15 Ott2022
Scritto da Roberto Scollo. Pubblicato in Libri
Sergio Miceli
Morricone, la musica, il cinema (2022)
Nuova edizione a cura di Maurizio Corbella
Milano, Casa Ricordi-LIM Editrice
pp. 575, € 35,00
Lasciamo pure che altri si esaltino in ammirazioni esagerate che danno alla testa e risentono di una leggera ebbrezza: non conosco piacere più divino di un’ammirazione netta, chiara e sentita (SAINTE-BEUVE, Essai de critique naturelle)
Ogni vero libro di critica può essere letto come uno dei testi di cui tratta, come un tessuto di metafore poetiche (ITALO CALVINO) (1)
La centralità della musica, il compositore in primo piano, il cinema come sfondo neutro, necessario ma non sufficiente: sin dal titolo Morricone, la musica, il cinema esibisce una geometria rigorosa, un intersecarsi di punti d’attrazione da e verso la pratica della scrittura su pentagramma. Quando nel 1994 apparve la monografia di Sergio Miceli, fu non un punto di svolta negli studi sull’opera del musicista romano – ché tali non possono dirsi gli scritti, per lo più ingenuamente apologetici, dei tanti “generosi ammiratori” (come li classificava con obiettiva bonarietà il professore) di allora (e di oggi) -, quanto un copernicano cambio di prospettiva. Per la prima volta uno storico della musica prendeva di petto il «fenomeno Morricone», lo sviscerava e nella prioritaria componente musicale e negli aspetti «sociali» e di costume come paradigma della figura – della condizione - del musicista nel nostro tempo.
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