La piovra – Musiche tratte dalle colonne sonore della serie TV

cover_la_piovra_morricone.jpgEnnio Morricone
La piovra – Musiche tratte dalle colonne sonore della serie TV (1985-2001)
Rai Trade Edizioni Musicali – FRT 420 (2 CD, 2006)
CD 1 - 20 brani. Durata: 72' 50''
CD 2 – 21 brani. Durata: 72' 07''
22 brani già precedentemente editi – 6 brani per la prima volta su CD - 13 brani inediti



Una delle più celebri e vendute saghe della TV italiana, tormentone nei palinsesti televisivi Rai nella seconda metà degli anni Ottanta e ben oltre, lunghissima serie con 48 film girati tra il 1984 e il 2001, La piovra è e rimarrà un cultissimo del piccolo schermo made in Italy, nel genere noir e non solo. Così come di culto sono diventate le figure del commissario Corrado Cattani, interpretato da Michele Placido, del luciferino Tano Cariddi (cui ha prestato arte drammatica Remo Girone), della caparbia giudice Silvia Conti (Patricia Millardet) e poi Vittorio Mezzogiorno, Florinda Bolkan, Raoul Bova, Barbara De Rossi, François Perier, Bruno Cremer, Tony Sperandeo, Luigi Diberti e molti altri.
I film alternano storie di malavita organizzata, dai traffici locali alla loggia degli introiti statali, dagli affari della mafia finanziaria delle banche internazionali alle vicende di cronaca che, in quegli anni, fecero da musa ispiratrice per le penne di Petraglia e Rulli, insinuando il legittimo dubbio che la mafia avesse una strettissima connessione con la politica e gli affari internazionali. Per questo motivo ci fu un periodo di pressione e “censura” ad alto livello ministeriale, nel quale addirittura si ventilò la proibizione della messa in onda dell'ultima puntata della serie 4, quella in cui il commissario Cattani viene ucciso dalla mafia (in realtà dalla loggia massonica denominata “Extrema Thule”, la quale complottava con la Cupola). Così nella seconda metà degli anni Novanta, le appassionanti vicende de La piovra vennero proiettate nel passato, nella Sicilia rurale tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, offrendo un'immagine più canonica degli uomini di mafia, lontano dai riflessi (e dalle insinuazioni) del tempo presente.
Dopo il debutto del primo film nel 1984 con la regia di Damiano Damiani e le musiche di Riz Ortolani, per  la seconda serie del 1985 la macchina da presa passa già a Florestano Vancini e la colonna sonora la firma Ennio Morricone, fresco del successo internazionale di C'era una volta in America. La piovra è il primo lavoro morriconiano ambientato in Sicilia e incentrato sul tema della mafia. Morricone diventerà “il musicista de La piovra” per eccellenza e musicherà (tra vecchi brani e nuovi) anche i film delle stagioni 3, 4, 5, 6, 7 e 10, diretti tutti da Luigi Perelli (con la parentesi di Giacomo Battiato per le serie 8 e 9, musicate invece da Paolo Buonvino). Una vastissima fucina artistica raccolta in un doppio CD curato da Claudio Fuiano ed edito da Rai Trade, contenente quasi due ore e mezza di musica.
