Charlie Chaplin: La rivalsa del marginale

SAN FEDELE MUSICA 2014 – 2015
CREAZIONE & SPAZI INTERIORI
Itinerari di ascolto acustici e multimediali
In collaborazione con Cineforum SF3

A partire dal 3 marzo 2015 – CINEMA MUTO & LIVE MUSIC
Auditorium San Fedele (Via Ulrico Hoepli, 3/b) – Milano                   
CHARLIE CHAPLIN
La rivalsa del marginale
sonorizzazione musicale:  Gabriele Mirabassi e Peo Alfonsi, Simone Zanchini e Jean-Luc Plouvier

Martedì 3 marzo ore 21
City Lights (1931) Jean-Luc Plouvier (pianoforte)

Martedì 17 marzo ore 21
The Circus (1928) Gabriele Mirabassi e Peo Alfonsi (chitarra)

Martedì 21 aprile ore 21
A Woman of Paris (1923) Simone Zanchini (fisarmonica)

Ingresso: € 7 / € 4 (studenti)
info e prevendite: Biglietteria Auditorium lun-ven 10/12.30 - 14/18
tel.0286352231 - www.centrosanfedele.net
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San Fedele Musica e San Fedele Cinema sono lieti di annunciare la rassegna CINEMA MUTO & LIVE MUSIC, quest’anno dedicata interamente al genio di Charlie Chaplin. Vengono proposti tre film tra i più rappresentativi della sua produzione. Nell’arte di Chaplin, attraverso Charlot, vi è l’intento di mettere al centro la rivalsa del marginale e la terapia del sorriso come antidoto all’odio e al terrore. Da sottolineare il contributo musicale offerto da prestigiosi improvvisatori di fama internazionale capaci di seguire musicalmente il percorso narrativo evidenziando gli aspetti salienti che caratterizzano ogni pellicola. Si rinnova la collaborazione con Jean-Luc. Plouvier, pianista residente della Cineteca Reale di Bruxelles, e con il fisarmonicista Simone Zanchini , mentre del tutto inedita per San Fedele la presenza di Gabriele Mirabassi (clarinetto) – tra i più originali virtuosi del panorama jazzistico internazionale –, accompagnato da Peo Alfonsi (chitarra).

La rassegna CINEMA MUTO & LIVE MUSIC di quest’anno è dedicata a Charlie Chaplin  Tra l’uomo Charlie Chaplin e l’attore/personaggio Charlot c’è grande identità e unità di intenti e visioni. Li uniscono la lotta per vivere e anche per sopravvivere in un mondo industrializzato e alienante che produce ingiustizia sociale e rigetta ai margini e nella miseria i più deboli. Charlot è il vagabondo che senza parlare e senza accorgersene denuncia una società indifferente all’esclusione e alla povertà. Ma Chaplin non si fa il giudice spietato di questo mondo, anzi, la sua comicità è piena di tenerezza, perfino di ottimismo e generosità, è una sorta di terapia per sorridere e non lasciarsi schiacciare dal destino infausto. Però, al tempo stesso, il personaggio Charlot, come in un sorta di rivalsa, si prende beffa dei rappresentanti del potere, dei ricchi e degli uomini di successo. Scrive a proposito Charlie Chaplin: Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all’odio e al terrore. Dei buoni film corrispondono al bisogno che la gente ha di humour, di pietà, di comprensione. Sono un mezzo per dissipare il sospetto e il timore che hanno invaso il mondo oggi. E prosegue: attraverso la comicità vediamo l'irrazionale in ciò che sembra razionale, il folle in ciò che sembra sensato, l'insignificante in ciò che sembra pieno di importanza. Essa ci aiuta a sopravvivere preservando il nostro equilibrio mentale. Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita… Il ridicolo è un atteggiamento di sfida: dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire.
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Martedì 3 marzo ore 21
City Lights (1931) Jean-Luc Plouvier (pianoforte)

SINOSSI - City Lights
Charlot compare all'inizio dormiente nel grembo di una "statua della prosperità" che si inaugura proprio quel giorno. Egli conosce una giovane fioraia cieca, che lo crede ricco. Un giorno, Charlot incontra un milionario ubriaco, che sta per suicidarsi, e lo salva. Questi quando é brillo é pieno di gratitudine, ma quando è ..sobrio non riconosce affatto il suo salvatore: finalmente, dopo varie peripezie, e dopo aver fatto anche il pugile per incassare un po' di denaro, Charlot trova il milionario tanto ubriaco da convincerlo a dargli il denaro per guarire la fioraia. Ma le cose della vita non sono mai semplici, si complicano inesorabilmente, come lo mostra il finale...

