Lost - Season 3

cover_lost_season3.jpgMichael Giacchino
Lost - Terza Stagione (Lost - Season 3, 2007)
Varèse Sarabande VSD-6892
CD 1: 30 brani – Durata: 78'22”
CD 2: 37 brani – Durata: 76'25”

 

La serie televisiva ideata da J.J. Abrams e Damon Lindelof è ormai un prodotto di culto assoluto nel sempre più sorprendente panorama dei serial statunitensi, che in termini di capacità narrative e di originalità stanno ormai soppiantando in toto le produzioni hollywoodiane per il grande schermo. L'avvincente e sempre più intricata trama fatta di avvenimenti sconcertanti, imprevedibili colpi di scena e coraggiosi ribaltamenti narrativi, rendono Lost una serie fuori da qualsiasi schema ordinario e da ogni possibilità di facile “etichetta”. La cifra stilistica della serie si è consolidata con successo nel corso delle ormai quattro stagioni sinora prodotte (la quinta arriverà all'inizio del 2009) ed un'altra delle peculiarità di questo show è senza dubbio la capacità di saper elevare il linguaggio rigido (e spesso soffocante) del mezzo televisivo in qualcosa di assai più vicino alle complessità e alle sfumature di quello cinematografico. In tal senso, una delle componenti vincenti è stata la scelta musicale operata dal compositore Michael Giacchino, che sin dal primo episodio ha accompagnato le incredibili vicende dei sopravvissuti del volo Oceanic 815 attraverso il suono acustico e “live” dell'orchestra sinfonica. Dopo decenni di dominio del suono dei sintetizzatori e dei pad elettronici, la fiction televisiva americana ritrova le sfumature e la densità di un commento musicale di alto profilo. E' da sottolineare il coraggio dei produttori creativi della serie, che sin dal principio hanno riposto tutta la loro fiducia nel talento del giovane compositore e nella sua capacità di trovare la voce e l'anima di Lost, come viene raccontato nelle note presenti sul libretto. Giacchino compone una partitura ad hoc per ogni singolo episodio ed ha avuto l'abilità di creare un tessuto musicale molto specifico e personalizzato che ormai è divenuto la voce profonda della serie televisiva. Il lessico è inoltre molto inusuale e spesso coraggioso: l'organico orchestrale è costituito da archi, tromboni, due arpe, pianoforte e percussioni, che creano un panorama timbrico cangiante, a volte allucinato e angoscioso, ma talora capace di aprirsi in un lirismo intimo e mai scontato. Giacchino sembra aver colto appieno la lezione di grandi maestri come Bernard Herrmann e Jerry Goldsmith, che negli anni '60 furono i massimi alfieri di approcci musicali di questo genere (in particolar modo nelle partiture per la leggendaria serie televisiva Ai confini della realtà, uno show che sicuramente ha più di una parentela con Lost).

Il doppio CD pubblicato da Varèse Sarabande è una selezione molto generosa di alcuni dei momenti musicali migliori delle partiture della terza stagione (il secondo disco presenta addirittura la partitura integrale del finale di stagione) e dimostra in modo forse ancora più convincente dei due precedenti volumi il denso e ammirevole lavoro svolto da Giacchino per questa serie tv. Anche lo sviluppo del materiale tematico comincia a diventare più intrigante e degno di nota: i temi principali della serie, legati a personaggi e situazioni, vengono sovente presi e trasformati, variati, modulati con estrema abilità. La bravura di Giacchino sembra infatti risiedere nella capacità di non cadere mai nella trappola del commento di puro effetto o di mera suspense (che comunque è straordinariamente accentuata da un ricco repertorio “effettistico” fatto di cluster di pianoforte, archi che suonano con l'effetto “ponticello”, note ripetute dall'arpa nel registro più grave e una svariata gamma di percussioni assortite) ma di accompagnare la sempre più intricata narrazione con una intelligente mappa tematica capace di guidare lo spettatore nel cuore dei personaggi e delle situazioni.

Sono molti i brani e i momenti che andrebbero sottolineati: tra i tanti, assolutamente da segnalare il magistrale, tesissimo e goldsmithiano “Under the Knife”, ma anche il lirismo maturo presente in “Ocean's Apart”, oppure la notevole trasformazione del minaccioso tema di Ben (o tema dei famigerati “Altri”) in una triste e rassegnata melodia in “Dharmacide”. Tuttavia, forse anche per la natura “episodica” di molte pagine, il discorso musicale di Giacchino diventa ancora più apprezzabile se ascoltato ed analizzato nella sua interezza ed in senso più ampio. Colpisce assai positivamente come l'autore sia capace di agire in economia di mezzi e di dimostrare una notevole capacità drammaturgica nella lettura e nell'interpretazione del testo narrativo.


 

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