Amazing Stories - Anthology Three

Cover Amazing Stories Anthology 3AA.VV.
Amazing Stories - Anthology Three
Intrada Special Collection Vol. 44
CD 1 – 34 brani; durata: 78'54"
CD 2 – 38 brani; durata: 78'40"



Nell’ultimo anno il catalogo dell’Intrada si è arricchito di una moltitudine di titoli preziosi e importanti, con gran proliferare di edizioni speciali in tutte le collane e l’avvicendarsi di proposte stuzzicanti per l’affezionato pubblico di estimatori. Punto fermo: il livello sempre più elevato di qualità artistica dei titoli proposti. In questa vendemmia particolarmente fortunata tiene una posizione di vertice l’attesa conclusione dell’antologia dedicata alla storica serie televisiva Storie incredibili (Amazing Stories, 1985-1986) di Steven Spielberg. Il terzo cofanetto, ancora una volta composto da due CD letteralmente traboccanti di contenuti musicali, si aggiunge ai precedenti dopo una pausa di molti mesi, con rispettosa fedeltà al piano dell’opera promesso fin dall’inizio, quasi un anno fa, dal vulcanico editore di Burbank. Nelle recensioni dedicate ai primi due box non ho avuto esitazioni nell’enfatizzare l’importanza e l’interesse suscitato da questa raccolta irrinunciabile, un’ideale passerella dei più importanti compositori di film music degli anni ’80. Mi spiace quindi sottrarre risalto anche a questa terza uscita conclusiva, ma non posso non sottolineare la vistosa disuguaglianza qualitativa che si percepisce nell’ascolto delle partiture che vengono proposte questa volta. Da un lato hanno fatto molto bene i produttori dell’Intrada a serbare per ultimo l’elemento più prezioso della raccolta, il capolavoro di John Williams The Mission, che rappresenta senza dubbio la partitura di vertice della serie. Forse si sarebbe potuto equilibrare meglio il programma complessivo di quest’ultimo box, dove – episodio di Williams a parte – sembrano essere finiti anche le partiture più appannate e meno briose della serie televisiva. Il contrasto tra lo straordinario gioiello forgiato da Williams e la complessiva modestia che caratterizza, nella loro pur non deprecabile normalità, quasi tutte le altre suite della raccolta, è più appariscente di quanto vorremmo. Insomma, per quanto degni di interesse, gli altri episodi riflettono un’ispirazione in questo caso trattenuta, da parte di autori giustamente amati e ammirati, che però altrove hanno saputo fare di meglio.
Al tempo stesso è strabiliante l’impennata verticale che si gode nel restare avvolti dalla propulsiva sinfonia di Williams, una ricapitolazione dello stile sfoggiato dal Maestro nei suoi eccellenti anni ’80 racchiusa in nemmeno mezz’ora, resa ancor più smagliante dall’utilizzo di un organico orchestrale degno delle sue partiture più celebri. La suite è avvinghiata intorno al tema di Jonathan, lo sfortunato giovane soldato della seconda guerra mondiale, intrappolato nella parte bassa del suo bombardiere e destinato quindi ad una morte certa nell’imminente atterraggio di fortuna. Il talento del giovane come disegnatore e l’ambizione di diventare, dopo la guerra, un cartoonist della Walt Disney sono l’innesco per l’ennesimo “miracolo” narrato da Spielberg. Williams preserva il fragile racconto del suo regista prediletto dal rischio di naufragare nel grottesco e gestisce con sommo equilibrio dramma e tragedia, dispensando ora una suspance che chiude la gola, ora un senso del meraviglioso che spinge alla commozione. Il climax emotivo si schiude nel teso e travolgente meccanismo ritmico che serpeggia lungo i 6 minuti centrali del brano “The Landing”. Un esempio tra i più brillanti delle colossali architetture sinfoniche che albergano nella mente di questo immortale compositore. Lo stile di The Mission anticipa e si fonde con quello della sua opera subito successiva, il meno conosciuto Spacecamp. Dispiace solo che non si sia pensato, almeno per questa suite, ad eliminare i silenzi tra i vari brani, in modo da rendere meno frammentato l’ascolto di un poema sinfonico così fluente e unitario, per esaltarne il torrenziale appeal drammatico e non interrompere nemmeno per un piccolo istante il piacere di un ascolto così ipnotico e travolgente.