PIANOFORTE - Biografia J.L.Plouvier
Jean-Luc Plouvier e un pianista, tastierista e compositore belga nato a Bruxelles nel 1963. Si è diplomato in pianoforte al Conservatorio reale di Mons. Si è subito dedicato alla musica del suo tempo. In primo luogo partecipando nella scena rock di avanguardia come membro di gruppi quali: Univers Zero, Maximalist! e X-legged Sally.
Nel 1994 fonda l'Ensemble Ictus con un gruppo di musicisti, ensemble con il quale ha creato numerose opere e di cui e il coordinatore artistico. Con Ictus ha partecipato a diversi festival quali: Festival d'Automne a Parigi, Festival Musica a Strasburgo, i festival di Witten, Royaumont, Milano Musica, Wien Modern, la Brooklyn Academy of Music. Investe di solista ha eseguito opere di Thierry De Mey, Brice Pauset, Georges Aperghis e Philippe Boesmans. Fa parte dell’equipe della Cineteca reale di Bruxelles dove accompagna la proiezione dei film muti.
Ha inoltre scritto musiche per i coreografi Anne Teresa De Keersmaeker, Nicole Mossoux, Iztok Kovač et Johanne Saunier. Da segnalare i CD: Jonathan Harvey : Wheel of Emptiness; Renaud De Putter : Orlane-cabaret.
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Martedì 17 marzo ore 21
The Circus (1928) Gabriele Mirabassi (clarinetto) e Peo Alfonsi (chitarra)

SINOSSI – The Circus
Ottantacinque minuti di malinconica poesia: questo è Il circo girato da Chaplin nel 1928 subito dopo La febbre dell’oro, quando già il sonoro cominciava ad incalzare registi e produttori. Chaplin veste questa volta i panni di un piccolo inserviente assunto in un circo e destinato, già in partenza, a combinarne di tutti i colori: con la sua goffaggine involontaria ed irresistibile, riuscirà però a strappare più risate di un consumato comico, con grande gioia del suo padrone (che, manco a dirlo, lo strapazza continuamente) e molto meno della propria, costretto a numeri improbabili e pericolosi. Ma la sorte non è mai dalla parte dei piccoli inservienti, specie se questi finiscono per innamorarsi di belle e gentili trapeziste come Myrna, figlia del superiore, la quale, a sua volta, riuscirà a fargli ottenere un aumento di stipendio, ma non gli farà mai dono del regalo più importante, il suo cuore. Così Charlot, tra vani tentativi di conquistare la giovane donna inventandosi trapezista, e quelli, altrettanto vani, di far felici pubblico e padrone con nuove ed esilaranti trovate (ma, si sa, l’amore è nemico dell’ironia), finisce per essere licenziato, compiendo l’ultimo, garbato, eroico gesto in un finale dolceamaro.

