Superhero Symphony – Le musiche dei “cinecomics” in concerto con laVerdi

Superhero Symphony – Le musiche dei “cinecomics” in concerto con laVerdi

Continua la stagione estiva dell’Orchestra Verdi all’insegna della musica per il grande schermo: Giovedì 28 e Domenica 31 Luglio presso l’Auditorium di Milano si è tenuto il primo di tre programmi prodotti in collaborazione con Soundtracks Live!, l’organizzazione diretta dallo svedese Mikael Carlsson (responsabile dell’etichetta indipendente MovieScore Media) che aiuta enti e orchestre sinfoniche di tutto il mondo a impaginare programmi di musica per film oculati e molto interessanti (i prossimi due concerti, "A Tribute to Alfred Hitchcock" e "Space Symphony", si terranno rispettivamente il 4 e 7 Agosto e il 10 e 11 Agosto), nel pieno rispetto delle intenzioni degli autori delle opere proposte.

"Superhero Symphony", come fa presagire il nome dato al programma, è un excursus attorno alle musiche scritte per i film tratti oppure ispirati dai supereroi dei fumetti. Si tratta ormai di un vero e proprio genere cinematografico (oggi noto con il nome di “cinecomics”) che nell’ultimo decennio è diventato il principale motore economico dell’industria hollywoodiana: basti citare il gigantesco successo commerciale ottenuto da film come Iron Man (2008), The Avengers (2012) oppure la trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan (2005-2012). Ma a ben guardare è da quasi quarant’anni che il cinema hollywoodiano (perlomeno quello di carattere più specificamente spettacolare) guarda ai comic books come fonte di ispirazione più o meno palese: è stato lo stesso George Lucas a dichiarare che i fumetti sono stati tra le principali fonti a cui ha attinto per creare l’universo di Guerre stellari ed è superfluo aggiungere quanto il film di Lucas abbia influenzato l’estetica del cinema americano che è seguito. Dunque la narrazione rapida, i dialoghi scoppiettanti, il ritmo rutilante dell’azione, la fuga verso mondi di pura fantasia sono le cifre stilistiche che contraddistinguono larghissima parte del cinema di questo genere anche oggi. E tra gli elementi che contribuiscono a consolidare questa sensazione di continuo e sempre più debordante sense of wonder vi è la parte musicale. Come ha ricordato al pubblico il direttore d’orchestra Ernst Van Tiel in apertura della serata, oggi diamo quasi per scontato che questo tipo di film siano accompagnati da un certo genere di musica (eroica, marziale, tonitruante, per grande orchestra, con melodie nette eseguite dagli ottoni) e senza dubbio possiamo ritenere il compositore John Williams come il nume tutelare a cui praticamente tutti i compositori cinematografici hanno guardato quando si sono dovuti cimentare con storie fantastiche ed avventure di supereroi.

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L’impaginato del programma si è concentrato maggiormente sulle musiche dei film più celebri di questo genere, ma non sono mancate comunque sorprese ed estratti da opere decisamente meno note quando non addirittura totalmente dimenticate dalla maggior parte del pubblico. Il concerto si è aperto con una lunga suite (13 minuti) tratta dalla colonna sonora di Batman (1989). Il film diretto da Tim Burton è infatti ritenuto il primo del moderno genere supereroistico (soprattutto per il vero e proprio blitz di marketing che accompagnò l’uscita della pellicola all’epoca). La vibrante partitura composta da un allora poco più che debuttante Danny Elfman è forse l’elemento del film che omaggia e rinnova con maggiore convinzione il passato cinematografico e musicale a cui si ispira. Echi delle partiture fantasy di Bernard Herrmann si fondono con una grandeur sinfonica che tocca punte di intensità bruckneriana, ma è soprattutto la capacità del compositore di evocare un senso di gotico timore reverenziale nei riguardi del protagonista (indubbiamente uno dei più sfaccettati e complessi in tutto il pantheon dei supereroi) a dare alla sua musica un fascino rapinoso, che la bacchetta di Van Tiel e tutta l’Orchestra Verdi hanno saputo restituire con vigore. Già da questo primo estratto si è messa in luce la straordinaria bravura degli ottoni della compagine milanese, che in tutto il programma hanno visto raramente momenti di pausa (potremmo dire che sono stati i veri supereroi della serata). La selezione successiva ha invece mostrato un lato più solare ed avventuroso: il lungo brano dei Titoli di Coda tratto da Le avventure di Rocketeer (1991) composto da James Horner è un florilegio di brillantezza orchestrale, dominato da una delle melodie più belle ed avvolgenti scritte dal compositore prematuramente scomparso lo scorso anno. Anche qui l’orchestra ha dimostrato grande compattezza nonché un bellissimo senso di levità, dove hanno primeggiato archi morbidissimi e il bravissimo corno solista nella sezione dedicata al “love theme”. Di nuovo gli ottoni protagonisti nel tema principale de I Fantastici Quattro (2005), cimento ribaldo e tuttavia assai poco memorabile firmato dal compositore John Ottman, comunque in linea con lo spirito della serata. L’estratto successivo è stato decisamente di maggior interesse, ovvero la suite tratta dalla colonna sonora di Hellboy (2003) composta da Marco Beltrami, autore sempre molto a suo agio in atmosfere scure e minacciose. Una marcia severissima per celli, bassi e ottoni apre la pagina, che si sviluppa successivamente in un tema malinconico per clarinetto che sembra quasi rifarsi a un Notturno di Shostakovich, per poi proseguire con una passacaglia lamentosa anch’essa piuttosto vicina allo spirito del compositore sovietico: un bell’esempio di come trasformare una collezione di cues cinematografici in un brano da concerto con una sua identità ed autonomia. Il Tema Principale delle Tartarughe Ninja (2015) di Brian Tyler è invece una dimostrazione dello stile muscolare attualmente in voga nella musica per film hollywoodiana, che in un programma del genere forse non può mancare di essere rappresentato: costante ribattuto di archi e percussioni, ottoni che declamano una figura melodica elementare, reiterandola fino ad arrivare al proverbiale fortissimo finale. Ma sono stati più che lodevoli la serietà e l’aplomb con cui la Verdi e Van Tiel hanno eseguito una pagina del genere, sicuramente più affine al rock e al pop che non al sinfonismo più tradizionale. La temperatura sonora è scesa per qualche minuto nell’estratto successivo, dove è stato eseguito il triste e melanconico tema principale composto da Joe Harnell per la serie televisiva L’incredibile Hulk degli anni ‘70, qui presentato in un commendevole arrangiamento per pianoforte e orchestra realizzato dal compositore americano Leigh Phillips appositamente per questo concerto. La prima parte si è conclusa con il tema principale di Supergirl (1984) composto dal titano Jerry Goldsmith: sebbene non si tratti di una delle pagine migliori di questo straordinario compositore (ma a sua discolpa bisogna dire che si trattava di un film di imbarazzante bruttezza!), è difficile non farsi conquistare dal senso di avventura che sprigiona la melodia principale e soprattutto dalle meravigliose tessiture “volanti” per archi e ottoni, dove è possibile notare la mano sempre brillante di Goldsmith.

