09 Nov2007
L’ultimo dei Corleonesi
Ennio Morricone
L’ultimo dei Corleonesi (2007)
Rai Trade Edizioni Musicali - FRT 424
16 brani – Durata: 49’46”
È cosa positiva, per un compositore, il marchio di fabbrica, cioè il capire subito che una melodia è opera sua dopo appena poche note? No, se questo significa che le sue composizioni sono tutte uguali e prive di personalità, sì, se, al contrario, hanno talmente tanta personalità da far trasparire le caratteristiche principali dell’artista senza risultare per questo ripetitive. Sì, nel caso di Ennio Morricone.
Lo score crea, per quasi tutta la sua durata, un’atmosfera cupa, oscura, inquietante, ricca di tensione sempre crescente, a cominciare dal brano iniziale, "Il mito del male", nel quale la presenza dell’organo conferisce toni quasi lugubri e li porta in un crescendo di suspence fino a un vero e proprio climax.
Splendido è il pezzo dedicato ai giudici Falcone e Borsellino, ritmi più tranquilli rispetto al brano precedente, dai quali traspare quasi una rassegnazione nei confronti della fine quasi certa che aspettava i due eroi dell’Antimafia, note che, sapientemente riunite dal Maestro, ricordano, in alcuni punti, addirittura la celeberrima canzone anglosassone "Amazing Grace" (non a caso, spesso intonata ai funerali) e l’"Hymn" di Vangelis.
Un altro, curioso punto da sottolineare è sicuramente come i titoli dei pezzi siano adatti all’atmosfera che si respira ascoltandoli: "Senza respiro", con i suoi ritmi velocissimi e oltre modo concitati, rende perfettamente l’idea di una fuga all’ultimo respiro, mentre "Fuggiasco" trasporta l’ascoltatore in un clima di circospezione, in cui sembra davvero che qualcuno si stia guardando intorno per decidere se tentare o meno la fuga. Anche "Braccato" non avrebbe potuto avere titolo migliore: suoni spezzati, che ricordano i movimenti di un animale in gabbia alla vana ricerca di una via di scampo.
"Calma apparente" è l’unico pezzo della colonna sonora privo di quell’inquietante e a tratti macabra tensione: una melodia tranquilla, apparentemente serena, curiosamente, ma non troppo, simile al tema conduttore de Il Ladrone, altro capolavoro di Morricone. Ma, inutile dirlo, la calma è solo apparente, perché la partitura si conclude con due brani forti, in cui la suspence vede un crescendo da tachicardia: "I Corleonesi", che riprende il tema iniziale ("Il mito del male") e il malinconico finale tipicamente siciliano, "Per tre".
Certo, non abbiamo le note indimenticabili e oltremodo affascinanti di Per un pugno di dollari o Sacco e Vanzetti, ma Ennio Morricone non si smentisce, creando, anche stavolta, seppur per una semplice produzione televisiva, una colonna sonora di classe e assolutamente adatta all’argomento trattato.