CLARINETTO Biografia Gabriele Mirabassi
E’ uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale.
Dopo il diploma, la sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea.
Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall'incisione di Coloriage (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Sergio Assad Velho Retrato firma Cambaluc, dove il quartetto di clarinetti namaste è affiancato da vari  ospiti tra i quali lo stesso Galliano.
Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria "miglior nuovo talento".
Nel 2000 a "Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D'Auria il progetto Lo Stortino che riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all'estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione alle variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea, ponendo le basi per quella linea di ricerca che animerà gran parte dei lavori che seguiranno.
Tra i dischi successivi si segnalano 1 a 0 (Egea), lavoro incentrato sullo choro brasiliano, Latakia Blend con Luciano Biondini e Michel Godard (Enja), Fuori le mura (Egea) in duo con Luciano Biondini e New Old Age, con John Taylor e Steve Swallow.
Ai primi di ottobre 2003 Gabriele Mirabassi e Guinga, straordinario chitarrista, compositore e cantante brasiliano, hanno inciso il loro primo disco in duo,”Graffiando vento”, presentato in occasione di Umbria Jazz Summer 2004 e definito nello stesso anno dalla Folha de Sao Paulo  “miglio disco di musica strumentale brasiliana dell’anno”.
Le collaborazioni sono numerosissime, ed estremamente eterogenee sul piano degli stili e dei linguaggi, molte sono documentate discograficamente  (Rabih Abou Khalil, Mina, John Cage, Ivano Fossati, Battista Lena, Riccardo Zegna, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Cristina Zavalloni, Trio madeira-brasil, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Marco Paolini, Mario Brunello, Orchestra d’archi italiana), solo per citarne alcune.
Negli ultimi anni Mirabassi ha ampliato notevolmente il suo panorama di collaborazioni, sapendo allargarsi con coraggio ad altri ambiti di spettacolo: oltre alla, ormai stabile collaborazione con Gianmaria Testa, ricordiamo quella con lo scrittore Erri De Luca (insieme al quale ha dato vita allo spettacolo “Chisciotte e gli invincibili”), quella con la cantante Barbara Casini e Monica Demuru (in trio, hanno realizzato lo spettacolo/concerto, a metà tra musica e teatro, “Costruzione”, dedicato alla figura di Chico Buarque). Sempre nell’ambito di un interessante scambio delle arti, di recente ha partecipato al progetto “Animalie” con David Riondino, Giorgio Rossi e con la regia di Giorgio Gallione.
“Canto di ebano”, uscito a marzo 2008 con la storica etichetta EGEA, è un omaggio allo straordinario legno africano e alle appassionate mani (italiane) che lo trasformano in clarinetto. Un disco a lungo atteso e da lui lungamente desiderato, interamente a suo nome.
“Canto di ebano” ha vinto il ventiseiesimo TopJazz 2008 come MIGLIOR DISCO DELL’ANNO.
MIRAMARI, che lo vede in scena con André Mehmari, giovane, talentuosissimo ed eclettico pianista, compositore ed arrangiatore brasiliano, candidato nel 2008 ai latin Grammy Awards, rappresenta l’ultima fatica, uscita in Italia ed Europa a febbraio 2010 con la storica etichetta di sempre, Egea Records.

CHITARRA - Biografia Peo Alfonsi
Diplomatosi in chitarra classica, da sempre ha affiancato agli studi classici un interesse profondo per la musica jazz e improvvisata.

