Joe Petrosino

cover_joe_petrosino.jpgPino Donaggio
Joe Petrosino (2006)
Emergency Music LKP 598
27 brani – Durata: 53’30”

La fiction che batte bandiera Rai ispirata all’eroe degli immigrati in America, di cui fu paladino contro il pregiudizio e la criminalità organizzata, affida il proprio commento musicale all’esperienza di Pino Donaggio, classe 1941, cantautore e compositore.
La lunga partitura di Donaggio tenta in primis di conferire al prodotto televisivo surplus di tensione emozionale.
La fiction, si sa, per sua natura non può permettersi i lussi del cinema. Non può concedersi tempi dilatati, attese silenziose, una narrazione che si faccia a volte criptica. Il prodotto televisivo nasce per essere consumato nelle case, da un pubblico più distratto, che deve essere catturato mantenendone desta l’attenzione. Con la tv, se qualcosa annoia si cambia canale. Dalla sala cinematografica, invece, si scappa con meno frequenza: lì lo spettatore si concentra, si lascia catturare dalla narrazione disponendosi a seguirla anche quando si fa difficile, non subito chiara o coinvolgente.
Il contesto domestico, invece, obbliga il film che nasce per la televisione ad avere impatto immediato, velocemente e a buon mercato.
Inevitabilmente, anche la colonna sonora di Joe Petrosino supporta la ricerca di coinvolgimento emotivo immediato. Ora larga e romantica (“Il suo grande amore”), ora affidata a un ritmo frenetico (“La squadra”), la soundtrack sfodera un sottile potere evocativo, a partire dal tema principale di “La strada”, che sintetizza malinconica inquietudine e stile d’antan.
La virulenza della lotta contro la malavita si esprime nel vorticoso “Guerra alla mafia”; la desolazione trova efficace ritratto nei soffi dei fiati in “Sicilia”.
La nostalgia sinistra del valzer “Il patto” richiama alla memoria l’ambientazione sicula e mafiosa già usata più volte al cinema, mentre l’ansia si fa ombrosa e quasi lugubre in “La verità è diversa”.
L’OST gioca a tratti in modo ironico e torvo, come nel mesto “Macabra scoperta”, che accende e spegne gli archi a intermittenza per poi crescere.
Il tessuto musicale ha successo nel creare un’atmosfera riconoscibile, che sia costante e fedele accompagnamento al racconto. Per quanto ben costruito, però, non vuole sollevarsi dalla funzione di complemento per la visione dello spettatore tv: non sa essere – qua e là –  meno invasivo e più intimista. Sottolinea i fatti, ma quasi mai le connessioni emotive, nonostante la qualità del prodotto renda piacevole anche l’ascolto slegato dalla visione della fiction.




Stampa