Hairspray

Cover HairsprayMarc Shaiman/Scott Whitman
Hairspray - Grasso è bello (Hairspray, 2007)
Decca Records 475 9348
19 brani - durata: 60’06’’

Un musical. Nè più, nè meno. Niente di nuovo in una Hollywood che vive di remake. Hairspray è infatti il rifacimento di un’opera di John Waters, regista del cosiddetto cinema di exploitation, che lasciava intravedere un brillante alone comico nel mix di elementi kitsch e trash. La storia è quella di una ragazza molto abbondante, Tracy, che sogna di ballare nel suo programma preferito. Nonostante il suo peso, i dubbi di suo padre, le ostilità della madre della reginetta dello show (interpretata da una fantastica Michelle Pfeiffer), Tracy realizza il suo sogno. Happy End da musical, attaccato a tutti i costi alla trama col nastro adesivo. Torna però un esilarante John Travolta, questa volta in vesti femminili e oversize.
Sessantasei minuti di musica a flusso unico sono la colonna sonora, nonchè colonna portante, di Hairspray. Tra un colpo di spazzola e una spruzzata di lacca, i brani sono come i frangettoni delle pettinature sixties: pomposi e ingombranti. Senza nulla togliere alla comicità dello show e alla profondità del tema, l’esagerazione di una musica così colorata è tutt’altro che un capolavoro. L’unica traccia che si differenzia dalle altre è “Miss Baltimore Crabs”, frutto della magnifica interpretazione di Michelle Pfeiffer, e della sua voce calda e meno corale delle altre. Un nero su bianco che si lascia ascoltare piacevolmente perchè evita il barocco che invade tutti gli altri brani.
In generale la tracklist si lega bene tuttavia alle immagini cinematografiche in veloce scorrimento, dove, se anche il kitsch mantiene una sua dignità, resta solo il trash a farla da padrone. Il tallone di Achille dei remake è purtroppo costituito dalla bravura dei primi ideatori. Ed è anche per questo che le musiche di Marc Shaiman (con i testi di Scott Wittman e dello stesso Shaiman) restano sbilenche rispetto a quelle utilizzate da Waters per il suo Hairspray.
Quello che fa maggiormente la differenza è la divergenza degli obiettivi. Mentre, infatti, Waters utilizza gli strumenti del musical per scovare tutta l’ipocrisia che il genere sottende, distorcendo il legame tra immagine e brano musicale, il regista del nuovo film, Adam Shankman, utilizza le leggi codificate del musical per realizzare nient’altro che un musical. Un’opera critica contro un’americanata, dunque. Ed è così che mentre la colonna sonora dell’originale ha un valore dialettico, oltre ad essere meno chiassosa e più anni sessanta, quella del nuovo Hairspray ne risulta essere la figlia storpia, un’operetta per il popolino.

Stampa