentale e autoriale del film, rappresentata dalla sua colonna sonora), dall'altra riuscendo – a piccoli passi – ad ottenere un nuovo inquadramento della figura lavorativa del compositore, con l'obbiettivo di migliorare la qualità del lavoro stesso, che nel nostro paese soffre di diverse e multiformi patologie.
L'Associazione verrà presentata presto in maniera più approfondita attraverso diverse attività di promozione e comunicazione ed un concerto all'interno del cartellone della Festa del Cinema, prevista a Roma a fine Ottobre.

Successivamente è lo stesso Giuliano Taviani a guidare l'incontro “La musica nel cinema dei Fratelli Taviani”: e chi poteva farlo meglio del figlio di Vittorio e nipote di Paolo, cresciuto in una “famiglia che mangiava e respirava Cinema”, musicista e autore di colonne sonore, compresi gli ultimi lavori della celebre coppia di cineasti?
Il racconto di Taviani è appassionato, ma decisamente competente, completo, ma anche affettuoso e facile da seguire e riprende, accorciandola, la lunga disamina – completa di ascolti e visione di spezzoni di film – che ha preparato in occasione di una recente Masterclass presso il CePIA di Buenos Aires, all'interno della “Settimana del Cinema Italiano nel Mondo” in Argentina; un percorso che si snoda in senso cronologico nella ricca filmografia dei Taviani, con aneddoti umani e professionali spesso commoventi ed un'attenta analisi del materiale musicale utilizzato, arricchita dal racconto di preziosi retroscena.

Verso sera è tempo di spostarsi da Carloforte per l'unico e più caratterizzante appuntamento che si svolge fuori dal paese: “Cinema Naturale: Tramonto”, ovvero un'idea semplice, ma suggestiva: si raggiunge Capo Sandalo, si accede alla costa rocciosa naturale (facendo pure grande attenzione, dato che si tratta di un'oasi naturale e protetta!) e si assiste ad uno spettacolo gratuito che tutti i giorni è sotto i nostri occhi, ma che spesso neanche notiamo, presi come siamo dalle nostre vite: il tramonto, musicato in quest'occasione dal Quartetto Pessoa – con estratti dal repertorio di Astor Piazzolla ed Ennio Morricone; pura poesia, comunione di spiriti e suoni naturali, per un set degno della “Setta dei tramontisti” di Elio Petri (cfr. La Decima Vittima, 1965).

In notturna la proiezione di Tito e gli alieni di Paola Randi, con musica di Fausto Mesolella e Giordano Corapi: una commedia "lunare" sulla fine della vita, la solitudine e la morte, che racconta il lutto, senza negarsi la gioia e senza svilire la fatica del dolore, con esuberanza e libertà formale; infine, per il ciclo "Round Midnight '68 memories" la proiezione del grandioso e apocalittico classico Zabriskie point (1970) di Michelangelo Antonioni: ogni parola è superflua per un film che, tra le altre cose, celebra in maniera potente il connubio tra musica e immagini, in questo caso attraverso il ricorso ad un repertorio rock e folk, celebrativo, acido ed eccessivo, psichedelico ed indimenticabile. Dopo l'esplosione che conclude il film, dolorosa e spettacolare come sempre, c'è aria di chiusura festival, e "complici le playlist musicali dell'amico Giuliano Taviani" ci scateniamo in danze sfrenate, tra risate e ultimi bicchieri...

Domenica 16 è l'ultimo giorno della prima parte del festival (la seconda si svolgerà a Cagliari, dall'1 al 4 Novembre, con la parte maggiormente dedicata ai seminari tecnici, ed altre proiezioni e concerti in esclusiva per il Festival): il CineCampus ospita la regista Paola Randi per un incontro sul lavoro con musicisti, montatori e tecnici del suono, per alunni del CSC ed aperto al pubblico, seguito da "Musica per Cinema" la consueta tavola rotonda - moderata da Marco Spagnoli - con gli ospiti del festival Paola Randi, Cecilia Pagliarani, Francesco Patierno, Laura Bispuri, Letizia Lamartire, Pivio Pischiutta, Stefano Campus, Enzo Gentile e Daniele Orazi, riuniti in una riflessione comune sui mestieri del cinema allo stato attuale in Italia.

In serata l'ultima proiezione: Figlia mia, di Laura Bispuri, con la musica di Nando Di Cosimo - film in cui le tre eccellenti protagoniste fluttuano alla ricerca di se stesse in lunghi piani sequenza in cui il loro 'perdersi' è accompagnato da una colonna sonora dinamica, che sottolinea l'alternarsi nelle protagoniste di scoperta, smarrimento ed urgenze di vita - e chiusura del festival con gli immancabili saluti del suo 'papà' Gianfranco Cabiddu e l'appuntamento alla prossima edizione.

Necessario ribadire in chiusura di questo diario di bordo del festival l'efficienza della segreteria organizzativa di Mattea Lissia e di tutto lo staff del festival, oltre alla preziosa collaborazione dei giovani volontari che ogni anno il paese offre all'organizzazione di un evento ormai tanto amato ed atteso, completamente gratuito; ed una riflessione amara sul perchè e quanto un festival del genere debba essere, dopo tante edizioni, ancora così duro da organizzare, paradossalmente proprio a causa di leggi che obbligano ad incasellare dentro schemi predefiniti da Festival di cinema - un festival unico nel suo genere, che, pur prevedendo, ovviamente, delle proiezioni, nonchè incontri con registi o attori, privilegia comunque lo studio e la ricerca sulla musica e il suono, e dunque si focalizza su musicisti, compositori, montatori e tecnici. Ma come si dice? Only the strong survive!



Appuntamento a Cagliari dall'1 al 4 novembre per la seconda tranche del Festival.
CREUZA DE MA' - MUSICA PER CINEMA: www.musicapercinema.it
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Foto di Sara Deidda.

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