West Side Story

cover_west_side_story_new.jpgLeonard Bernstein
West Side Story (Id. - 1961)
Harkit Records HRKCD 8362
23 brani - durata: 75’19”

La pubblicazione  da parte della Harkit Records della colonna sonora integrale del film West Side Story tratto dal musical di Bernstein, a 50 anni dall’uscita del film, è di quelle che si salutano sempre con particolare piacere. Il musical americano ha trovato in Bernstein e in West Side Story la più piena realizzazione di un’arte in equilibrio tra l’Opera e il teatro di Broadway, tra il balletto classico e la danza,  tra un modo di concepire l’arte, la musica ed il teatro musicale “astratto” ed un approccio pragmatico e realistico tipico della cultura e della società statunitense, elementi già chiari all’autore in fase di preparazione del progetto. Così scrive David Patrick Stearns nelle note inserite nel booklet di West Side Story edito da Deutsche Grammophon nel 1985 : “il repertorio del teatro musicale americano di tipo commerciale viene sempre più accettato come una forma artistica duratura […] e poiché West Side Story ha contribuito direttamente a creare questa situazione, è giusto che questa composizione venga rivalutata. […] ci si può forse chiedere come mai un brano così popolare possa venire associato ad un genere teatrale su cui gravano esigenze d’élite. […] nello scrivere West Side Story Bernstein e i suoi collaboratori si proposero di creare un brano dalla forza operistica, ma che si servisse delle tecniche  della commedia musicale. Il risultato ebbe […] grande risonanza per aver soddisfatto quel vecchio desiderio di Broadway di fondere organicamente dramma, musica, danza”. Fusione di generi e metodi compositivi differenti quindi alla base di un progetto ambizioso che mirava a trovare il punto di incontro tra opera lirica e musical nel capolavoro di Robert Wise ( che ha curato anche la regia del film in collaborazione con Jerome Robbins) e Leonard Bernstein andato in scena la prima volta il 19 agosto del 1957 e poi (1961) protagonista di una trasposizione cinematografica tra le più costose della storia del cinema (oltre 6 milioni di dollari), soprattutto per quegli anni. Un film che seppe confrontarsi con l’opera originale in modo efficace ed intelligente aggiudicandosi ben dieci premi Oscar (tra cui miglior film, regia, effetti sonori e musiche). Una pellicola che si inseriva perfettamente nel quadro culturale dell’America degli anni a cavallo tra i ’30 e  la fine degli anni ’50 in cui il sogno americano negli USA depressi dalla crisi del ’29 era alimentato dal musical che rendeva vive ambientazioni lussuose, storie d’amore a lieto fine e dava molto spazio oltre che alla musica ovviamente alle spettacolari coreografie.  Si pensi ai dance musical prodotti dalla RKO con Ginger Roger e Fred Astaire, o al magnifico Il mago di Oz ( 1939) di Arthur Freed. Sulla coda lunga dei successi del genere musical si inserisce l’opera di Bernstein che, se da un lato segna il livello più alto e compiuto del musical americano, non riesce dal punto di vista commerciale e musicale a rilanciare il genere che, negli anni immediatamente successivi, sarà superato dall’evoluzione dei film musicali o delle pellicole con canzoni degli anni ’60 e ’70.  La colonna sonora del film West Side Story riprende il materiale del musical e ne determina ovviamente la struttura narrativa. Per la versione cinematografica Bernstein ha spostato alcuni brani, li ha arrangiati nuovamente e in alcuni casi tagliati o estesi per meglio aderire alle esigenze registiche e drammaturgiche. Un continuo confronto con Saul Chaplin (musical supervisor) e Ernest Lehman (sceneggiatore), hanno così determinato il nuovo ordine dato alle canzoni ed i cambiamenti in termini di coloritura, arrangiamento, e durata, anche se il rapporto con Robbins, che ne curava la regia, fu spesso problematico e burrascoso. Non sono poche quindi le differenze con il musical da cui la pellicola è tratta: innanzi tutto l’inversione tra la scena del balcone (in cui è prevista la canzone “Tonight”) ed il brano “America”, il riposizionare i numeri più divertenti “Gee, Officer Krupke” e “I Fell Pretty” anticipandoli rispetto la sequenza originale; lo spostamento in avanti del brano “Cool”, tutte azioni compiute per rendere più funzionale l’intreccio narrativo. Il risultato è un film comunque straordinario che Stanley Kauffmann, in un articolo pubblicato sul “The New Republic”, definì “il miglior film musicale mai realizzato”, anche se resta, soprattutto per  il pubblico di oggi, una sensazione di artificiosità, di arresa ai temi romantici, ad un certo mondo di marzapane e glassa Disneyano che davvero poco appartiene ormai alla nostra contemporaneità. Ben fatto il piccolo libretto, ricco di aneddoti e note interessanti. Nel disco inoltre sono presenti  quattro tracce bonus arrangiate e dirette da Sid Ramin e Irwin Kostal (“Cool”, “Cool Fugue”, “Maria” e “Mambo”). 

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