La presenza di questo episodio basta, da sola, a far schizzare al massimo il punteggio di apprezzamento per questo doppio cd, dovendo però sottolineare ancora una volta come gli altri 130’ di musica non siano paragonabili a tanta grandezza. Senza dubbio gli appassionati dei singoli compositori saranno lieti di poter collezionare anche questi lavori minori dei loro beniamini.
E così si ascoltano un Alan Silvestri ancora saldamente affezionato alle tastiere elettroniche che dominavano il sound degli anni ’80, e che si diverte a riproporre stilemi della tradizione horror, con tanto di stentorei passaggi d’organo. Un episodio d’antiquariato, dove il talento del grande autore che verrà (ma il capolavoro Ritorno al futuro appartiene già al suo carnet) si avverte soprattutto nelle esagitate e isteriche scorribande del sintetizzatore.
Dignitose, ma non indimenticabili le partiture offerte da Craig Safan e di Bruce Broughton, ma i  loro lavori nei precedenti volumi erano di ben altro impatto. L’episodio del secondo, Mr Magic, è dominato dal suadente jazz che evoca gli anni ’30 e l’inizio della carriera del prestigiatore Bundles (Sid Cesar) protagonista della favola. Pochi passaggi di tensione, di pura derivazione goldsmithiana, non posseggono abbastanza slancio perché il geniale Broughton possa condurci alle altezze cui siamo abituati dalla sua maestria.
Nota di riguardo va concessa al commento di Michael Kamen per l’episodio diretto da Martin Scorsese Mirror, Mirror. Nel primo brano, “Zombie”, l’ansiosa ballata sinfonica viene destrutturata con un’efficace graffiatura elettronica, che spande una sensazione conturbante di straniamento e di ebbrezza (se non si sono lette le note sul libretto, al primo ascolto si potrebbe temere un improvviso malfunzionamento del proprio impianto hi-fi). La presentazione di Burlingame, nell’illustrare la malinconica e raggelante narrazione di Kamen, trova appropriate similitudini con le geometrie di Herrmann e le rassegnate e rarefatte atmosfere oniriche del miglior Jerry Fielding.
Billy Goldenberg commenta in modo ironico e svagato l’episodio Secret Cinema, la cui suite apre il secondo CD. Pur non priva di spunti interessanti (come l’austero violoncello che domina molti passaggi o il malinconico ottavino del brano conclusivo), la suite non trova spazi abbastanza ampi ed omogenei per stupire e lasciare il segno.
Fred Steiner, avvezzo al commento televisivo per i molti anni passati su Star Trek e su Twilight Zone, scrive un episodio ombroso e seducente sulle ultime ore di un condannato a morte (Patrick Swayze) che si scopre dotato di un miracoloso potere di guarigione (viene da chiedersi se questa trama non sia stato uno spunto per Il miglio verde di Stephen King, scritto alcuni anni dopo). La scrittura rabbiosa e passionale di Steiner merita un ascolto riguardoso.
Decisamente meno intrigante l’asset pastorale e prevedibilmente britannico di John Addison, nel quale si riconoscono molti indizi del suo famoso tema per La signora in giallo.
Nell’episodio Grandpa's Ghost, il celeberrimo chitarrista jazz Pat Metheny, che gli appassionati di musica da film ricordano come illustre solista del Sotto tiro di Jerry Goldsmith e autore dello score per Il gioco del falco, scrive e compone un commento tutto elettronico, il cui maggiore interesse risiede probabilmente più nel nome dell’autore che non nelle effettive qualità musicali che offre.
Nel concludere il libretto, il simpatico Fake si compiace di questo lodevole sforzo produttivo, che racchiude in sei CD tutta la musica scritta per la serie televisiva di Spielberg. Al tempo stesso avvisa che le molti fonti sonore degli episodi musicali (ognuno dei quali inciso con orchestre e studi differenti) non hanno permesso di evitare una certa disomogeneità acustica e la presenza di piccole distorsioni. Considerata l’importanza del prodotto e gli ormai oltre vent’anni trascorsi, si direbbero problemi del tutto trascurabili. Gli estimatori si affrettino però: sono state prodotte solo 3000 copie di ciascuno dei tre volumi, e tra non molto tempo ci sarà qualche “completista” distratto che dovrà sborsare parecchio denaro per averli, lottando all’ultimo rilancio nelle aste di eBay.

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