Il primo CD contiene 12 tracce de La piovra 2, cominciando con la dolce e nostalgica progressione  cellulare “Mille echi”, nella  quale la spensieratezza del tema si scontra con le stilettanti note dei primi tre gradi della scala minore e, toccato il suo climax in altezza, andrà progressivamente spegnendosi e riducendosi di materiale stenografico. Sempre in stile di progressione modulare viene costruito il brano di commento “Ombre e tentacoli”, mentre le semiminime dei timpani introducono e accompagnano i ritmi sincopati di “Agguato”, che ci ricorda il Morricone del poliziesco anni Settanta, quello di Città violenta o Revolver. Struggente e sospeso il brevissimo inciso melodico del flauto che domina il brano “Tentativo d'amore”. Interessante il clima straniante dei suoni elettronici uniti a quelli acustici dell'orchestra nella traccia “Ricordo d'infanzia”. Se in “Ricatto” e “Groviglio di sospetti” troviamo i toni e i ritmi della minaccia (nel primo svetta un accenno iniziale alla serie B-A-C-H, nel secondo, in particolare, la magnifica sovrapposizione degli archi crea un reale e acustico effetto di “groviglio” e sottende le sincopi del clavicembalo moderno e le pennellate archeggiate), in “Canzone per la sera” troviamo ancora uno spunto melodico-cellulare, mentre “Notturno tentacolare” è interamente costruito sulla serie B-A-C-H, tanto cara a Morricone, ossessivamente ripetuta in acuto lungo tutto il pezzo. Arriviamo poi al brano più celebre di tutta la serie, “Morale”, utilizzato sempre per i titoli di testa di tutti i film (anche in quelli musicati da Buonvino). Tema celebre quanto minimalista, con il suo cadenzato arpeggio ascendente e discendente sulla scala minore punzecchiato dai multipla (cellule melodiche a breve gittata per gradi congiunti); quello di “Morale” sarà reso poi dominante e sviluppato diversamente in “The Strength of the Righteous”, titoli di testa di The Untouchables di Brian De Palma, di pochi anni successivo. Da “Morale” a “La morale dell'immorale”, utilizzato come brano dei titoli di coda per le stagioni 3, 4 e 7. Ai brevi incisi degli archi si insinua la progressione melodica (sempre seriale-modulare) suonata dal clavicembalo moderno, con un breve ponte in cui intervengono anche gli ottoni dopo il minuto e mezzo. La serie dei brani dedicati a La piovra 2 si chiude con l'archeggiato cluster di “Droga e sangue”, bellissimo pezzo di suspense. Il CD presenta poi nelle restanti otto tracce brani tratti dalle stagioni 3 e 4. Nel ritmato “Arresto” troviamo un'interessantissima autocitazione: Morricone condisce il brano con un breve inciso pianistico ripetuto che è molto simile a quello inserito nell'arrangiamento di “Sapore di sale”, da lui curato nel 1963 per la nota canzone di Gino Paoli. Nel brano successivo spunta il contributo dell'allora 23enne figlio Andrea che compone insieme a Ennio il dolce tema “Per An-Na”, prova generale di quello che di lì a poco diventerà un grande successo per Morricone junior, ovvero il “Love Theme for Nata” di Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore. Da notare la grafia col trattino che fa pensare a qualche riferimento al di là del personaggio filmico cui il brano è dedicato (Anna Antinari). Il brano “Ascolta” è una composizione di musica e silenzio, perché più che i suoni degli archi in sé, in questo breve inciso si ascoltano le pause (che sono pur sempre parte integrante della composizione musicale). “Nel covo” si pone sulla scia del dinamismo minimal-seriale dei già citati “Ricatto” e “Arresto”, mentre in traccia 17 debutta la voce eterea di Edda Dell'Orso, sostenuta in uno sviluppo di intervalli sulla scala minore con variazioni accordali, dal titolo “Intimamente”. Come un  quadretto impressionistico si propone il brano ”Esther” (altra figura femminile della serie, moglie per forza e vittima del criminale Tano Cariddi), che ricorda molto all'ascolto il tchaikovskyano “Danza della fata confetto” dal balletto Lo Schiaccianoci, con il dolce e malinconico suono della celesta. La traccia “Una pietra sopra” è una tromba solista che declama poche note, come un militaresco silenzio e diviene il “canto funebre” per eccellenza, montata anche sulle drammatiche immagini dell'assassinio del commissario Cattani. Il CD si chiude in traccia 20 con una seconda versione del brano “Per An-Na”.
