Elba Festival 2018 e l'Ottava Arte

Elba Festival 2018 e l'Ottava Arte

Folgorante apertura al Festival Elba Isola Musicale d’Europa nella sua 22^ Edizione (28.08 – 08.09.2018) con la “Sinfonia da camera per archi op. 110 a” di Dmitrij Shostakovich eseguita dai Moskow Soloists e guidati da Jurij Bashmet lo scorso 28 agosto al Teatro dei Vigilanti ‘Renato Cioni’ a Portoferraio.
La partitura risulta da una trascrizione per orchestra d’archi del “Quartetto n. 8 op. 110 in Do minore” del compositore russo realizzata dal Maestro Rudolf Barshai 81924 – 2010) nel 1955.

Dedicata ufficialmente alle ‘Vittime del Fascismo’, l’autore la considerava profondamente autobiografica, con il personale monogramma DSCH (nella notazione tedesca: Re – (es) MI bemolle – Do – Si) che ripetutamente affiora nel suo svolgimento.
Il “Quartetto n. 8”, fra i più amati ed eseguiti del repertorio cameristico, fu composto fra il 12 e il 14 luglio 1960 a Dresda durante le riprese del film Cinque Giorni, Cinque Notti  (Mosfilm – Defa, 1961) di Lew Arnschtam (1905 – 1979) con la colonna sonora firmata dallo stesso Shostakovich.
Il film di grande interesse storico e culturale evidenzia il profondo impegno delle truppe d’occupazione sovietica nelle rovine della splendida città sassone per il recupero e protezione dei capolavori conservati nella celebre Gemaeldegalerie Altmeister.
Un altro riferimento cinematografico del “Quartetto n. 8 op. 110” è quello del film The Lobster (2015) di Yorgos Lanthimos (Gran Premio della Giuria, Cannes  Festival, 2015).
Come abbiamo riferito in sede di recensione, il suo quarto movimento “Largo” è inserito nell’articolata colonna sonora che comprende brani di diversi compositori classici che accompagnano le sconvolgenti immagini del bellissimo film.
Nella densità e profondità dello spessore sonoro, le suggestive sfumature del fraseggio e la coinvolgente eloquenza rappresentativa i Moskow Soloists, guidati dal mitico Jurij Bashmet, colgono nel profondo la lacerante dimensione espressiva e l'interiore dirompente forza narrativa della partitura, in un’esecuzione che diventa una indimenticabile esperienza di ascolto, salutata dal folto pubblico da trionfali applausi.



Nutrivamo grande attesa per il successivo brano in programma, “Concerto poema per viola e orchestra d’archi” di Roman Ledenyov (1930). Contemporaneo di Schnittke, Denisov e della Gubaidulina, Ledenyov ha studiato al Conservatorio di Mosca con Vissorion Shebalin e ha svolto un'intensa attività per la televisione e il grande schermo firmando oltre trenta colonne sonore e collaborando anche con registi di grande spessore come Larisa Shepitko, Yulij Raizman e Aleksander Proshkin.
Il suo linguaggio appare tranquillo e meno radicale ed espressivo rispetto a quello dei citati colleghi e nel brano proposto nel concerto dominano intimi ripiegamenti introspettivi avvolti in sconcertante piatta uniformità armonica da cui la scrittura esce nel finale con le raffinate evoluzioni della viola solista nelle magiche dita di Jurij Bashmet.
Superlativa la prova dell’orchestra nel suo avvolgente sound e nitore dell’articolazione, anche nel conclusivo “Souvenir de Florence” di Tchaikowsky, percorso da un lirismo sensuale e appassionato.
Il successivo concerto, tenuto il 29 agosto, ha avuto luogo nella spettacolare location del complesso dell’Hotel Hermitage in località Biodola, ideato nel 1955 dal celebre attore Errol Flynn.
Il bravissimo tecnico del suono Arnaldo Gaudenzi compie veri miracoli per assicurare la rappresentazione dell’imponente sound dei Moskow Soloists nell'inevitabile precarietà acustica di una suggestiva cornice en plein air.
Accompagnato dalle incredibili gradazioni cromatiche delle luci del tramonto il concerto assume accenti di vera festa, successivamente anche culinaria…
Magnifico il programma che viene aperto dal “Concerto Brandemburghese n. 3, BWV 1048”. Esecuzione eccelsa, in una volta espressiva, in piena tensione e straordinaria chiarezza analitica. Viva il ritorno al vibrato! Siamo lontani intere galassie dal devastante appiattimento delle esecuzioni filologiche su strumenti originali…
Arriva poi il “Concerto per pianoforte e orchestra in Re Maggiore”, l’ultimo degli undici composti da Franz Josef Haydn nella scintillante interpretazione della pianista Ksenia Bashmet, figlia d’arte di Jurij, impegnato alla guida della sua magnifica orchestra.
Davvero assai singolare il pezzo di chiusura. “Cinque riflessioni sul tema del 24. Capriccio” di Nicolò Paganini per viola, cinque violini solisti e orchestra d’archi del compositore  chirghiso Kuzma Bodrov (1980).



