Green Lantern. The Animated Series

cover_green_lantern_animazione.jpgFrederick Wiedmann
Green Lantern. The Animated Series (Id. - 2012)
La-La Land Records LLLCD 1222
36 brani – durata: 71'20''



Il trentatreenne Frederick Wiedmann ha studiato composizione per film con John Frizzel e attualmente ha all'attivo colonne sonore per film horror e cartoni animati, tra i quali spicca la serie ispirata al supereroe della DC Comics, Lanterna Verde. È un esperto di produzioni digitali. Oggi c'è una specie di biforcazione per quanto riguarda l'utilizzo di questa tecnologia. I brani interamente composti ed eseguiti al computer sono infatti diventati una prassi d'obbligo per i grandi autori che intendono presentare dei demo molto realistici prima di spendere tempo e denari in sala di registrazione.
Ma c'è anche l'altro lato della faccenda. I costi contenuti e gli altissimi risultati sono l'ideale per serie televisive e cartoni animati che non intendono rinunciare a musiche di grande effetto. Questa cosa l'ha capita benissimo l'etichetta statunitense La-La Land Records, che ormai si è ritagliata un mercato di nicchia destinato agli amanti delle colonne sonore a basso budget ma grondanti di sinfonismo hollywoodiano fino all'inverosimile! E questo disco non sfugge alla regola. Wiedmann ha allestito una OST fondamentalmente zimmeriana. Gli ingredienti base sono l'adrenalina, il ritmo, il climax sinfonico-corale, l'elettronica pulsante. Poi il giovane di Stoccarda ci mette del suo. Assoli di violoncello registrato dal vivo, violini elettrici e strumenti della tradizione orientale (duduk e flauti). Non manca una voce solista, quella di Ayana Haviv (“Love Remembered”). Aggiungiamo che parecchie tracce sono più di una reminiscenza dei blockbuster degli ultimi anni. C'è ovviamente il James Newton Howard di Green Lantern (nel brano psichedelico “Aya’s Mission”). C'è l'Howard Shore “spensierato” ed etnico del Signore degli Anelli (“Resolution”, un brano rilassante per flauto di pan e l'accordale “Royal Devotion” ). C'è il James Horner new age di Avatar, (“Star Sapphires”). C'è addirittura il Bear McCreary di Battlestar Galactica nella timbrica del duduk, uno strumento arabo trapiantato in un cartone di fantascienza per ragazzi. Ma tutto questo “citazionismo” rischia di far sprofondare il lavoro di  Wiedmann nei cliché più scontati. Un peccato, perché il compositore tedesco ha indubbiamente talento e delle idee melodiche di straziante bellezza (incredibili per un cartone animato) che tuttavia accenna solo a tratti in un paio di brani indimenticabili, antizimmeriani oseremmo dire. Il primo è “Saint Walker”, uno struggente assolo di violoncello, il secondo “Love Remembered”, un pezzo di musica tragica affidata alla voce di Ayana. Entrambi troppo brevi, tuttavia, per regalare qualcosa di più di un illusorio brivido. Per il resto, fanfare e galoppate tambureggianti come nei classici blockbuster zimmeriani.

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