Il secondo CD ospita nelle prime sette tracce brani composti ancora per le stagioni 3 e 4, a cominciare dalla cantilena infantile (sempre declamata dalla Dell'Orso) e il suono del carillon presenti in Strana  bambina”. E anche qui ritroviamo un ulteriore gioco di varianti sulla serie B-A-C-H, affidata alla voce femminile ma suonata anche dagli archi bassi. A seguire due seconde versioni dei già citati “Una pietra sopra” e “Intimamente” (quest'ultima con il motivo affidato alla viola anziché alla voce). Il tocco ripetuto dell'organo, con echi liturgici, caratterizza il brano “Morte di un giusto”, mentre in “Troppo tardi”, dal silenzio iniziale si sviluppa un brano dai toni cupi e minacciosi, di commento a  determinate scene di circostanza. Nello stesso stile del precedente e con i glissati dei violini si presenta il brano “Concentrazione”. Ma il brano più interessante di questo primo pacchetto è “Silenzi dopo silenzi”, che risulta uno dei pochi (insieme a “Per An-Na”) ad avere alcune armonie in modo maggiore e in parte si può riconoscere qualche passaggio che rimanda al celebre “Tema di Jill” da C’era una volta il West. Dalla traccia 8 vengono presentati i temi aggiunti (visto che tutti i precedenti descritti ricorrono praticamente in tutti i film delle varie stagioni) della serie 5 del 1990, quella in cui debutta un nuovo protagonista del bene, dopo l'esecuzione di Corrado Cattani, ovvero il commissario Davide Licata, interpretato da Vittorio Mezzogiorno. E la prima traccia del gruppo è la versione vocale di “Per An-Na”, intitolata “My Heart and I”, con testo inglese di L.Gane e Amii Stewart e interpretata dalla stessa cantante americana (che aveva inciso sempre per Morricone il brano “Saharan Dream”, tratto dalla OST del film TV Il segreto del Sahara di Alberto Negrin). Questo brano è stato montato sui titoli di coda dei cinque film della serie. Ma il brano più accattivante della stagione è l'”holy noir” “Giustizia”, nel quale sul ritmo della batteria e sul giro del basso si sviluppa una solenne quanto minacciosa melodia organistica, con note e accordi stranianti che stentano ad adagiarsi su una cadenza riposante. Un concentrato di azione, suspense, metalinguismo e collage modulare è l'incalzante “Stazione di Palermo”, mentre il successivo “Contro tutti” riprende i ritmi di “Giustizia” con l'intervento a supporto degli ottoni. In traccia 12 troviamo invece un'altra versione di “Giustizia” con il solo organo. A seguire viene presentato uno dei più bei brani (sia a livello stenografico che acustico) dell'intera produzione, ovvero “Inizio del caso”, utilizzato nella sesta stagione, ma non particolarmente in evidenza nei film, quando probabilmente avrebbe potuto funzionare nei titoli principali - se non in quelli di testa (sui quali, come già detto, è stato montato “Morale”) - perlomeno su quelli di coda (per i quali invece è stato utilizzato, in questa stagione, il brano “Strana bambina”, tratto dalla terza serie); è una sorta di moderno-barocco con il clavicembalo ostinato e il tema minore degli archi. Dissonante e straniante con l'arpeggio pianistico e il basso puntillante si caratterizza il brano “Tentacolare”, mentre nella traccia 15 il brano “Con tenerezza” è una versione lenta e flautistica di “Inizio del caso”, adatta ai momenti di intimità che vedono protagonisti Licata e la giudice Conti. In questo brano, meglio ancora che nel suo omofono precedente, si ascolta la forte influenza di rimando del tema principale di C'era una volta in America, con una progressione ascendente molto simile e assonante. La piccola sezione dedicata ai nuovi brani della settima stagione si apre con un'interessantissima traccia (“Disperatamente”), con suoni classici uniti al sintetizzatore e alle incursioni rock delle pesanti chitarre elettriche, in una sorta di inafferrabile collage livellare fatto di sovrapposizioni e impercettibili incastri, nel quale intervengono a completamento anche le trombe dopo il minuto e mezzo. A seguire l'intradiegetico brano “Serenamente”, quello che nel film viene composto da Stefano Monte per Chiara Bronta. In traccia 18 riascoltiamo la voce inconfondibile di Edda Dell'Orso nel brano intimistico “Dolore dell'anima”. Per la decima e ultima stagione della lunga serie, Morricone compone un tema nuovo, dal titolo “Una antica storia”, che nella compilation possiamo ascoltare in versione flautistica e orchestrale prima, solo organistica nella traccia successiva (“Sacralmente”) e infine nel solenne “Requiem” per coro e orchestra, con le voci e i suoni dell'Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Esso commenta la fine estrema di Tano Cariddi che raggiunge la bocca dell'Etna e vi si getta dentro, come in un infernale sacrificio, portando con sé i dischetti dell'archivio segreto del professor Ramonte, beffando così la malavita organizzata ma anche la giudice Conti che assiste impotente al suo suicidio da un elicottero.   


Stampa