Bodrov ha compiuto gli studi al Liceo Musicale di Bishket e successivamente al Conservatorio di Mosca con Aleksander Tschaikowsky. In campo cinematografico è autore delle musiche per La Dama di picche, adattamento filmico del dramma di Aleksandr Pushkin realizzato dal regista Pavel Lungin e per The Portrait, ispirato all’omonimo racconto di Nikolai Gogol, firmato dalle registe Anastasia e Elena Baranoff. Il suo stile presenta immediatezza, freschezza e semplicità espressiva. Le sue “Cinque riflessioni” propongono una parafrasi di grandi temi della letteratura per violino e orchestra (Concerti di Beethoven, Brahms, Berg, Tchaikowsky e “Secondo” di Prokofiev) che, legate da un sottile fil rouge, si confrontano e rapportano con le esibizioni virtuosistiche del Capriccio 24 di Paganini. Nei vari passaggi si alternano violinisti di eccezionale talento: Olga Kolgotina, Arina Shevliakova, Andrei Poskrobko, Mikhail Ashurov e Kiril Kravtsov. Nel “Prologo” e nell’”Interludio” dominano le suggestive figurazioni della viola di Jurij Bashmet mentre il festoso finale vede il coinvolgimento di tutti i solisti.
Fuori programma “Nostalgie” del compositore georgiano contemporaneo Enri Lolashvili (1947), molto attivo nel campo dell’ottava arte avendo collaborato con vari registi fra cui Georges Bardawil e Filipp Jankovskij. Il brano era già stato eseguito all’Elba Festival nel 2002 e nel 2011. Seppure in mancanza di espliciti riferimenti, il registro contemplativo e l’avvolgente e poetico  lirismo che percorrono la scrittura rimandano alle indimenticabili immagini fissate dal regista Andreij Tarkovskij nel suo straordinario film Nostalghia (Sovinfilm, Rai, 1983). Pubblico in delirio per una impagabile festa musicale in un’atmosfera davvero magica.
Teniamo inoltre a sottolineare l’esecuzione avvenuta il 4 u.s. dell’aria “Erbarme Dich” dalla Mattheus-Passion BWV 244 nella versione per due violoncelli e orchestra d’archi, con i solisti Mario Brunello e Raphael Bell.
Con il suo carattere profondamente contemplativo l’aria di Bach è il filo conduttore del capolavoro e testamento spirituale di Andreij Tarkovskij, Offret (Sacrificio, 1986, Svenska Filminstitutet).
L’indimenticabile regista russo era profondo amante del compositore di Lipsia che ritroviamo in altri suoi capolavori come Solaris (1972, Mosfilm) e Specchio (Zerkalo, 1974, Mosfilm). L’intenso legame del Festival elbano con l’universo del grande schermo troverà  infine il suo coronamento il prossimo 7 Settembre quando due straordinari solisti come Mario Brunello (violoncello) e Glauco Venier (pianoforte) presenteranno al Teatro dei Vigilanti ‘Renato Cioni’ a Portoferraio una serie di brani originali di Charlie Chaplin che verranno accompagnati dalla proiezione di immagini tratte dai suoi capolavori.

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