Il suo principale interesse risiede nel tentativo di conciliare la tecnica e la ricerca del suono della musica “colta” con l’approccio improvvisativo tipico del jazz e delle musiche popolari.
La sua prima esperienza importante dopo gli studi classici, è il duo con Massimo Ferra, col quale vince il I premio al concorso “Posada jazz project” nel ’96 e pubblica il suo primo CD “Passi difficili”.
Inizia poi una collaborazione intensa col contrabbassista Sandro Fontoni con cui incide i CD “Pietre nuove” e “Che c’è” (quest’ultimo con la presenza di Paolo Fresu) entrambi entusiasticamente recensiti da riviste specializzate in Italia Inghilterra e USA.
Inizia anche una collaborazione col sassofonista Roberto Ottaviano prima in duo poi in trio col violoncellista Vincent Courtois.
Nel 2001 viene invitato a partecipare al “New jazz meeting” di Baden Baden in compagnia di prestigiosi musicisti come Michel Godard, Wolfgang Puschnig, lo stesso Vincent Courtois e Gabriele Mirabassi.
Nel 2003 nasce il trio “Ammentos” con Fausto Beccalossi e Salvatore Maiore, con cui incide per l’etichetta Velut Luna i cd “Ammentos” e “Remarkkramer” (con quest’ultimo cd si aggiudica il premio Kramer nel 2008).
Nel 2006 incontra il chitarrista Al di Meola col quale incide il live cd Midsummer night in sardinia.
Da due anni suona stabilmente in duo con lo stesso Al di Meola effettuando tournèe in tutto il mondo. Il clarinettista Gabriele Mirabassi lo invita stabilmente nel suo progetto “canto d’ebano” col quale incide per l’Egea records il cd omonimo premiato come CD dell’anno dal prestigioso referendum “Top jazz” indetto dalla rivista Musica jazz. Collabora con la cantante londinese Norma Winstone in duo.Ha suonato in numerosi Festival internazionali con musicisti come, oltre a quelli già citati, Pat Metheny, Kenny Wheeler, Trilok Gurtu, Marc Ribot, Chris Laurence, Martin France, Guinga, Paolo Fresu, Antonello Salis, Stefano Battaglia, Furio Di Castri, Mark Harris, Horacio Hernandez, Noa, Gil Dor, Miguel Angel Cortes, Elena Ledda, Mauro Pagani, Gabin Dabirè, Luis Agudo e molti altri. Ha preso parte alla registrazione di numerosi CD oltre a quelli a suo nome, come chitarrista e arrangiatore.

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Martedì 21 aprile ore 21
A Woman of Paris (1923) Simone Zanchini (fisarmonica)

FISARMONICA – Biografia Simone Zanchini CV
Fisarmonicista tra i più interessanti e innovativi del panorama internazionale, la sua ricerca si muove tra i confini della musica contemporanea, acustica ed elettronica, sperimentazione sonora, contaminazioni extracolte, sfociando in un personalissimo approccio alla materia improvvisativa. Diplomato con lode in fisarmonica classica al Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro, con il maestro Sergio Scappini. Strumentista eclettico, esercita un’intensa attività concertistica con gruppi di svariata estrazione musicale (improvvisazione, musica contemporanea, jazz, classica). Ha suonato in numerosi festival e rassegne in Italia e nei più importanti festival internazionali. Vanta collaborazioni con molti musicisti di fama internazionale e di differenti estrazioni: Thomas Clausen, Gianluigi Trovesi, Massimo Manzi, Tamara Obrovac, Krunoslav Levacic, Vasko Atanasovski, Paolo Fresu, Antonello Salis, Art Van Damme, Mario Marzi, Andrea Dulbecco, Giovanni Tommaso, Gabriele Mirabassi, Frank Marocco, Bill Evans, Jim Black. Dal 1999 collabora stabilmente con i Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, con cui compie regolarmente tournées in ogni parte del mondo. All'attività concertistica e di ricerca, Zanchini affianca anche quella didattica, tenendo workshop sulla fisarmonica e sull'improvvisazione. Nel 2006 pubblica Bebop Buffet (Wide Sound) in duo con Frank Marocco, disco esemplare del linguaggio Bebop espresso con la fisarmonica. Nel 2009 Meglio solo! (Silta Records) nel quale sperimenta le possibilità timbriche del suo strumento attraverso l’uso di una particolare fisarmonica midi, live-electronics e laptop, nello stesso anno esce anche Fuga per Art 5et (Dodici Lune Records) l'unico disco tributo di Zanchini, omaggio al suo grande maestro, nonchè uno dei massimi esponenti della fisarmonica jazz: Art Van Damme. Nel settembre 2010 pubblica il disco The way we talk (In+Out Records), con un quartetto internazionale che coinvolge musicisti europei e statunitensi: Ratko Zjaca alle chitarre, Martin Gjaconovski al cbasso e Adam Nussbaum alla batteria.Nel Maggio 2012 viene pubblicato My Accordion's Concept (Silta Records), l'ultimo lavoro di Zanchini, un progetto costruito su improvvisazioni radicali per fisarmonica acustica e live-electronics, tentativo coraggioso di Zanchini di sovvertire il comune codice espressivo attraverso il suo strumento, tra i più fortemente radicati nella musica cosiddetta riconoscibile.

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