Pura musica pura visione

cover_libro_pura_musica_morricone.jpgManuela Dragone
Pura musica pura visione – Ennio Morricone & Giuseppe Tornatore
Da Nuovo Cinema Paradiso a La migliore offerta (2013)
Prefazione di Vincenzo Mollica
Pagg. 147, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza



Un binomio artistico come quello tra il regista siciliano Giuseppe Tornatore e il compositore romano Ennio Morricone meritava un interesse speciale e un appassionato approfondimento. È quello che ci offre la giornalista catanzarese Manuela Dragone in questa recentissima pubblicazione dedicata proprio alle “nozze d'argento” del rapporto professionale tra i due più rappresentativi artisti italiani in campo cinematografico e musicale, iniziato quando il regista aveva solo trentadue anni e il compositore toccava già i sessanta, quindi appartenenti a generazioni molto distanti.
Si sa che quando due menti insaziabili e in continua evoluzione come quelle di Tornatore e Morricone si incontrano, può nascere di tutto, come in un grande cantiere artistico oppure in un anacronistico sistema siderale nel quale il prodotto finito, quello che arriva allo spettatore, nasce da una insondabile sintonia e da una capacità creativa e di realizzazione di idee magari accennate e sommerse che raggiunge livelli impareggiabili. La Dragone passa in rassegna ogni singolo film che ha segnato la venticinquennale collaborazione tra i due artisti, a cominciare da Nuovo Cinema Paradiso, Oscar per il miglior film straniero nel 1990 e, per la colonna sonora, David di Donatello nel 1989 e Premio Bafta nel 1991. In questo film, che inizialmente Morricone rifiutò perché impegnato su un altro progetto, emerge subito la perfetta adesione della musica alle immagini e il rapporto stretto tra i due artisti che, col tempo, si è trasformato in sincera amicizia anche al di fuori del contesto professionale. La filmografia è naturalmente aggiornata al più recente lavoro, ovvero il giallo sentimentale La migliore offerta, uscito nelle sale a Capodanno 2013, anche questo pluridestinatario di David e Nastri d'Argento. La Dragone si serve principalmente di una fonte diretta, ovvero l'intervista a Tornatore da lei stessa realizzata a Roma nel dicembre 2011. Gli aspetti dunque più curiosi e inediti del connubio professionale nascono da questa chiacchierata col regista palermitano, mentre per la descrizione delle musiche utilizzate da Morricone, le fonti compilative principali sono il volume Cinema e oltre curato da Gabriele Lucci ed edito nel 2008 da Electa/Accademia dell'immagine, alcune dichiarazioni di Morricone riprese dal libro intervista di Antonio Monda Lontano dai sogni (Mondadori, 2011) e altre interviste tratte da conferenze stampa del compositore in occasione dei suoi più recenti concerti. Un rapporto così prolifico e duraturo (sembra ormai impossibile immaginare un film di Tornatore senza le musiche di Morricone) nasconde mille ricordi e mille aneddoti e indagarlo in profondità non è impresa semplice, anche perché i personaggi in questione non hanno quella disponibilità di tempo ed esaustività mnemonica che inevitabilmente condanna all'oblio e al mistero molti aspetti della loro carriera artistica. Tuttavia questa pubblicazione, tra edito e inedito, ci restituisce un quadro lucido e cristallino e anche sapientemente stimolante a livello promozionale (dei film infatti viene accennata la trama, commentata qualche scena, ma non viene svelata la storia per intero e nemmeno gli sconvolgenti coup de théâtre che caratterizzano i finali delle pellicole di Tornatore). Così, per coloro che non conoscono ancora per intero la filmografia del Nostro, questo libro ne diviene un'indispensabile premessa e non ho trovato limitativo il fatto che vada a indagare solamente circa il valore della musica e la sua evoluzione narrativa e compositiva nei dieci film girati tra il 1988 e il 2013. La musica infatti diviene essa stessa personaggio irrinunciabile in tutti questi film, a tal punto da essere a volte pensata, scritta e incisa ancora prima del montaggio stesso dell'opera e di essere studiata e calibrata al dettaglio, come un attore che viene istruito e “vestito” dal regista perché il suo contributo drammatico serva al massimo grado potenziale una storia. Senza problemi dunque si può affermare che il primo e più importante personaggio dei film di Tornatore sia proprio la musica di Morricone e che ogni incontro tra la cinepresa del primo e la penna del secondo probabilmente meriterebbe un libro a sé e uno sguardo analitico. Dalle pagine della Dragone si trae dunque un saggio di arte in movimento, ovvero un autentico viaggio alla scoperta quanto più intimistica delle origini delle idee artistiche e della loro messa in opera, di come ciò che ci viene restituito attraverso la percezione sensoriale dal grande schermo nasca dalla vita di tutti i giorni e dal rapporto privilegiato che ogni autentico artista detiene con il non esistente che, con un arcano incantesimo, diventa materia percettibile e anche oggetto di consumo e di successo popolare.

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