Giorgio Gaslini non solo jazz

cover libro giorgio gasliniAdriano Bassi
Giorgio Gaslini non solo jazz (2016)
Casa Musicale Eco S.A.S.
Pagg. 227 - 25 euro
www.casamusicaleeco.com

La prima e anche ultima volta che vidi in concerto il caposcuola dell’avanguardia musicale europea, Giorgio Gaslini e che ebbi l’opportunità e l’onore di conoscerlo e scambiare due parole, fu al Teatro dei Filodrammatici di Milano il 10 Marzo del 2013. Il grande Giorgio Gaslini (22 Ottobre 1929) rivisitò al pianoforte con la tecnica della “composizione istantanea” alcune fra le più celebri comiche di Buster Keaton, ed io, insieme a tutto il pubblico convenuto a quell’inusuale e magico concerto per immagini, rimanemmo esterefatti – e qui cito uno stralcio del mio reportage del succitato concerto, pubblicato in queste pagine – : “Tutte queste rivoluzioni sceniche tra un’accelerazione, un inseguimento, una catastrofe naturale e pochi attimi di quiete (che in ogni caso precedono sempre e comunque una tempesta!), quel mago del pianoforte di Gaslini cerca, senza alcuna fatica a dire il vero, di seguire con gli occhi e con le dita pigiando quei tasti bianchi e neri con la carica jazzistica, classica e naturale di chi la musica gli scorre dentro fin da tenera età con la grazia che solo i “Grandi” posseggono.

Alla fine del concerto, andai nel foyer del Teatro a fare ossequiosamente i complimenti al Maestro, approfittando del momento per potergli dare il mio bigliettino da visita e organizzare un’intervista alla carriera per la mia rivista. Lui fu molto gentile e disponibile, un vero Signore! Poi col passare del tempo, tra una cosa e l’altra, non riuscii più a fare l’intervista che mi ero ripromesso, con profondo dispiacere e il 29 Luglio del 2014 il milanese Gaslini scomparve all’età di 84 anni, “privando non solo il mondo del jazz italiano del suo padre riconosciuto, ma lasciando anche la musica per film italiana orfana di colui che fu uno dei suoi appartati quanto raffinati e colti protagonisti fra gli anni Sessanta e Settanta.” (citando l’articolo del nostro Roberto Pugliese alla notizia della morte di Gaslini). Adesso il libro del musicologo, direttore d’orchestra e concertista milanese Adriano Bassi, suo fedele amico e sostenitore, amante della sua Arte e conoscitore approfondito della sua vita, avendola vissuta in prima persona, come un archeologo musicale, aggiornando un suo saggio pubblicato nel 1986, ritorna ad esplorare, a ripercorrere, a studiare, a svelarci i retroscena della genialità di un artista che sarebbe ingiusto ricordare solo come ‘compositore e musicista jazz”; difatti il titolo del libro che analizziamo, “Giorgio Gaslini non solo jazz” lo esplicita senza se e senza ma!
Bassi, che nel 2015 ci ha regalato un altro prezioso libro su un compositore dai più dimenticato, “Renzo Rossellini fra cinema e musica” (leggi recensione), in questo altrettanto prezioso libro su Gaslini ci racconta “uno spirito libero, svincolato dagli schemi, a dimostrazione di una vita scandita ritmicamente al servizio, solo ed esclusivamente, della musica” e “dalla sua costante attenzione ed analisi del mondo circostante”. Gaslini era ‘Jazz’ ma contaminato da tutte le altre forme musicali intorno che lui amava assorbire e far sue, tramutandole in nuove essenze sonore, essenze innovative, geniali e creative, di quella creatività che gli ha permesso di infondere ‘musica nuova’ (anche come sensibile docente) a tutti i mondi in cui le sue note hanno risuonato: la musica per film (citiamo le sue più celebri: il capolavoro La notte, Nastro d’Argento per le migliori musiche nel 1962, la controversa e angosciante Profondo rosso), musica di scena, balletti, sinfonie, musica sacra, classica, contemporanea e via elencando. Elenco che il saggio bassiano enuclea alla perfezione attraverso i suoi esaustivi capitoli che tracciano dagli anni ’30 agli ’00 l’evoluzione della ricerca stilistica di un autore colto ma non snobbante e distante da ciò che lo circondava di alternativo, quindi attento, eclettico, mutevole, umano, appassionato e passionale – non solo nei confronti della Musica ma della vita in genere, soprattutto “l’amicizia, l’amore e il dialogo con gli altri”. Capitoli che facilmente, senza troppi arzigogoli, si spalancano dinnanzi a noi lettori con l’aggiunta di testimonianze autorevoli, sincere e non di circostanza (ben 50 importanti interviste a collaboratori, amici, studiosi della musica internazionale gasliniana), un sincero e commovente ricordo della moglie Simona Caucia Gaslini (“Il suo modo di comportarsi in privato era analogo al modo di comportarsi in pubblico” – “…tutto mi parla di lui, tutto me lo ricorda, ma lui non c’è, assolutamente. Resto soltanto io, ci sono soltanto io”), un’analisi dettagliata di suoi 14 brani per comprendere appieno le continue evoluzioni di uno stile cangiante e ricco, una discografia essenziale e produzione musicale, nonché la viva voce del protagonista di questo libro che racconta, recitando e suonando, come nasce il Jazz per giungere al Pop. E se ancora non avete compreso di Chi stiamo parlando rubo la frase con cui Bassi apre il lungo capitolo “Dicono di lui”, tratta da uno stralcio di un bellissimo articolo di Claudio Strinati, apparso nel magazine ‘Venerdì’ del quotidiano ‘La Repubblica” per invogliarvi ad acquistare questo saggio senza pensarci troppo: “…Ebbene, nel caso di Giorgio Gaslini è interessante ricordare come questo Maestro appartenesse a quella genia di musicisti che, per tutta la vita, hanno ribadito e riaffermato la necessità di svincolare l’ascolto e la creazione della musica da categorie preformate, che spiegano e giustificano tutto e debbono essere incomunicanti…”. D’altronde sua è la formula “Musica Totale” che si riferisce al superamento di “ogni dogmatismo stilistico limitato a culture specifiche e all’assunzione di tutte le culture musicali in un unico atto libero di creazione espressiva”.

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