Ci ha lasciati Ezio Bosso

Addio Ezio Bosso

L’aver appreso, come un fulmine a ciel sereno o una fucilata in pieno petto, della scomparsa oggi stesso di Ezio Bosso a soli 48 anni, mi ha letteralmente fatto versare abbondanti lacrime. Strappato alla vita troppo presto e ingiustamente, com’è sempre ingiusto che un’anima gentile, intelligente, amorevole, colta e altruista, non ultimo ‘musicale’ in tutta la sua essenza corporale, come la Sua lasci questa terra così giovane, per chi sa quale altro viaggio; a noi che rimaniamo non resta che patirne la dipartita in maniera non così semplice, perché ciò ci riempie di rabbia che qualsivoglia parola di conforto non allevierà mai e poi mai.

Assurto agli oneri della gloria, strameritata tra l’altro, dopo il suo intervento a Sanremo nel 2016, condotto da Carlo Conti, in cui, attraverso il suo commovente, vivo e sinceramente ispirato discorso – vi ricordate la sua frase “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme”? – fece breccia nei cuori di tutti gli italiani che sanno emozionarsi, dato che da sempre una delle più importanti cose che ci accomuna è proprio l’EMOZIONE, in un Bel Paese che è patria dell’EMOZIONE in tutti i suoi multiformi aspetti. Bosso sino a quella sua partecipazione straordinaria sanremese, difatti, non è che non fosse un compositore, pianista, contrabbassista e direttore d’orchestra sconosciuto, anzi, era un autore di tutto rispetto, pur tuttavia solo noto nell’ambito prettamente musicale o cine-musicale, quindi viene da pronunciare subito la classica frase “nemo propheta in patria”. Ezio è stato un importante musicista e compositore che ha vissuto di MUSICA e nella MUSICA che la maledetta malattia neurodegenerativa, diagnosticatagli nel 2011, subito dopo l’intervento per un tumore al cervello, fattogli nel medesimo anno, stava per compromettergli le funzioni vitali, ma Bosso ha lottato con la tenacia e perseveranza che da sempre lo hanno contraddistinto, ed è riuscito ugualmente a dedicarsi al suo ambito professionale e passionale, pur con grandi sofferenze e difficoltà. Ezio, nato a Torino il 13 settembre 1971, dopo i suoi studi di contrabbasso a Vienna alla Hochschule für Musik, suonato il suo strumento d’elezione nell’Orchestra Sinfonica “A.Vivaldi” e al Teatro Dell’Opera di Roma, scrive per il Teatro e per il Cinema verso la fine degli anni ’90. Le sue notevoli, classiche e minimaliste composizioni vengono messe al servizio di Un amore (Gianluca Maria Tavarelli, 1999), Qui non è il Paradiso (Gianluca Maria Tavarelli, 2000), Ribelle per caso (Vincenzo Terracciano, 2001), Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2003), Quo vadis, Baby? (Gabriele Salvatores, 2005), Rosso come il cielo (Cristiano Bortone, 2006), Il dolce e l’amaro (Andrea Porporati, 2007), Il ragazzo invisibile (Gabriele Salvatores, 2015). Ha scritto anche per alcuni cortometraggi e rimusicato molteplici film muti assai noti (vedi The Lodger – Il pensionante di Alfred Hitchcock del 1926 o i corti di Georges Méliès). Ha composto tante sinfonie, balletti, corali e opere ed ha ricevuto diverse onorificenze prestigiose tra cui le nomination al David di Donatello nel 2004 e nel 2015 per i film di Salvatores, Io non ho paura e Il ragazzo invisibile. Abbiamo perso un grande, enorme Artista che spero, attraverso il suo operato e le sue parole mai banali ma penetranti come un proiettile dritto al cuore intriso di geniale creatività e poesia unici, riesca a farci comprendere, senza la sua, ahimè, bellissima Persona ancora in vita, quanto siano fondamentali e indispensabili l’ARTE e la MUSICA ‘Insieme’ nelle nostre vite. Riposa in Pace caro Ezio!

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