Puccini

cover_puccini.jpgMarco Frisina
Puccini (2009)
GDM 2091
24 brani + 5 celebri arie di G. Puccini - Durata: 1h 13’

Comporre le musiche che hanno accompagnato la vita di Puccini, interpretato da un convincente Alessio Boni, così come ha inteso raccontarla la regia di Giorgio Capitani in Puccini,  fiction trasmessa dalla Rai all’inizio di marzo, deve essere stata per Mons. Frisina  (Callas e Onassis, Chiara e Francesco, Pompei) una sfida stimolante e impegnativa.
Trovare il suono, le melodie giuste per commentare la storia, la vita di un musicista che incarna il genio italiano dell’arte del melodramma è infatti cosa non facile, ma che Frisina è stato in grado di fare con successo costruendo una colonna sonora che si nutre della lezione del Maestro di Torre del Lago  e che segue da vicino il mondo interiore di Puccini.
La figura del compositore  viene offerta al grande pubblico ricca delle sue debolezze, della sua complessità, della fragilità e della forza con cui instancabilmente ha cercato la propria arte e la propria identità.  I brani che compongono la OST possono essere divisi in tre famiglie che rimandano da un lato al mondo interiore del protagonista, (“Dolore e passione”, “Ricordi di una vita”, “Tentazione suicida”, “Contraddizioni di un artista”),  dall’altro  ad alcuni personaggi di cui viene realizzato una sorta di ritratto sonoro (il dolce valzer di “Cherie”, la giovane attrice conosciuta nei primi anni a Milano, il triste tema che accompagna la figura di “Ghigliozzi”, il compositore che non riuscì mai a concludere la sua opera,  il malinconico e dolce tema di “Doria”,  la giovane ragazza morta suicida dopo essere stata accusata dalla moglie Elvira di voler minacciare in loro matrimonio). Infine quei brani che descrivono alcune scene in modo puntuale come se accompagnassero i movimenti degli attori sulla scena (“Un sarto in ritardo” o “Il calesse” in cui la musica danza al ritmo del trotto del cavallo che il giovane Puccini porta in dono ad un vecchio amico).  Lo score segue la storia  sottolineando i momenti divertenti del racconto, enfatizzando quelli drammatici e svolgendo un efficace azione di raccordo tra il tempo presente, che racconta un Puccini malato e ormai acclamato come uno dei più grandi compositori in ambito europeo, e il ricordo degli anni degli esordi e dei primi successi. A conferire alle ricche pagine di questa partitura un senso di  unità  è il sapiente uso  del leitmotiv. È evidente infatti la presenza di due temi principali  che potremmo definire per semplicità dell’amore e del dolore: per certi versi i due poli su cui la vita di Puccini, come uomo e come artista,  si è consumata.  Il primo tema  è presente già nei titoli, si tratta di un leitmotiv molto dolce, caratterizzato da un ampio respiro melodico, cantabile,  che si sviluppa in poche battute per poi spegnersi lentamente sul registro acuto degli archi. Questo stesso tema si ritroverà in tutti i brani che sottolineano i momenti felici della vita del Maestro o che sono legati alla sua famiglia, (l’incontro con Elvira, i momenti di vita in comune, la partenza del fratello Michele per l’Argentina). Il secondo tema è drammatico, muscoloso, affidato anch’esso agli archi e sostenuto da una scrittura piena, rotonda ed è caratterizzato da una dinamica che ne sottolinea la vocazione romantica. Anch’esso ritorna in diversi momenti del film: quando lo spettro del fallimento morde le forze, la carica vitale e creativa del maestro, quando l’innocente Doria viene cacciata dalla moglie, o quando, ormai anziano ed affermato a livello internazionale, non riesce a trovare la strada che lo conduca al compimento della sua “Turandot” ed è tentato, anche se solo per un istante, dall’idea del suicidio.  Oltre alle musiche originali il disco contiene cinque arie tratte da opere del maestro e interpretate da Josè Carreras , “Nessun dorma” (Turandot); Renata Tebaldi, “Si, mi chiamano Mimì” (Bohème); Nelly Miriciolu, “Vissi d’arte” (Tosca); Miriam Gauci,  “Con onor muore” (Madama Butterfly)  e “Sola perduta e abbandonata” (Manon Lescaut).

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