Musica per film – Storia, estetica, analisi, tipologie

cover_musica_per_film_libro.jpgSergio Miceli
Musica per film – Storia, estetica, analisi, tipologie (2009)
Le Sfere. Collana diretta da Luigi Pestalozza (n. 49)
Casa Editrice: Ricordi/LIM
Pagine 1028
ISBN 9788875928636
Codice NR 140172
Prezzo: 47,00 euro



Rigoroso, sistematico, aspirante a completezza, il libro di Sergio Miceli (probabilmente il maggior studioso in Italia della musica per il cinema), ha un duplice pregio: di essere un buon testo – cosa mai scontata – e di conferire dignità a una “categoria” musicale sempre vista, soprattutto dalle accademie, con sospetto.

Il problema sta proprio, infatti, nel considerare la musica composta per i film come un genere musicale. Miceli parte da due premesse fondamentali e imprescindibili. La prima è che non è corretta la dicitura “musica da film”, bensì lo è quella di “musica per film”, dacché non si tratta di un genere musicale. Tutta la musica, se la usiamo a commento di immagini cinematografiche, è “da film” (Brahms non ha scritto di certo la terza Sinfonia per un film, ma anni dopo lo è diventata). L’altra considerazione importante, elementare eppure ancora sottovalutata, è che si usa impropriamente la definizione di colonna sonora: essa, e non è difficile capirlo, comprende l’intero insieme di suoni (dunque rumori, effetti, dialoghi e certamente musiche) presenti in un film. Su questi equivoci svelati e su altre severe correzioni, si innesta uno scritto ricchissimo e metodico, diviso in tre sezioni. La Storia anzitutto, che è la parte più consistente, in cui a partire dal cinema muto vengono ripercorsi nascita, cambiamento e stili delle musiche scritte per il Cinema. Oltre a studiare poi cinque casi geografici specifici (USA, Italia, Francia, Gran Bretagna e Unione Sovietica), Miceli riserva qualche rigo anche alla critica, volta non tanto al ridimensionamento di certi autori, quanto a mostrare come il contesto carichi di senso qualcosa che da sola ha come arma soltanto sé stessa. Riguardo al fenomeno Vangelis/Blade Runner, scrive: «Chi abbia competenze musicali e ascolti la colonna musica senza avere visto il film non può che riconoscerne l’inconsistenza», ma, del resto, nel maggiore dei casi le musiche per film sono deboli se estrapolate dal contesto cinematografico. La sezione centrale, Estetica-Analisi, è quella più interessante dal punto di vista semiotico/estetico. Vengono qui illustrate, a seguito della constatazione delle condizioni di lavoro di un compositore che è subordinato alle leggi del cinema in aggiunta quelle proprie della musica, le varie teorie e prassi estetiche che hanno caratterizzato i film sonori da Ejzenštejn in poi, e infine analizzati i rapporti tra drammaturgia filmica e sonoro.
Chiude il manuale una panoramica approfondita delle Tipologie, ovvero dei modelli principali di declinazione della musica nel film: danza, musical, teatro, animazione.

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