Franz Liszt e la sua musica nel cinema

cover_libro_liszt.jpgLuigi Verdi
Franz Liszt e la sua musica nel cinema (2014)
Libreria Musicale Italiana – 520 pagine
ISBN 978–88–096–794–4
€ 40
www.lim.it



Quello dei rapporti fra le figure dei compositori classici e il cinema (intesi nella duplice accezione dell’utilizzo di loro musiche sullo schermo e di biografie ad essi dedicate) è un oceano che offre infinite possibilità di ricerca e sviluppo. Al punto che il presente, imponente lavoro del musicologo e compositore romano, già autore di un paio di fondamentali monografie su Skrjabin, può essere assunto come l’incoraggiante inizio di una potenziale collana sull’argomento, che potrebbe proseguire con Wagner, Ciaikovski, Mahler, Rachmaninov, Puccini, Verdi ecc.
Certo, garantire a tutti la capillarità di ricerche e la precisione compilativa e analitica con la quale Verdi ha repertato e illustrato tutti i film che in qualche modo coinvolgono la figura di Franz Liszt non sarebbe impresa facile. Va anche detto che il profilo biografico e artistico del grande compositore ungherese, considerato il caposcuola del pianismo virtuosistico e romantico, sembra particolarmente prestarsi alle lusinghe della settima arte. Liszt infatti, come annota l’autore, è stato in qualche modo una autentica star del proprio tempo, non solo per le sue caratteristiche professionali e per la sua travolgente vena compositiva, ma anche per la sua vita privata, pittoresca e avventurosa, vera epitome dell’età romantica e fonte di un’inesauribile aneddotica; un’esistenza che si è svolta spesso da coprotagonista accanto a quelle di altri compositori del suo tempo, come Wagner, Schumann, Chopin e Brahms, così da evidenziarne la presenza anche nelle vite – e nei relativi biopic – di questi maestri.
Sta di fatto che Verdi ha catalogato quasi trecento film dove viene utilizzata musica di Liszt, dall’età del muto a oggi, da I quattro cavalieri dell’Apocalisse con Rudy Valentino (1921), all’horror Stage Fright del 2014; nel mezzo l’intera storia del cinema, con un picco di utilizzo soprattutto tra gli anni ’30 e i ’50, in parallelo non casuale con il nascere e il formarsi della musica cinematografica – soprattutto hollywoodiana – quale autentica forma specializzata d’arte. Un utilizzo, annota Verdi, che sfrutta puntigliosamente e in profondità l’essenza squisitamente “cinematografica” della musica lisztiana, «prestandosi in maniera esemplare a traslazioni simboliche che vanno al di là di un semplice uso decorativo o descrittivo, divenendo spesso parte integrante della narrazione, in forma diretta o indiretta, esplicita o allusiva».
Liszt è stato dunque uno dei compositori più rappresentati e utilizzati al cinema, come si evince dalla suddivisione per comparti del volume, ossia Liszt come character (a sua volta sottodiviso in sezioni riguardanti i legami tra Liszt e altri compositori), e Liszt fra musica e immagine tra cinema, tv, e cartoon. Abbondano, com’è facile intuire, le curiosità, i dati, le scoperte, in un ventaglio di apparizioni che vanno dall’intento biografico-romanzesco di Estasi (1960, Charles Vidor), con Dirk Bogarde nei panni del musicista, al delirio pop-surrealista di Ken Russell con il suo Lisztomania (’75), che nel ruolo dell’ungherese vide Roger Daltrey, fondatore degli Who, sancendo così palesemente lo statuto di Liszt come autentica ”rockstar” del proprio tempo. E, a tale proposito, se nella catalogazione delle sue musiche utilizzate al cinema si scopre come a detenere un record per numero di citazioni siano il celebre “Sogno d’amore” e la funambolica Rapsodia ungherese n.2 per piano (finita persino in una pubblicità della birra), nella quasi cinquantina di titoli dove Liszt figura come personaggio emerge una varietà di trattamenti e occasioni narrative che Verdi riporta e documenta con esattezza archivistica, non mancando – ove necessario – di citare interi brani di sceneggiatura e dialogo. Il tutto è compulsato nella vasta mole di apparati (arricchiti di sedici tavole fitte di fotogrammi da film), che comprende una bibliografia, l’elenco in ordine cronologico dei film con Franz Liszt e del film con sue musiche nonché gli indici delle composizioni nei film, dei film con Liszt e financo degli episodi biografici salienti della sua vita, con i titoli cinematografici di riferimento.
Dunque un lavoro di ricerca e catalogazione unico nel proprio genere, che fissa in modo indelebile la presenza pervasiva e affascinante nella sua modernità di un artista unico all’interno del più popolare tra i linguaggi contemporanei, ponendosi, come dicevamo, quale punto di partenza e riferimento per auspicabili, e forse necessarie, operazioni analoghe.

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