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La seconda parte si è aperta con la musica del supereroe a stelle e strisce per antonomasia: il tema di Alan Silvestri per Captain America (2011) è una marcia militare pomposa e trascinante, dove gli straordinari ottoni della Verdi hanno dato un'altra prova di scintillante bravura, a cui è seguito un altro tour de force per tutta la compagine, ovvero il tema dei Titoli di Testa di Spider-Man (2002), composto da Danny Elfman. Anche qui la concertazione di Van Tiel si è fatta apprezzare per aver dato risalto ad ogni dettaglio della complessa scrittura di Elfman. Ed è proprio a quest'ultimo che anche il grande Jerry Goldsmith sembra essersi rifatto per il tema principale de L’uomo ombra (1994), che nella costruzione di base richiama qualcosa del tema scritto da Elfman per il Batman di Tim Burton, sebbene Goldsmith non manchi di aggiungere il suo tocco personale fatto di ritmi irregolari e un’orchestrazione mai banale. E se l’estratto dalla partitura di Thor (2011) di Patrick Doyle non colpisce più di tanto nel suo pur pregevole andamento nobile dominato da un largo di archi e ottoni, la lunga suite dei Titoli di Coda tratta da X2: X-Men United (2003) composta da John Ottman si fregia di un inciso eroico semplice ma di immediata presa (anche qui ottoni chiamati ad una prestazione impegnativa!), a cui segue un adagio per archi e pianoforte efficace ma di non particolare interesse. Una menzione di merito va fatta al bell’arrangiamento orchestrale (sempre a cura di Leigh Phillips) del tema dei titoli di testa della serie televisiva The Flash composto da Blake Neely e qui eseguito in prima mondiale: la velocità vorticosa con cui si muove il personaggio è restituito da una bella tessitura di archi e ottoni, aumentati da effetti percussivi particolari (come il gong “sfregiato” da una lamella metallica). A seguire è toccato di nuovo al compositore Alan Silvestri con la suite tratta dalla colonna sonora di Dredd – La legge sono io (1995). Lo stile muscolare e “machista” del compositore trova qui un veicolo ideale capace di dare pieno risalto a un’Orchestra Verdi che non sembra mostrare alcun segno di cedimento: la scrittura marziale e corrusca di Silvestri viene restituita da tutta la compagine con grande robustezza e con il giusto divertimento. Per chiudere il programma la scelta non poteva che essere più ovvia e giusta: il tema principale di Superman (1978) composto da John Williams – il primo vero cine-fumetto dell’era moderna – è forse la musica eroica più trascinante mai scritta dal compositore americano Numero Uno del cinema, nonché il modello imprescindibile a cui tutti si sono più o meno volontariamente ispirati. E l’Orchestra Verdi e il direttore Van Tiel sembra abbiano proprio voluto salvare il loro meglio per questo trascinante numero conclusivo: l’esecuzione è stata davvero magistrale, davvero nulla da invidiare rispetto alle performance di blasonate orchestre inglesi e americane. Ma al pubblico è stata riservata una sorpresa finale come fuori programma: il tema principale di The Avengers (2012) scritto da Alan Silvestri, che la compagine milanese ha interpretato con grande vigore e notevole potenza sonora.

Il pubblico ha apprezzato moltissimo questo programma ricco e variegato, che ha mostrato la versatilità di questo particolare genere cine-musicale, ma che soprattutto ha dimostrato ancora una volta quanto l’Orchestra Verdi sia una delle migliori compagini italiane (ma non solo) quando si tratta di eseguire il repertorio cinematografico. Attendiamo quindi con grande interesse e trepidazione le prossime imminenti incursioni di questa straordinaria orchestra nella musica dell’Ottava Arte. Bravi!

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