John Williams's Film Music

cover_libro_john_williams_audissino.jpgEmilio Audissino
John Williams's Film Music: Jaws, Star Wars, Raiders of the Lost Ark and the Return of the Classical Hollywood Music Style
University of Wisconsin Press 2014
346 pp. (lingua inglese)



Ci voleva uno studioso italiano per colmare una delle più grosse lacune nella letteratura critica sulla musica applicata: un libro in lingua inglese dedicato a John Williams. Nonostante il successo e la popolarità del compositore americano, nessuno fino ad oggi aveva ancora affrontato con tale serietà e dedizione la musica di Williams in un libro interamente a lui dedicato. L'autore del testo (studioso e ricercatore italiano presso l'università di Southampton) sceglie una prospettiva molto specifica e a nostro parere assai indovinata per affrontare un compito invero piuttosto impegnativo.
Il libro di Audissino infatti non è una biografia né tantomeno un saggio di analisi musicologica ma, come suggerisce il sottotitolo del libro, un excursus storico ed estetico su come Williams abbia riportato in auge lo stile musicale classico hollywoodiano nella musica per film, in particolar modo nel periodo che va dal 1975 al 1983. La scelta può sembrare sin troppo dettagliata e specifica, ma in realtà tratteggia un ritratto esaustivo sulla figura di Williams, gettando inoltre uno sguardo generale assai preciso sull'arte della musica applicata tout court.

Come dichiarato nella prefazione, l'approccio metodologico adottato è il neoformalismo degli studiosi americani David Bordwell e Kristin Thompson, in particolare per quanto riguarda la definizione dei termini “classico” e “neoclassico”, che ritornano insistentemente nel corso del libro. A partire da questa angolazione, Audissino stabilisce i pilastri del suo lavoro critico e indaga con grande cura e attenzione il ruolo e l'importanza storica del Maestro americano, in particolare nel modo in cui abbia appunto riportato in vita lo stile e il lessico “classico” dei compositori hollywoodiani della prima generazione, ovvero Erich Wolfgang Korngold, Max Steiner, Franz Waxman, Miklòs Ròzsa e Dimitri Tiomkin. In apertura viene fornito un sintetico ma puntuale riassunto sui primordi della musica per film, in particolare su quella hollywoodiana a partire dagli anni '30 sino alla fine degli anni '50, assai importante per inquadrare al meglio il contesto storico, estetico e produttivo nel quale sarebbe emersa successivamente la figura di John Williams. Ed è soprattutto grazie alle partiture per Lo squalo (1975) e Guerre stellari (1977) che come ben sappiamo il nome di Williams sarebbe diventato sinonimo del ritorno dello stile “gransinfonico” che avrebbe contraddistinto l'identità musicale del cinema più popolare di quegli anni. Audissino va alla ricerca delle ragioni storiche ed estetiche di quella che viene definita una vera e propria “restaurazione” musicale. Vengono forniti ampiamente (e con grande lucidità espositiva) tutti i fondamenti che stanno alla base di quella che oggi possiamo senza problemi definire la poetica musicale di Williams, in particolar modo ciò che Audissino chiama la “funzione percettiva spaziale” (ovvero il cosiddetto “Mickey-Mousing”), l'uso della tecnica del leitmotiv e la scelta del lessico sinfonico tardoromantico. Vengono tracciati i paralleli tra l'uso di questi strumenti da parte dei compositori della prima generazione (in particolare Steiner e Korngold) e la ripresa e l'aggiornamento degli stessi operati da Williams (il quale segue di pari passo il progetto estetico approntato dai registi Lucas e Spielberg nei relativi film), compilando un ritratto finora mai così completo e rivelatore. Il linguaggio con cui è scritto il libro è accademico ed analitico, ma fortunatamente riesce ad essere sempre agile e divulgativo (assai utili e ben curate le copiosissime note a pié di pagina e il glossario a corredo del libro), anche grazie al prezioso lavoro di ricerca delle molte citazioni tratte da interviste fatte a Williams nel corso degli anni. Un intero capitolo del libro è poi dedicato ad una minuziosa analisi scena per scena de I predatori dell'Arca perduta (1981), secondo l'autore l'esempio perfetto dello stile neoclassico del compositore e della sua restaurazione musicale.

Audissino dedica un capitolo anche agli anni di Williams come direttore d'orchestra della Boston Pops Orchestra e di come la sua attività direttoriale sia nata non solo come conseguenza della sua popolarità in ambito cine-musicale, ma anche grazie alla sua specifica personalità artistica. L'autore nota poi correttamente come il ruolo di Williams sul podio della Boston Pops abbia aumentato notevolmente la conoscenza e la consapevolezza del repertorio della migliore musica per film in sala da concerto, fino ad arrivare alla vera e propria renaissance a cui assistiamo oggi. Di pari passo, Audissino si occupa di scandagliare brevemente il pregiudizio (quasi sempre negativo) che Williams e la sua musica hanno avuto nell'ambito della critica musicale togata, riuscendo a dimostrare efficacemente come esso sia appunto soltanto il frutto di una posizione aprioristica (oggi fortunatamente quasi del tutto superata) nei riguardi sia del repertorio che del musicista.
John Williams's Film Music è dunque un testo di capitale importanza non solo per gli appassionati del Maestro americano, ma per tutta la letteratura sulla musica applicata, oltre ad essere la prima ed importante testimonianza critica approfondita su una figura musicale che merita di essere ulteriormente studiata, approfondita ed analizzata. Ci occupiamo da tanti anni ormai di questi argomenti (e in particolare della musica di Williams) e dunque siamo doppiamente felici di avere finalmente tra le mani un libro come questo e – permetteteci un piccolo vezzo campanilista – che l'autore sia un nostro connazionale. Ragione di più per augurarci che qualche editore decida presto di tradurre e pubblicare il libro anche nel nostro paese.

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