Bizzarrie musicali – Incidenti e accidenti della musica

cover_libro_bizzarrie.jpgGianfranco Plenizio
Bizzarrie musicali – Incidenti e accidenti della musica (2014)
Zecchini Editore
120 pagine – 13 euro



Ho sempre amato i libri di aneddotica, quelli dove si svelano i dietro le quinte dell’Arte, e visto che noi parliamo prettamente di musica applicata alle immagini, in particolar modo i libri indirizzati a scoprire e farci conoscere nel dettaglio tutto quello che avviene nell’Ottava Arte, prima che la colonna sonora sia bella che finita e a portata delle nostre orecchie, sia su supporto fisico che nel film.
“Bizzarrie musicali – Incidenti e accidenti della musica” è un libro straordinariamente divertente e delucidante con la sua aneddotica sviscerata in maniera semplice, chiara, divertita ed esaustiva, rivelando tutto quello che è avvenuto nel vasto mondo della Musica operistica e per film (seppur quest’ultima non preponderante, con immenso mio dispiacere e di chi come noi ama la musica per immagine!). In ogni caso è un libro per coloro i quali sono profondamente appassionati di Musica (e direi non solo, forse e soprattutto per i neofiti che leggendolo potrebbero avvicinarsi al meraviglioso universo musicale lirico e filmico nei suoi aspetti meno noti ai più, pertanto, di conseguenza, appassionarsi!). Il suo autore, il compositore, musicologo, direttore d’orchestra e pianista Gianfranco Plenizio (nato in provincia di Udine nel 1941), con alle spalle una lunga carriera nell’ambito musicale tout court, principalmente in quello operistico e, nato come hobby, didattico con la scrittura di diversi saggi e libri (tra cui uno molto bello sulla sua esperienza nella musica applicata, dal titolo “Musica per film - Profilo di un mestiere” del 2006, Guida Editore) ha scritto con una verve e una leggerezza incredibili, che non è propriamente di tutti nel parlare di Musica, di avvenimenti lirico-musicali e cine-musicali che ha vissuto in prima persona o eventualmente narrati da terzi, e anche presi da alcuni bei libri di memorie sul medesimo argomento.
Leggendolo non si resiste molteplici volte nello scoppiare dal ridere o rimanere addirittura esterrefatti da questi racconti di avvenimenti che definire ridicoli è dir poco, incidenti stupefacenti, corbellerie oltre ogni immaginazione, storie di eros e tanatos e scherzi pericolosi, come dicevamo sopra, principalmente nel blasonato universo operistico, in cui Plenizio ha avuto modo di fare tanta gavetta e imparare alla perfezione il suo mestiere di direttore d’orchestra e compositore. Compositore che in seguito ha diretto musiche da film di esimi colleghi (da Bacalov ai fratelli De Angelis, passando per Rustichelli, Donaggio e Morricone, tra gli altri), lavorando per i più prestigiosi cineasti fra cui Pietro Germi, Billy Wilder, Elio Petri, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Dino Risi, Ettore Scola, Ermanno Olmi e Federico Fellini, per il quale nel 1983 compone le musiche di E la nave va. Plenizio ha composto di proprio pugno le partiture per una trentina di pellicole circa (citiamo Spaghetti House del 1982, Django 2 il grande ritorno del 1987 e lo sci-fi televisivo del 1989 L’isola del tesoro) e addentrandosi tra le pagine di questo suo piccolo prezioso libro si respira intensamente tutta la sua conoscenza della materia trattata ed in particolar modo la sua intima passione nel mettere per iscritto la “Musica”. Rimangono impressi molti passaggi e torno a ribadire “si ride di gusto”, facendo nostra ancor di più quella sensazione piacevole di essere amanti della musica e di amare la “Musica” visceralmente. Raccomando alcuni divertentissimi aneddoti su tutti, specialmente per i nostri lettori bramosi di storie cine-musicali, cioè quello riferito ai compianti Trovajoli e Piccioni su di una loro telefonata notturna riguardo una canzone esotica, scritta da entrambi, dal titolo foriero di malattie mortali e quello su di un regista senza orecchio musicale (tanto per cambiare!) che pretendeva di impartire lezioni di strumentazione al compositore della sua colonna sonora.  
Mi piace chiudere questa recensione citando una bella frase di Plenizio che racchiude tutta l’essenza del libro “Bizzarrie musicali”: “…E tuttavia c’è sempre una larga fetta di persone che si accostano a quella enigmatica arte che è la musica per goderne, anche se sono sprovviste di uno specifico bagaglio tecnico. Talvolta l’avvicinamento alla grande musica è occasionale ma è sempre una fonte di sorprese per il soggetto che la percepisce. Sorprese per il piacere e le emozioni che si può ricavarne…”       

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